Il “Piano prudenza” di Easyjet: meno aerei su Malpensa e sospesa la base di Venezia
La contrazione della domanda, soprattutto su alcuni segmenti, spinge a ridurre di un terzo la base di Milano Malpensa, mentre Venezia viene congelata per un semestre
Easyjet si muove con prudenza, di fronte alla crisi Covid: se fin dai primi giorni dell’emergenza globale a marzo la compagnia ha voluto tranquillizzare i propri investitori, ora è arrivato il momento di fare scelte.
E dunque: la compagnia arancione chiude (provvisoriamente) la base di Venezia e riduce gli aeromobili di base a Malpensa, uno degli snodi principali in Europa continentale.
Una riduzione, quella su Malpensa, che vale un terzo: si riduce da ventiquattro a sedici le “linee di volo”, vale a dire il numero di aerei che partono ogni giorno da Malpensa (da cui il “celebre” picco del mattino) e che poi garantiscono una serie di collegamenti tra diversi aeroporti, prima di rientrare in brughiera alla sera.
Ovviamente la riduzione ricalca anche la contrazione specifica della domanda legata alla situazione nei diversi Paesi: così si sospendono le rotte da/per Spagna e Grecia, Paesi molto esposti al contagio in questo momento, mentre tutto sommato regge la domanda “domestica”, vale a dire i voli interni all’Italia (anzi: su alcune destinazioni, come la Sicilia, c’è una competizione aperta con altre low cost).
Si vola ancora, certo, ma la domanda si è contratta soprattutto su alcuni segmenti, come quelli più legati al turismo. Ne sanno qualcosa a Venezia, scalo che nel 2019 macinava 3,4 milioni di passeggeri Easyjet: qui la compagnia ha deciso lo stop fino a marzo 2021, voli al lumicino e personale in cassa integrazione (i pochi voli rimasti fanno capo ad altre basi, quindi il personale veneziano è tutto fermo).

La fortuna di Malpensa è anche che Easyjet qui ha fatto investimenti consistenti e duraturi, in particolare il centro di formazione del personale, con simulatori per Airbus, unico centro di riferimento a livello continentale.
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