Chiusure e fallimenti, il coronavirus ha dato solo la spallata finale
Nell'ultimo mese due negozi storici di Varese, Zamberletti e Upim, hanno chiuso, mentre due grandi brand del territorio, "Parah" e "Da Moreno", sono falliti
Per l’economia del territorio l’uscita dalla fase di emergenza sanitaria è stato come un brusco risveglio. Nell’ultimo mese hanno tenuto banco nelle cronache dei giornali chiusure di esercizi pubblici, alcuni con una grande storia alle spalle, e fallimenti di marchi importanti.
Bisogna però sottolineare che in quasi tutti i casi non è stata la crisi derivata dal coronavirus a causarne la chiusura. La pandemia ha dato solo la spallata finale a situazioni che erano in bilico da tempo.
Nel caso della chiusura dello storico Caffè Zamberletti di corso Matteotti si potrebbe parlare di mancata successione imprenditoriale che è sempre un momento delicato e strategico per la continuità di qualsiasi azienda, piccola o grande che sia, pertanto da preparare per tempo e con cura. Non è detto però che per realizzare il passaggio di testimone ci siano sempre le condizioni ottimali all’interno del nucleo famigliare dell’imprenditore. La signora Angela Zamberletti, figlia del fondatore e seconda generazione in azienda, dopo 65 anni di lavoro per il momento ha deciso di andare in pensione.
Chiude il Caffè Zamberletti, se ne va un pezzo di storia di Varese
Invece, nel caso del negozio a insegna Upim, che da cinquant’anni accoglieva i clienti in viale Milano, si è trattato di un mancato rinnovo di locazione dello stabile. La proprietà dello stabile avrebbe ricevuto una migliore offerta. Il negozio, che fa parte del gruppo OVS, andava molto bene ed era tra i primi cinque in Italia per dimensioni. La chiusura definitiva è prevista per questa settimana.
Nel fallimento della catena di shopping low cost “Da Moreno srl“, dove tutto costa meno, la pandemia non c’entra proprio nulla. Il lockdown, anche in questo caso, potrebbe essere stato il colpo di grazia a una situazione di difficoltà nei pagamenti che si era manifestata ben prima dell’emergenza C0vid-19. L’istanza fatta da due fornitori e la successiva dichiarazione di fallimento del tribunale di Varese dunque altro non sono che l’epilogo di una situazione precaria preesistente.
Infine c’è il fallimento della Parah srl di Gallarate (anche se il noto brand del settore abbigliamento fondato nel 1950 da Edda Paracchini e Giovanni Piazzalunga continua a vivere con una nuova società). La vecchia società aveva manifestato problemi economici ben prima dell’emergenza sanitaria, avendo nel 2019 chiesto di essere ammessa a una procedura di concordato preventivo. Durante il periodo che ha preceduto il fallimento, dunque, la Parahsol di Latina ha acquistato il ramo d’azienda e ha mantenuto la produzione a Gallarate.
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