Ci siamo dovuti mettere in stand by

La vita quotidiana fermata nei ricordi di Mara. "Abbiamo sospeso tutto, dal compleanno, alla partita a San Siro fino alle visite dei nonni"

san siro

La memoria mi riporta inevitabilmente al 21 febbraio quando arriva ben chiara la notizia che il covid è tra noi. Un cittadino del lodigiano è grave. La paura irrompe perché ho davanti a me l’esatta immagine di quel che sta per accadere, purtroppo!

In famiglia avevamo acquistato i biglietti per andare a vedere la partita inter samp. Era la prima volta che avremmo portato i ragazzi a San Siro, ma sabato avevamo già stabilito che non ci saremmo andati… esagerati… ci dicono tutti. I biglietti sono nel cassetto, la partita di li a poco è stata annullata, come il campionato. Purtroppo non avevamo esagerato.

Da li abbiamo iniziato a vivere una vita diversa come mai ci saremmo immaginati. Per  fortuna non abbiamo incontrato il virus da vicino. Abbiamo cercato come tutti di trovare la forza di reagire di spiegare ai nostri figli tutto in modo chiaro, ma senza terrorizzarli anche perché io continuavo a lavorare.

Nella memoria ci rimarrà l’incredibile conta di morti e malati. La solitudine immensa delle persone sia di quelle malate e sia quella dei nonni che semplicemente si ritrovavano chiusi in casa da soli e impauriti, ai quali l’unico modo per stare vicini oltre a lasciargli la spesa all’entrata di casa era fare qualche videochiamata.

Meno male che il nonno Franco ha imparato a usare il telefono! La memoria sarà quella dei 16 anni di Mattia compiuti il 25 febbraio e non festeggiati come avrebbe voluto. La camicia comprata per l’occasione è ancora lì appesa nell’armadio.

Ci siamo dovuti mettere in stand by. Fermare tutto quello che si poteva per fermare il virus. Ci saremo riusciti? Ancora una volta mi ripeto l’importante è che stiamo tutti bene; perché purtroppo molti tra noi hanno ben altri ricordi di questo periodo. E il pensiero va a loro, a chi ha perso genitori amici e fratelli; a chi lavorando ha dovuto vivere situazioni estreme; a chi ha dovuto prendere decisioni impopolari; speriamo davvero che ciò che sta accadendo ci costringa ad essere migliori di come eravamo, più generosi e più uniti.

Visto che si è ripetuto molte volte questo termine, più uniti; che la memoria non diventi labile come spesso succede.

Roberta Genoni, Busto Arsizio

 

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Pubblicato il 25 Maggio 2020
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