“Se vogliamo tenere aperte le scuole, Ats Insubria deve rispondere”

Dopo alcune critiche nella gestione di studenti positivi all'Isis di Bisuschio, la dirigente Franz fa chiarezza e invoca maggior collaborazione da parte dell'autorità sanitaria

Bisuschio - Isis Valceresio - primo giorno aass 2019-2020

Alcuni casi all’Istituto superiore di Bisuschio creano allarme tra genitori e studenti per le modalità di comunicazione dei contagi e della quarantena: « Io non sono autorizzata a mettere in quarantena nessuno – precisa la dirigente Francesca Franz – Appena abbiamo saputo del caso, abbiamo contattato le famiglie per invitare i compagni a rimanere a casa ancora prima che fosse decisa la quarantena. Non abbiamo, però, ricevuto comunicazioni da parte dell’ente sanitario. Chiedo di poter avere una comunicazione diretta con Ats, poter avere risposte a domande e dubbi che ricevo dai genitori. Io sono pronta ad assumermi tutte le responsabilità collegate al mio ruolo, l’ho sempre fatto. Ma non posso sentirmi abbandonata. È un momento difficile e delicato, serve più collaborazione».

Il caso riguarda una classe dove il contagio ha coinvolto più di un alunno. Secondo una ricostruzione, dopo un primo tampone positivo, la notizia era circolata solo sulle chat di classe. I ragazzi si sono presentati a scuola ma erano stati mandati a casa. Dal tracciamento seguito con i tamponi, è emerso qualche altro positivo : « Una ricostruzione non veritiera. Nessuno si è presentato a scuola ed è stato mandato a casa. Noi abbiamo avvisato appena ricevuta la notizia. Tutte le scuole stanno facendo l’impossibile per garantire la salute de propri studenti e dei docenti. È il nostro impegno primario e lo stiamo attuando. Però non possiamo assumerci ruoli che non ci competono e abbiamo bisogno di un interlocutore diretto per aiutarci nelle situazioni delicate. Un numero unico per tutte le scuole non è sufficiente».

Il tema coinvolge anche la responsabilità individuale dei genitori: Ats Insubria sostiene di non poter dare comunicazione diretta del tampone positivo alla scuola senza specifica autorizzazione e che solo successivamente, con il tracciamento, interviene mettendo in isolamento i compagni. Quel lasso di tempo può essere evitato solo dal genitore che comunica direttamente alla scuola innescando le modalità di distanziamento e di didattica a distanza.

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Pubblicato il 07 Ottobre 2020
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