Brunini (Sea): “Chiudere Linate, temporaneamente, finché ci sono le restrizioni”

Il traffico è ridottissimo, ma Milano ha ancora due aroporti aperti: un problema per le casse di Sea. "Malpensa, che ha gestito il picco del picco nel 2019, con i numeri di oggi non avrebbe problemi"

linate pista notte

«Chiudere Linate, temporaneamente, finché permangono le restrizioni». L’ad di Sea Armando Brunini lo chiede al nuovo governo, mentre il mondo dell’aviazione civile fa i conti con dodici mesi di crisi Covid.

Brunini ribadisce la richiesta di fronte a una platea tendenzialmente favorevole, in audizione al consiglio comunale di Gallarate, nel territorio di Malpensa.

«Non abbiamo ancora intenzione di chiudere per sempre Linate» chiarisce subito. «Ma in questo momento è un enorme spreco di risorse». È un peso per i bilanci di Sea, prima di tutto, che lo scorso anno ha “bruciato” quasi duecento milioni di euro di cassa, dentro alla vasta crisi dell’aviazione. Ma Brunini lo ribadisce anche guardando all’impegno di risorse pubbliche: «Anche se avessimo ristori al 100% – e non li abbiamo – sarebbero comunque soldi sprecati».

Nel quadro di enorme contrazione del traffico passeggeri, Malpensa sarebbe oggi sufficente. «Se Malpensa ha retto egregiamente con il picco del picco (il “bridge”, la chiusura per lavori di Linate, estate 2019, ndr), non vediamo il problema oggi»

«Abbiamo chiesto un incontro al ministro, su questo. Il precedente ministro e Enac in buona fede ritenevano che la crisi fosse finita e hanno riaperto Linate la scorsa primavera, ma ora siamo ancora dentro alla crisi. Ovvio che non c’è motivo di non riaprire dopo la crisi, ma ora non c’è motivo per non chiudere».

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In prospettiva Linate riaprirebbe comunque, ma «deve essere esclusivamente City Airport» ha chiarito il numero 1 di Sea. Che per orientare lo spostamento verso Malpensa pensa a una «regolamentazione più stretta» a livello governativo. Incalzato sull’ipotesi (già avanzata in anni passati) di tariffe differenziate che rendano più costoso l’uso di Linate alle compagnie, dice che non lo esclude,  «ma è molto difficile».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 25 Febbraio 2021
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