“Altro che chiusura: il Montevecchio va rilanciato”
La prospettiva di una chiusura dell'ente di diritto privato non convince un gruppo di ex amministratori di centrosinistra: "Nei primi anni la Fondazione ha funzionato". E il gruppo porta tre proposte
Il passaggio in consiglio comunale, nuovo passo verso la chiusura della Fondazione Montevecchio, ha rilanciato l’ormai decennale dibattito sul destino dello strumento giuridico e su quello dell’edificio stesso, divenuto ormai un simbolo collettivo della città di Samarate.
Dopo il consiglio e le dichiarazioni del presidente Eliseo Sanfelice (entrato in Fondazione Montevecchio con l’indirizzo di chiuderla), interviene ora un gruppo di ex amministratori, con un contributo sulla storia e le prospettive.Riceviamo e integralmente pubblichiamo
Oggi a Samarate qualcuno inneggia alla prospettiva di chiudere la Fondazione Montevecchio proprio nel momento in cui bisognerebbe fare il contrario: rafforzarla, rilanciarla con un Consiglio di Amministrazione adeguato.
Alcune domande e riflessioni.
Perché nel 2005-2010 era nata la Fondazione Montevecchio?
Perché dopo i primi 15 anni successivi all’acquisizione da parte del Comune della villa abbandonata (1976), dove le amministrazioni comunali avevano investito risorse per restaurala e gestirla con iniziative ed eventi continui, il tutto era scemato in un progressivo abbandono giustificato dalla mancanza di risorse economiche e organizzative.
L’idea quindi della Giunta di allora, sindaco Vittorio Solanti, fu quella di ricorrere ad una forma organizzativa pubblica, non profit, quale quella di una Fondazione Comunale, per trovare uno strumento agile, di gestione di un bene pubblico che potesse valorizzare la villa e riuscisse a recuperare risorse per la sua manutenzione.
Per i primi 3-5 anni fu esattamente così. La Fondazione ogni anno raccoglieva risorse che portarono ad es. al restauro di un piano intero, il secondo, del piano interrato invaso dall’umidità anche dopo il primo restauro del ‘76, etc. Con sostegno inoltre del personale della fondazione (una persona) e di lavoratori disoccupati socialmente utili, si arrivò non solo ad organizzare corsi ed attività a tutte le ore e giorni della settimana, ma anche a restaurare mobili antichi, tuttora funzionanti etc..
Il connubio con l’amministrazione comunale era perfetto: come da convenzione l’amministrazione anticipava le spese di gas, elettricità e pulizie (circa 30.000€ l’anno), la Fondazione pur potendo restituire questi soldi, d’accordo con l’Amministrazione li investiva in opere di restauro che costavano tre volte tanto.
Più interesse pubblico di così? Semplicemente si poteva decidere velocemente ed operare con efficacia. La fondazione inoltre oltre ad organizzare attività proprie, secondo il regolamento comunale, metteva a disposizione gli spazi per le associazioni Samaratesi in maniera del tutto gratuita.
Questa felice esperienza rallentò nel 2010-15 a seguito della crisi finanziaria iniziata nel 2008. Il venir meno di apporti significativi da parte di Aziende private: Gementi, Agusta, Adecco, etc. in ordine di importanza, diventò un problema. La presidenza di Tiziano Zocchi che sembrava poter invertire la situazione, si arenò con la sua elezione a Consigliere Comunale. (Il Presidente della Fondazione non può essere consigliere comunale, assessore o Sindaco).
Oggi si dice che la Fondazione ha problemi finanziari, debiti ? Ci piacerebbe conoscere quanti e perché ?
Per il futuro secondo noi andrebbero fatte almeno tre cose:
*Rilanciare l’identità della villa e del suo parco come luogo di grande qualità attraverso un programma di attività sul medio termine, comprensivo della ricerca storica e culturale
*Recuperare fondi per la sua manutenzione in modi diversi: attività di rappresentanza (matrimoni, battesimi, cene, eventi aziendali, etc.). Partecipazione a bandi pubblici per ottenere finanziamenti destinati alle realtà culturali locali. Coinvolgere aziende per usufruire del bonus fiscale per finanziamenti alla cultura.
*Costituire una associazione di cittadini samaratesi “Amici della Villa Montevecchio” che attraverso un contributo annuale di ciascun associato possa garantire un sostegno certo tutti gli anni. Una sorta di azionariato popolare con il quale si reggono ancora oggi i nostri circoli nati alla fine dell’800 inizio del’900. In tutto questo le Associazioni Culturali esistenti nel comune potrebbero avere un ruolo molto importante ad es. partecipando alla definizione del programma pluriennale comprensivo anche delle loro iniziative. Gestendo attività di valorizzazione del verde come già sta facendo l’associazione IRIS, etc. ed entrando anche nella Associazione Amici della Villa e nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione.
Queste strategie erano state condivise dal primo e secondo CdA, dal Collegio Sindacale e dal personale della villa, andrebbero riprese nominando un nuovo CdA che creda nella strumento della Fondazione Pubblica come strumento di rilancio della villa e del suo parco.
L’amministrazione vuol fare tutto da sola ? Metta progetti, risorse finanziarie e personale e potremmo crederci. Villa Montevecchio è il bene più bello esistente nel comune di Samarate, meriterebbe un impegno straordinario.
Altrimenti hanno ragione chi anche tra le associazioni, sostiene che la villa già in stato di parziale abbandono rischia un definitivo degrado.
Giovanni Magnaghi primo vice Presidente
Emilio Paccioretti primo Presidente
Vittorio Solanti Sindaco 2005
Cesare Stefanazzi Capogruppo 2005
Fausto Zocchi Volontario da sempre
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