Non si capisce che cosa avete da gridare così tanto

Nicola ricorda i giorni della cassa integrazione e del tempo passato ad aspettare i dati del coronavirus

Varese - terapia intensiva Covid - foto di Maurizio Borserini

Al mattino del 12 di marzo la nostra ditta ci avvisa con una circolare che saremmo stati sospesi dal lavoro causa possibile problemi di contagio a data da definirsi con avviso sms e che saremmo messi in cassa.

I primi giorni di questo blocco soprattutto quando si stava a casa e si guardavano tutti i programmi che parlavano di queso virus e soprattutto i dati giornalieri puntuali alle 18,30 di ogni giorno con i morti che salivino di numero c’era un po’ di paura nascosta sdrammatizzata dai social con fumetti.

Poi ne arrivarono sempre meno i sorrisi erano amari e le morti sempre più qualcuno ha cominciato a puntare  il dito come  se potesse vincere il virus colpevolizzando chi in questo momento sta dando delle regole.

Chi ha visto la morte in faccia ed è guarito ma tornando magari capisce che ha infettato un suo caro perdendo la vita.

Non si capisce che cosa avete da gridare così tanto alle persone se non avete provato niente di niente

Nicola Faso, Malnate

 

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Pubblicato il 24 Maggio 2020
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