20.000 tamponi in due settimane: il grande sforzo di Ats Insubria per fermare il virus
Hanno potenziato la capacità di eseguire indagini e avere esiti in 48 ore. La prossima sfida sarà quella degli hot spot per distinguere i casi Covid dall'influenza
Correre più veloce del virus. In questa seconda ondata pandemica, il territorio varesino è stato particolarmente colpito dai contagi. Un’escalation dove la nostra provincia si contende la seconda posizione regionale con Monza.
AUMENTA LA CAPACITA’ DI FARE I TAMPONI
Mentre gli ospedali si organizzavano per contenere l’aumento di richiesta di assistenza, sul territorio si potenziava la capacità di tracciamento dei nuovi positivi, soprattutto quelli asintomatici: «Partivamo da un’esperienza consolidata che era quella allo scalo di Malpensa per le indagini ai rientri dai 4 paesi sindacati dal Ministero della Salute – spiega il dottor Marco Magrini, responsabile emergenza Covid di Ats Insubria – avevamo un portale dove fare richiesta in modo automatico e prenotare il tampone nelle postazioni attigue agli arrivi. Da quell’esperienza abbiamo costruito un modello che assicurasse velocità della presa in carico».
SISTEMA IN DIFFICOLTA’
L’avvio del punto scuola, con accesso automatico e responso in serata, attivato inizialmente all’ospedale di Varese, poi a Malpensafiere a Busto Arsizio e all’ospedale di Cittiglio, ha evidenziato da subito che il virus circolava molto velocemente.
Dalla metà di ottobre, il sistema di tracciamento cominciava a dare segni di cedimento e così la tempestività delle verifiche: « Noi avevamo la nostra postazione di Viale Borri che riusciva a fare circa 500 tamponi al giorno – spiega ancora il dottor Magrini – e poi c’erano le attività degli ospedali. Era evidente che non bastava. Abbiamo allora attivato, con l’aiuto della Protezione civile, il quartier generale dell’attività alle Fontanelle di Malnate. Un centro che dava la possibilità di ampliare sino a 12 postazioni. Il vero punto debole era il personale: Ats lavorava con i suoi infermieri. Poi è arrivato il personale dell’Esercito e attualmente abbiamo attivate 7 postazioni, oltre a viale Borri e a un altro punto tamponi a Cassano Valcuvia».
IL CENTRO DI FONTANELLE DIVENTA UN HUB PROVINCIALE
Dagli iniziali 576 appuntamenti assegnati il 28 ottobre scorso ( a cui aderirono 296 persone), si è passati nel giro una settimana a 900 inviti ( di cui 713 realizzati) per arrivare a superare i mille invitati il 5 novembre e i 1250 all’11 di novembre ( con 1036 tamponi eseguiti). Il trend stabilizzato, oggi, varia tra i 1200 e i 1300 al giorno nella sola postazione di Fontanelle a cui si sommano i circa 500 tamponi di via Ottorino Rossi e i 400 di Cassano Valcuvia.
IN CALO I TAMPONI LEGATI AL MONDO SCOLASTICO
« L’obiettivo che ci siamo dati era quello di individuare con tempestività i positivi così da isolarli nelle proprie abitazioni e interrompere la circolazione del virus – spiega il dr Magrini – Anche sul fronte scuola abbiamo lavorato con lo stesso obiettivo tant’è che oggi, al punto di via Monte Generoso dove stiamo facendo i tamponi rapidi per le quarantene dei compagni di classe di positivi stiamo assistendo al progressivo calo. Tra il 2 e il 16 novembre ne abbiamo fatti 3742 ma avevamo invitato 7220 studenti. La maggior parte ha preferito uscire dalla quarantena alla fine dei 14 giorni previsti».
15.563 TAMPONI ESEGUITI ALLE FONTANELLE
Nell’area delle Fontanelle, tra il 28 ottobre e il 16 novembre sono state invitate 20668 persone e sono stati eseguiti 15563 tamponi ( di cui 4547 positivi cioè il 32%), mentre in via Rossi, attiva dal 22 settembre per i “rientri dall’estero”, sono stati eseguiti 8563 tamponi di cui 686 sono risultati positivi.
APPUNTAMENTI IN TEMPO REALE
Per accedere alle postazioni di Ats Insubria , su richiesta del medico curante o attraverso il canale scuola o per fine quarantena, si accede a portali dedicati.
Gli studenti devono scannerizzare un QrCode che indirizza al sistema automatico di prenotazione, invece i medici hanno un’alternativa: « Cè il portale regionale Mainf che sta riscontrando alcune criticità perché si basa sulle disponibilità dei laboratori analisi convenzionati – spiega Magrini – qui i tempi sono davvero un po lunghi. Sul nostro portale, invece, creato appositamente da Ats Insubria, la disponibilità è immediata perché le analisi vengono effettuate in un laboratorio della Campania che ha vinto il bando regionale e con i suoi 20 macchinari garantisce esiti in 24/48 ore».
IN CAMPANIA IL LABORATORIO CHE REFERTA GLI ESITI
I tamponi eseguiti da Ats Insubria vengono portati alle 19.30 in stazione Centrale a Milano dove vengono caricati su un Freccia Rossa e spediti al laboratorio campano che restituisce gli esiti nella giornata successiva in tempo utile per inviare le risposte via email. È un percorso efficiente e validato dal punto di vista della qualità e che ha costi abbastanza elevati: circa 400.000 euro a settimana: « Solo con la tempestività possiamo battere il virus. Purtroppo, abbiamo ancora qualche criticità nel sud della provincia dove i medici ancora preferiscono utilizzare il portale regionale. Stiamo chiudendo il punto tamponi di Malpensa perchè ormai non è più necessario e ne apriremo uno a Solbiate Olona nella caserma dell’Esercito così da implementare anche il servizio offerto attualmente dall’asse Valle Olona a Malpensa Fiere dove vengono fatti circa 700/800 tamponi al giorno».
AL LAVORO PER POTENZIARE LA MEDICINA DEL TERRITORIO PRIMA CHE ARRIVI L’INFLUENZA
Avviato il sistema dei tamponi, ora Ats Insubria lavora sul potenziamento delle cure domiciliari: oltre alle USCA, ormai quasi a regime con 12 squadre nel Varesotto, si vuole aprire degli “hot spot” diffusi dove eseguire test rapidi a casi sospetti: « Stiamo organizzando un servizio di presa in carico con i medici di medicina generale in vista anche della stagione influenzale. Sarà determinante intervenire sul territorio per distinguere i casi influenzali da quelli Covid attraverso i test rapidi ».
Altro si sta preparando per potenziare la medicina del territorio e attrezzarla a fare da vero filtro per evitare gli ospedali.
L’inverno sarà lungo ma si vuole “correre più veloce del virus”.
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