Sant’Edoardo in lutto per la morte di Giuseppe Tagliabue, storico edicolante di Busto Arsizio

Da tutti conosciuto nel quartiere bustocco per la sua attività di edicola e cartoleria che per molti anni ha gestito insieme alla moglie, Laura, e al figlio Alessandro

giuseppe tagliabue

Si è spento all’età di 83 anni Giuseppe Tagliabue (a destra nella foto), storico edicolante e cartolaio del quartiere Sant’Edoardo di Busto Arsizio dove era considerato una vera e propria istituzione. Peppino, come tutti lo chiamavano, era noto anche nel mondo dei giornalai per la sua piccola ma significativa iniziativa che mirava ad individuare un santo patrono per la categoria.

Per loro aveva anche scritto una preghiera, che trovate nell’articolo sotto. Molto religioso, legato alla parrocchia e alle associazioni del suo quartiere, alpino attivo nella locale sede Ana, aveva perso la sua Laura qualche anno fa in un terribile investimento avvenuto proprio a due passi dalla loro edicola in viale Alfieri.

 

Crisi delle edicole? Ecco la preghiera del decano dei giornalai di Busto Arsizio

Il ricordo del presidente di Ascom Busto Arsizio, Rudy Collini: «Ciao Peppino, ci mancherai! Memoria storica della città e dell’Associazione commercianti di Busto e Medio Olona, sempre presente, disponibile e vicino ai problemi della sua categoria, così come in generale a tutto il mondo del commercio. Ho avuto la fortuna di averlo al mio fianco in questi anni e all’interno del nostro Consiglio Ascom, ha sempre contribuito con la sua saggezza ad aiutarci a prendere le scelte più giuste. Grazie Peppino per tutto quello che mi hai insegnato, resterai un ricordo indelebile e un esempio di virtù e valori. Riposa in pace al fianco della tua amata moglie Laura. Alla tua famiglia, un grande abbraccio, a nome di tutti noi commercianti».

Così, invece, lo ricorda l’assessore al Commercio Manuela Maffioli: « Chi è nato a Sant’Edoardo ti ha conosciuto prestissimo, nel quotidiano approvvigionarsi di quaderni, pennarelli, matite, gomme profumate e figurine e libri e oggetti colorati di ogni genere. La tua cartolibreria, che qui ancora tutti chiamiamo “Cittelli”, era la prima meta nella prima conquista dell’indipendenza, dell’uscire da soli di casa. Chi in questo quartiere invece si è trasferito, non può non essere passato da te, da voi. Venire in negozio, in tempi di pre-pandemia, ha sempre significato qualcosa di più dell’acquisto: nel quartiere senza la piazza era punto di ritrovo, di incontro, confronto, dialogo, commento, nuove conoscenze. Era il centro della “notizia”. Passerà la pandemia e tornerà ad esserlo. E torneremo a ritrovarci lì. A confrontarci, a scambiarci notizie, a discutere. Penseremo a te, a tutte le battaglie combattute fino all’ultimo, poche settimane fa. Ai tuoi entusiasmi. Ai tuoi progetti per il quartiere e la città. Alla tua ruvida bontà d’animo, che ti faceva commuovere quando citavi la tua ‘Preghiera’. E guarderemo le viole che hai amorevolmente piantato e accudito per Laura. Con la quale, dolce consolazione, vogliamo pensarti ora.Ciao Peppino. E grazie, nè!»


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Pubblicato il 19 Novembre 2020
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