Istituto La Sacra Famiglia: il sindaco Danilo Centrella diffida Ats Insubria
Oggetto della diffida le risposte che Ats Insubria sostiene di avere dato alle richieste di aiuto avanzate dal sindaco sulla grave situazione nella struttura dove 65 degenti e 40 dipendenti sono positivi al coronavirus
Finisce con una diffida formale, inviata per conoscenza anche al Prefetto, il botta e risposta tra il Comune di Cocquio Trevisago e la direzione di Ats Insubria sulla situazione all’Istituto La Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago.
Oggetto della diffida le risposte che Ats Insubria sostiene di avere dato alle richieste di aiuto avanzate dal sindaco Danilo Centrella, allarmato per la situazione nella Residenza sanitario-assistenziale per disabili, dove il coronavirus ha creato una situazione di grande difficoltà.
Già nei giorni scorsi Centrella aveva inviato una lettera ad Ats Insubria, mettendo in chiaro tutte le richieste di intervento fatte nei giorni scorsi in relazione alla situazione dell’Istituto Sacra Famiglia dove ben 65 ospiti sono risultati positivi.ì, e chiedendo un intervento urgente e drastico.
Sabato gli stessi contenuti sono diventati una diffida indirizzata alla direzione generale di Ats Insubria e alla direttrice socio-sanitaria.
Le uniche comunicazioni con Ats – scrive Centrella – sono avvenute tramite ripetute richieste telefoniche il 28, 29 marzo e 1° aprile aprile da parte del sindaco. Queste richieste si sono rese necessarie per rappresentare con evidenza e oggettività agli organi di competenza la grave diffusione virale in corso all’interno dell’Istituto Sacra Famiglia”.
“L’unica e sola risposta alle otto richieste di supporto del sindaco sono avvenute con una lettera di Ats datata 10 aprile (…) L’esecuzione dei tamponi ai 120 dipendenti della Sacra famiglia è avvenuta unicamente dopo plurimi solleciti dall’amministrazione e dalla Polizia locale in data 1, 2 e 3 aprile e non come riportato da Ats il 7 aprile, e il cui referto è giunto in maniera completa – come dichiarato dai vertici della Sacra Famiglia – solo nella serata del 10 aprile. Questo ritardo (si è dovuto attendere sette giorni per avere l’esito del referto del tampone) ha esposto tutti al grave rischio di diffusione del virus nei soggetti positivi con libertà sociale”
“Ad oggi – prosegue il documento – un totale di 40 operatori della Sacra Famiglia risultano positivi all’infezione da Covid-19“.
“Non risulta assolutamente veritiero che Ats ha mantenuto contatti pressoché costanti con l’Amministrazione comunale, ho provato personalmente più volte, ma inutilmente, a contattare telefonicamente Ats; il lassismo riscontrato in ordine alle richieste effettuate mi ha indotto, direi costretto, ad interloquire telefonicamente e per iscritto con il Prefetto di Varese – prosegue Centrella – Il supporto richiesto alla carenza di personale fornito da Ats è avvenuto unicamente dopo il mio ennesimo sollecito scritto in data 8 aprile, con cui chiedevo di attivare le risorse disponibili. A voler essere sinceri, nessuna assistenza è in realtà stata fornita alla ricerca continua di personale: anche ora la direzione di Sacra Famiglia dichiara una grave carenza di personale“.
Secondo Centrella, le dichiarazioni della dirigente socio-sanitaria , con cui si “millantavano costanti contatti con il sindaco” non rispondono a verità.
Pr questo il sindaco di Cocquio invita la direzione di Ats a rettificare quanto pubblicamente dichiarato e a rendere noto “che il contenuto della lettera di Ats Insubria del 10 aprile e le dichiarazioni fornite alla stampa sono svincolate da qualsivoglia avvallo da parte del sindaco di Cocquio Trevisago”.
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