Sentenze, il mancato risarcimento dello Stato genera proteste
Lo rende noto Claudia Ratti, segretaria Generale di Confintesa
“Sono risultate inutili le raccomandazioni del Consiglio d’Europa e le sanzioni che l’Italia ha pagato e continua a pagare per il cattivo funzionamento delle procedure in materia di durata eccessiva dei processi”.
Lo dichiara Claudia Ratti Segretaria Generale di Confintesa F.P. in ordine al mancato pagamento dei risarcimenti dovuti ai cittadini su sentenze, passate in giudicato, che hanno riconosciuto il risarcimento per la durata eccessiva dei processi.
“Ritardi su ritardi – continua la sindacalista – da parte del Ministero della Giustizia e del Ministero dell’Economia per liquidare i cittadini che pazientemente, dopo anni, aspettano il loro risarcimento dopo essere stati costretti a sostenere la pesantezza della lungaggine processuale che è stata più volte sanzionata dall’Europa con danni all’Erario provocati proprio dai ritardi dei Ministeri. In un triste gioco di irresponsabilità circolare Il Ministero della Giustizia se la prende con l’accordo scaduto il 31.12.2018 tra il Ministero della Giustizia e la Banca d’Italia, accordo in base al quale la Banca d’Italia si occupava dell’attività di istruttoria funzionale alla liquidazione mentre il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha un arretrato di molti anni per la liquidazione di danni già accertati Insomma – conclude Claudia Ratti – a rimetterci quando lo Stato deve pagare sono sempre i cittadini, vittime di una burocrazia farraginosa che fa tanto comodo a questo Governo.
Ma Confintesa non molla e continuerà a denunciare questo assurdo scarica barile che offende lo Stato di Diritto e danneggia i cittadini colpevoli solo di chiedere ed ottenere Giustizia”.
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