Il tour di Varese4U Archeo al sito Unesco di Castelseprio e Torba
L’Area archeologica, con il Castrum, la Chiesa di Santa Maria Foris Portas e il Monastero di Torba, fa parte del sito seriale “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere”
Protagonista della quarta tappa del tour V4U – Archeo è il sito Unesco Castelseprio – Torba. L’Area archeologica, con il Castrum, la Chiesa di Santa Maria Foris Portas e il Monastero di Torba, fa parte del sito seriale “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere” che a sua volta comprende le più importanti testimonianze monumentali longobarde esistenti sul territorio italiano. Per seguire tutte le tappe del live clicca qui
La salita verso la Collegiata è una passeggiata che sa arricchirsi di un valore simbolico, secondo il parroco don Ambrogio Cortesi: “Salire in Collegiata e uscire dal borgo è qualcosa capace di regalare una sensazione di pace, un’esperienza rigenerativa per le persone che arrivano. E’ un luogo che parla allo spirito, ma non solo: in questo spazio di fede, la religione si è espressa attraverso l’arte, con risultati altissimi dal punto di vista della tecnica per l’epoca dell’inizio dell’Umanesimo”.
Consacrata nel 1425, la chiesa Collegiata dedicata ai SS. Stefano e Lorenzo fu voluta dal cardinal Branda Castiglioni. Offre la possibilità di ammirare opere, fra le altre, di Masolino, Lorenzo di Pietro (detto il Vecchietta) e Paolo Badaloni (detto Paolo Schiavo).
“Il numero di visitatori è in continua crescita e ci dimostra come l’opera di valorizzazione che stiamo facendo riesca ad ottenere risultati concreti” spiega il direttore Dario Poretti.
“A dimostrazione della rilevanza di questo luogo – gli fa eco il parroco don Ambrogio Cortesi – quest’anno la Collegiata è stata scelta da un troupe cinese per un documentario sulle ricchezze artistiche italiane, insieme a luoghi come i Musei Vaticani e il Palazzo Ducale di Mantova. Un grande orgoglio per noi”. Concorde il conservatore Laura Marazzi, che tiene ad evidenziare “l’importante opera svolta dai volontari che prestano il loro tempo e il loro entusiasmo”.
Il direttore Dario Poretti racconta con orgoglio: “Due anni fa abbiamo vinto il bando di Banca Intesa ‘Restituzioni’, per il lampadario fiammingo della Collegiata: veniva premiato il lavoro di restauro, ma anche il progetto di comunicazione e valorizzazione fatto. E’ un grande riconoscimento esterno per il nostro lavoro di promozione turistica, significa che stiamo percorrendo un cammino proficuo”.
Il conservatore della Collegiata, Laura Marazzi, descrive il fascino che il Battistero esercita su chiunque arrivi: “L’Ingresso al Battistero lascia davvero i visitatori a bocca aperta: si tratta di un’esperienza inclusiva, emozionante, perché ci si trova a pochissima distanza dalle pareti affrescate da Masolino”. “Inoltre le vicende del Battista, qua riprodotte – aggiunge il direttore Dario Poretti – sono quelle che solitamente occupano le pagine dei libri di storia dell’arte, quindi ci si sente davvero immersi nelle opere quattrocentesche”.
Al museo Branda Castiglioni ci accolgono Paolo Guerra (vicesindaco) Nicola Ferrario (consigliere comunale e archeologo), Cristina Canziani (assessore alla Cultura), Roberto Cristofoletti (presidente della Pro loco) e Luca Garofalo (consigliere comunale e pittore). “Branda non fu solo un uomo di fede – tiene a sottolineare Canziani – ma anche di cultura. L’attuale municipio sorge su quella che fu la prima scuola fondata dal Cardinale e destinata a tutti i bambini, non solo ai figli delle famiglie abbienti com’era stato prevalentemente fino ad allora”.
“Teniamo molto che visitatori e castiglionesi imparino a conoscere e apprezzare le ricchezze del territorio – racconta il vicesindaco Guerra – per questo organizziamo eventi ad hoc aperti a tutti. Stiamo inoltre lavorando per offrire un biglietto unico d’ingresso che inglobi questi beni alla Collegiata”.
Uno degli orgogli dell’Amministrazione comunale è Il Museo di Arti plastiche. Negli anni ’70 il conte Lodovico Castiglioni e suo cugino Franco Mazzucchelli diedero vita al “Polimero Arte”, un centro di ricerche estetiche e un laboratorio dotato di tecnologie e personale qualificato della fabbrica di materiale plastico Mazzucchelli Celluloide: questo costituisce il fulcro del MAP. “Si tratta di un luogo all’avanguardia, un unicum – spiega l’assessore Canziani – che unisce la storicità dell’edificio ‘400-‘500 alle opere, realizzate con diversi materiali plastici. Giorgio Bonafè, modellista della Mazzucchelli, racconta: “Arrivano visitatori poco entusiasti, pensando di dover vedere opere banali, di plastica: appena entrano rimangono invece colpiti dai materiali, dai colori e dal legame che si è instaurato fra questi pezzi di arte contemporanea, che vanno dalla fine degli anni ’60 ai giorni nostri, e la cornice architettonica del passato che li ospita”.
A Gornate Olona, incontriamo il sindaco Paolino Fedre: “Il Monastero di Torba è molto importante come punto di interesse di Gornate Olona, ma è nostro doveroso compito informare e sensibilizzare le persone e portarle a visitare il sito. Il FAI è stato fondamentale per la salvaguardia di Torba, tant’è che negli ultimi tempi arrivano scolaresche in visita persino dall’estero”.
“Uno dei prossimi obiettivi è la collaborazione con il comune di Castelseprio per ripristinare il sentiero pedonale che collegava il Monastero di Torba al Castrum. Gornate Olona conta pochi abitanti, ma oltre al patrimonio Unesco abbiamo La Madonnetta, un santuario dal grande valore artistico, ora in custodia della Sovrintendenza. Tutti gli anni, la domenica dopo Ferragosto, organizziamo una grande festa dedicata alla Madonnetta, che porta visitatori da diversi paesi dei dintorni. E ci auguriamo che presto sia solo una delle feste organizzate nel comune di Gornate Olona.
Il Monastero di Torba, bene FAI e patrimonio Unesco. “Fu donato come primo bene FAI da Giulia Maria Crespi, fondatrice della fondazione, nel 1977 e che continua a vivere grazie alle campagne di scavo – spiega Simona Gasparini, responsabile della gestione operativa al Monastero di Torba -. Il sito ha subito diversi interventi di modifica strutturale e ampliamento nel corso dei secoli.
La parte più antica è certamente la torre, di epoca alto medievale, che serviva da punto di difesa contro la minaccia dei Barbari e, presumibilmente, come punto di dazio, vista la vicinanza al fiume Olona, che all’epoca era di maggior portata e serviva agli scambi commerciali. Da recenti scavi è emersa una cinta muraria che testimonia come il Monastero di Torba fosse strettamente collegato al Castrum di Castelseprio, rendendolo un unico, grande complesso. Abbiamo in programma di ripristinare il sentiero pedonale che li collegava, così che turisti e pellegrini possano vivere l’esperienza di entrare a piedi in entrambi i siti”.
Giuliano Francesco Galli, area manager del Monastero di Torba (in foto con Simona Gasparini): “Il Monastero di Torba è importante per il turismo del Varesotto e lo abbiamo inserito in diversi progetti in via di espansione, come Varese Archeo, Varese 4U e La Via Francisca del Lucomagno. Stiamo sostenendo anche il turismo ciclabile della Valle Olona e siamo coinvolti in un progetto di ampliamento della pista ciclopedonale che arriva a Castellanza. Abbiamo l’obiettivo di portarla fino al Canton Ticino.”
“Dalla prossima stagione scolastica inseriremo tra le attività proposte anche il tema delle api in via di diminuzione, così da sensibilizzare sul problema i più piccoli”.
Ripartiamo da Castelseprio. Il sito archeologico si trova all’interno del Parco Rile Tenore Olona. Il Parco ha intenzione di riattivare il dialogo con la Soprintendenza per arrivare finalmente alla realizzazione del collegamento pedonale tra l’area archeologica e il Monastero di Torba
“Da qualche anno – spiega l’architetto Gabriele Pozzi – il Parco investe la gran parte delle risorse nella manutenzione del territorio, in particolare della propria rete di sentieri, che conta 20 itinerari tra tracciati principali e collegamenti.
Mario Clerici, presidente del Parco Pineta: “La Regione Lombardia e la Provincia di Varese sono caratterizzate da una moltitudine di aree verdi. Nel Varesotto abbiamo a disposizione una grande area protetta che va dai 5200 ettari di verde del Parco Pineta ai 2500 ettari di estensione del Parco RTO”. Occorre ricordare che Valle Olona è famosa anche per aver dato i natali ai primi insediamenti industriali in Europa. “Sembra strano, ma nella stessa zona riusciamo a riscoprire anche la storia antica, facendo un viaggio a tutto tondo nella storia dell’uomo, che va dal medioevo fino ai giorni nostri. Negli ultimi tempi la fruizione delle aree verdi dal punto di vista turistico è sempre più presente. C’è una maggiore consapevolezza dei fruitori e dei cittadini e ci auguriamo che anche i viandanti in arrivo da lontano possano rimanere piacevolmente stupiti.”
Cristiano Brandolini, archeologo e presidente dell’associazione Insubria Antiqua, è tra gli organizzatori della Manifestazione Sibrivum Longobardvm. “Nel Parco archeologico di Castelseprio, bene Unesco, ogni anno a fine giugno organizziamo un evento di ricostruzione storica (quest’anno si è svolta la quarta edizione), che fa immergere i visitatori in ciò che era la zona in antichità. Mostriamo uno spaccato vita che va dal quarto secolo fino al sesto-settimo secolo. Chi scopre Castelseprio per la prima volta resta a bocca aperta. È un sito rimasto congelato nel tempo, almeno fino a quando hanno deciso di raderlo al suolo dopo la conquista nel 1287 da parte di Ottone Visconti. Il sito rimase coperto di vegetazione fino al 1950 circa, quando venne riportato alla luce. Tra le attività che proponiamo ai bambini riscuotono molto successo la battitura della moneta e il tiro con l’arco. “
Sara Masseroli, della Sovrintendenza, ci accompagna per il sito archeologico di Castelseprio: “Il parco di Castelseprio è inserito tra i beni Unesco dal 2011 e certifica l’importanza di un luogo particolare poiché è uno dei 7 luoghi italiani che conservano le testimonianze più fruibili della cultura longobarda nel momento di massimo splendore”. La Masseroli racconta cos’era il Castrum: “una città fortificata, munita di cinta muraria dal quinto-sesto secolo. Accediamo al sito ammirando le rovine di quello che poteva essere il ponte, ma tutto era già difeso naturalmente da canaloni esterni. Del battistero e chiesa di San Giovanni, fulcro dell’ area religiosa, sono conservati i resti della pavimentazione e delle pareti, nonostante la distruzione avvenuta nel 1287 da parte di Ottone Visconti. Il parco offre diverse possibilità di fruizione, trasformandosi in luogo ideale sia per un appassionato di storia, per famiglie, amanti della natura, o semplicemente persone in cerca di relax. Persone con interessi differenti possono godere comunque di questo bene”.
L’Antiquarium, museo che espone gli oggetti emersi dagli scavi, è stato allestito nel 2009 all’interno del conventino di San Giovanni, piccolo convento di origine medievale, utilizzato in tempi più moderni come cascinale.
Nella chiesa del conventino si conservano affreschi risalenti alla metà del ‘500. Il museo è aperto sabato e domenica pomeriggio, ma si consiglia di prenotarsi
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