Scuole chiuse? Alberto racconta a Radio Capital “il gioco della scuola”
Alberto Vis, 43 anni, professore alla Scuola Europea di Varese, si è inventato un modo per intrattenere i suoi quattro figli: cattedra, banchi e lavagna in giardino e lezioni con Lego, mele, bicchieri
Come fare con la scuola chiusa da più di un mese? Alberto si è inventato il “gioco della scuola”. Dal suo giardino a Morosolo spiega matematica o fa lezioni di musica ai suoi quattro figli.
Una foto postata su Facebook è arrivata a Concita Di Gregorio, conduttrice del programma radiofonico “Cactus – Basta poca acqua” (dal minuto 32), e la giornalista di Repubblica, ex direttrice de L’Unità, ha intervistato Alberto Vis, 43enne, ingegnere elettronico e insegnante di matematica, fisica e informatica alle superiori della Scuola Europea di Varese. Vis è padre di quattro figli: uno, Leone, frequenta le scuole medie al Montello e gli altri tre, gemelli (Giona, Erika e Luna), vanno in terza elementare a Morosolo.
Argomento della chiacchierata la scuola italiana, chiusa da metà febbraio, con l’ipotesi di una riapertura estiva per tamponare il prolungato stop, e soprattutto l’idea innovativa che si è inventato Alberto.
Nel giardino della sua casa ha organizzato una vera e propria aula all’aperto, con tanto di banchi, lavagna e cattedra, con lezioni dedicate ai suoi tre studenti più piccoli con metodi innovativi, pezzettini di Lego per insegnare la fotosintesi clorofilliana, giochi matematici con i bicchieri d’acqua o una mela per spiegare le frazioni e rompicapo per spiegare i vari aspetti dell’algebra e della geometria. Ma anche musica e tanto altro.
«Il gioco della scuola piace ai bimbi, ho messo in scena una sorta di aula vera e propria, loro si sono esaltati e sono entrati nel ruolo. Sono lezioni di vario tipo, matematica soprattutto, ma anche altre materie. Le facciamo ogni giorno: mi metto il cappello e mi “trasformo” nel maestro, senza torno papà – ha raccontato Alberto a Radio Capital -. Un ingrediente importantissimo è la voglia di scuola che loro hanno, dopo oltre un mese di assenza: il gioco della scuola li ha fatti contenti».
«L’insegnamento a distanza? Dipende dall’età: i miei studenti che hanno tra i 14 e i 18 anni imparano, ho fatto un sacco di video lezioni, col programma scolastico si va avanti. Certo, manca la parte sociale, nella propria cameretta non è la stessa cosa, fare lezione in classe aggiunge una serie di aspetti indispensabili. Poi ci sono una serie di problemi enormi, la connessione ad esempio, ci sono tante persone che hanno a che fare con limiti tecnici enormi – prosegue Vis -. I più piccoli, nonostante le maestre splendide che si danno da fare in ogni modo, fanno fatica e pagano la distanza. La scuola d’estate? Io non vedo l’ora di rivedere studenti e colleghi, dipenderà molto da come sarà la situazione, ma dipende da come andranno le cose, si naviga a vista. Tutti possiamo provare a fare qualcosa di più per provare ad insegnare ai nostri bambini, senza sostituirci alla scuola. Spero di aver dato un bell’esempio da imitare».
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