Le opposizioni chiedono un piano economico per la palestra:”Non è il tempo della posa della prima pietra”
Movimento 5 Stelle, Samarate Città Viva e Progetto Democratico ritornano sulla palestra di via Borsi: "Serve un piano economico che stabilisca quanto i costi di manutenzione graveranno sulle casse comunali"
Le liste di opposizione di Samarate, Progetto Democratico, Samarate città viva e Movimento 5 Stelle, ritornano sulla palestra di via Borsi. Il progetto risale a otto anni fa, ma solo grazie allo stanziamento di 2 milioni di euro da parte dell’ex governo Lega – 5 stelle ha potuto avere il via libera.
Il centrosinistra (Progetto Democratico e Samarate città viva) aveva esposto dubbi e critiche riguardo alla capacità del comune di sostenere le spese, mentre Fortunato Costantino (M5S) aveva definito il progetto «monco».
«Di fronte all’avvicendarsi dei fatti sul progetto della nuova palestra di via Borsi, ci sentiamo di dover dare uno sguardo da buon padre di famiglia che deve valutare tutte le esigenze di chi vive nella sua comunità. Facciamo quindi alcune riflessioni, in modo responsabile rispetto alle esigenze di tutta la città». Ritenendola un’opera importante in quanto «luogo di aggregazione e sport che darà fiato a Samarate e alle sue associazioni», le tre liste notano l’aumento delle cifre da investire a carico della città: «Finora il comune ha stanziato 1.320.000 euro, che per le nostre casse sono già un peso non indifferente. Saranno gli ultimi incrementi di costi a carico della nostra comunità? Vediamo improvvisazioni e corsa a risolvere i problemi a suon di quattrini samaratesi».
Quanto alla manutenzione della palestra, secondo le minoranze urge un piano economico che stabilisca «quanto le spese di riscaldamento, elettricità, manutenzione e gestione graveranno sul bilancio comunale». I cinque consiglieri continuano così: «La palestra dovrà essere manutenuta e gestita. Abbiamo chiesto più volte un piano di spese e di gestione per capire quanto costerà ogni anno anno; abbiamo poi chiesto quanto questi costi impatteranno sul bilancio comunale. Non è sufficiente mettere la prima pietra e indossare l’elmetto, caro sindaco, occorre pensare come faremo a renderla sostenibile una volta terminata. Abbiamo bene in mente le immagini della tensostruttura di Cascina Costa e dell’incapacità di gestire e manutenere da parte del Comune. Tutti ricordano che il degrado e l’abbandono della tensostruttura è iniziata con il primo mandato di Leonardo Tarantino».
Preoccupati per la riduzione dei parcheggi rispetto al progetto originario, continuano così: «È evidente a tutti come, rispetto al progetto originario, sia stato ridotto in modo drammatico il numero dei parcheggi previsti: stiamo parlando di circa il 70% in meno. Cosa accadrebbe quando in quella struttura si dovessero tenere manifestazioni che riempiranno la capienza di quattrocento posti a sedere – oltre a chi starà sul campo da gioco? Quale caos si creerà nelle vie limitrofe? Oltre al fatto che, per forza di cose, si dovranno prevedere certi eventi solo quando non ci sono attività nelle scuole,
per non sommare il numero degli utenti». Il bando del bar, inoltre, prevede che il nuovo gestore dovrà sostenere da sé circa 200mila euro di spese per l’arredamento e : «Chi potrà pensare di investire su un bar che potrà operare a pieno regime al massimo due giornate a settimana? Rischiamo seriamente che resti una struttura inutilizzata e che, inevitabilmente, cadrà in degrado».
«Caro sindaco – concludono – c’è un tempo per mettersi l’elmetto e un tempo per programmare al meglio, perché la struttura sia davvero utile a tutta la città e sostenibile. Noi siamo a disposizione per cercare soluzioni, insieme ai tecnici e alle associazioni».
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