StregaVarese: la storia di due orfane “senza esserlo” in Cara pace di Lisa Ginzburg
La recensione del romanzo semifinalista al Premio Strega 2021, Cara Pace di Lisa Ginzburg, per il progetto StregaVarese. Ginzburg traccia la storia di una disgregazione famigliare cui due sorelle, Nina e Maddalena, reagiranno sviluppando un rapporto simbiotico e di lontananza al tempo stesso
La penna di Lisa Ginzburg in Cara pace traccia la storia di una non famiglia o, perlomeno, di un nucleo composto solo da due sorelle: Maddalena e Nina, che vivono parte della loro infanzia e adolescenza in un appartamento a Villa Pamphili, a Roma, senza genitori; non a caso le due si definiscono “orfane senza esserlo” per davvero.
La crepa che fa sgretolare la fragile famiglia è la fuga di Gloria, la madre, che lascia il marito Sebastiano e scappa di casa. Questo evento traumatizzerà per sempre Nina e Maddalena sotto il segno della perdita e dell’abbandono: cercheranno di sopperire a questo senso di vuoto con un rapporto simbiotico da una parte e con un necessario allontanamento dall’altra.
Il padre, un fotografo che gira l’Italia per lavoro, attua una vendetta contro Gloria, riuscendo a ottenere la custodia delle figlie; in seguito decide di sistemare in un appartamento le figlie, che vivranno insieme alla tata francese Mylene, unica adulta ad orbitare nel corso della loro crescita e formazione. Grazie alla sua presenza, Maddalena e Nina riusciranno a sviluppare una routine di vita e due diverse modalità di reazione al dolore: Maddalena con la calma, la stabilità e la fermezza; Nina invece incarnerà la velocità, la volubilità e la passione.
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La loro routine sarà interrotta dalle uscite domenicali con la madre – stabilite dal giudice al momento del divorzio – e dall’arrivo, ogni weekend, del padre, sempre affannato e incurante di essere solo un ospite nelle vite delle due figlie.
Maddalena: una narratrice affidabile?
Lisa Ginzburg sceglie di affidare la storia a Maddalena, voce narrante che si presenta ai lettori come solida, ferma e irremovibile nelle proprie decisioni: traccia di sé il ritratto di moglie e madre oculata e affidabile, dopo essere stata una sorella maggiore moderata e tranquilla, senza mai l’ombra di un cedimento. Si descrive come la roccia di Nina, più emotiva e inafferrabile, impulsiva e poco ragionevole.
Organizzando un viaggio a Roma, Maddalena ripercorre la loro storia: racconta come entrambe hanno lasciato la capitale – lei si è trasferita a Parigi, Nina a New York – frapponendo tra loro e il dolore del passato una necessaria distanza. Il legame fra sorelle, invece, non viene a mancare nonostante le separi un oceano: i contatti si diradano e avvengono tramite messaggi su Whatsapp o veloci telefonate, ma costituiscono un potentissimo fil rouge in grado di unirle.
L’io narrante indaga in maniera tersa e limpida quei duri e lontani anni, così pieni di dolore e così diversi dalla stabilità famigliare acquisita grazie al matrimonio con Pierre.
La focalizzazione è incentrata sulla vita in quell’appartamento sul lungo il Tevere, in cui è nato il rapporto simbiotico e per questo salvifico con la sorella. Non c’era un posto stabile per gli adulti nella loro vita; i genitori, soprattutto il padre, sono comparse periodiche nelle loro vite, ombre inafferrabili sia nelle loro azioni sia nelle loro intenzioni. Nonostante ciò, la parola di Maddalena non si arma di condanna o rancore: il tutto è dominato da una apparente accettazione degli eventi passati – insieme al dolore generato – e da una profonda capacità di domino del proprio vissuto. Infatti, di Gloria e Sebastiano non vengono proposte delle disamine psicologiche, in quanto rimangono dei personaggi sfuggenti che non partecipano attivamente alla vita delle figlie: sono presenze saltuarie, specialmente il padre.
C’è un occhio di riguardo, da parte della narratrice, nei confronti della madre: i lettori assistono a un percorso di ascesa professionale e sentimentale più duraturo e soddisfacente dell’ex marito, che invece risulta corroborato dai ritmi frenetici di Milano e dalla sua stessa vendetta contro l’ex moglie. Gloria sboccia e diventa sempre più luminosa, sicura di sé e affascinante acquistando la sicurezza, la felicità e il successo che quando era sposata con Sebastiano non aveva.
Una volta tornata a Roma, però, la corazza di stabilità e sicurezza di Maddalena sembra infrangersi, dimostrandosi molto diversa da come si era presentata ai lettori per tutto il corso del romanzo. “Chi è la vera Maddalena?”, la domanda sorge spontanea mentre Maddalena sembra lasciarsi andare alla passione e all’impulsività tipiche di Nina, come se volesse suggellare l’identità inscindibile con la sorella minore.
Scheda libro
Titolo: Cara pace
Autrice: Lisa Ginzburg
Casa editrice: Ponte alle Grazie, 2020
Prezzo di copertina: 15€
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Come andare oltre la mera recensione e spingermi a riempire ulteriormente la mia libreria. L’idea di parlare del Premio Strega in questo modo è super stimolante!