New York, cercasi pifferaio magico per guerra ai topi

A New York, due milioni di ratti hanno invaso i parchi, le strade, la metro, i ristoranti. Le hanno provate tutte per mitigare la loro presenza. Niente da fare

topo ratto pixabay

“Com’è andata a New York nel tuo viaggio di recupero post-pandemia al ponte dell’Immacolata?”, chiedo alla collega. Con gli occhi scintillanti: “Fantastico: le viste dalle cime dei grattacieli sono impagabili, lo shopping e l’atmosfera prefestiva uniche e le persone gentilissime. Ci sono due altre cose indimenticabili. L’odore pungente e dolciastro del fumo di canne è ovunque, come i topi”. Invasione di topi a Napoli, Roma, Genova, Trieste, Busto Arsizio. Anche se contarli non è facile (c’è chi ne stima 120 milioni in Italia), c’è la sensazione chiara che la diffusione dei roditori nei centri urbani (e a volte all’interno delle abitazioni) sia aumentata in maniera esponenziale negli ultimi anni. Non è solo un problema italiano, tutt’altro.

In Nuova Zelanda ci sono luoghi così infestati che sono stati reclutati persino i bambini delle elementari per combatterli. A New York, due milioni di ratti hanno invaso i parchi, le strade, la metro, i ristoranti. Le hanno provate tutte per mitigare la loro presenza. Ghiaccio secco nei nidi. Pattugliamento di volontari coi cani. Aironi nei parchi. Trappole e veleni. Il catino acchiappa topi. Niente da fare.

Pillola storica. I ratti non sono originari del Nord America, ma sono presenti a New York dal 1700. La popolazione di ratti della città è dominata dal ratto norvegese, Rattus norvegicus, un ratto bruno originario della Cina (sempre loro…), ma diffuso in tutto il mondo dai velieri norvegesi. Secondo la Columbia University, i ratti norvegesi arrivarono negli Stati Uniti su barconi intorno al 1776, trasportati in casse di grano da soldati tedeschi reclutati dagli inglesi per combattere i coloni americani. Non c’è da fidarsi neanche dei tedeschi.

Eric Adams, il sindaco della Grande Mela, è riuscito per un pelo ad evitare una multa salata per non aver eliminato adeguatamente i topi da casa sua. Ora sta cercando uno czar della lotta ai topi con un’inserzione che ha il sapore della battaglia del secolo. “Nonostante la loro strategia di incantamento pubblico e la presenza sfacciata sui social media, i topi non sono nostri amici. Sono nemici che devono essere sconfitti dalle forze unite del nostro governo cittadino. I topi di New York sono famosi per essere astuti, voraci e prolifici, leggendari per le loro capacità di sopravvivenza, ma non governano questa città. Lo facciamo noi e vinceremo la guerra. Cerco una persona che abbia le competenze, l’esperienza pluriennale e, soprattutto, la spinta, la determinazione e l’istinto omicida necessari per combattere il vero nemico: l’inesorabile popolazione di ratti di New York City”.

Stipendio: 150 mila dollari. I topi hanno un’intelligenza e capacità adattive molto elevate. Ergo, è improbabile che perdano la guerra. Moto Topo, Geronimo Stilton e, ovviamente, Topolino, il mondo dei fumetti abbonda di esempi che evocano l’abilità, scaltrezza, senso di osservazione dei piccoli roditori. Cos’hanno di speciale? Questi animali vivono negli stessi territori in cui vive l’uomo, ma senza vincoli di dipendenza diretta. Gli etologi li chiamano mammiferi commensali, proprio perché mangiano gli stessi cibi che consumiamo noi. La missione di vita di ogni topo è stabilire una fonte di cibo costante. Non amano nutrirsi di avanzi irregolari. Nelle città la frazione organica dei rifiuti rappresenta la principale fonte di sostentamento per le popolazioni di topi e ratti. Il corretto utilizzo dei materiali, il rispetto degli orari e modalità di gestione di questa parte della raccolta differenziata è fondamentale. Quando trovano un buon posto per nutrirsi, rimangono lì e iniziano a riprodursi. Le femmine di ratto danno alla luce circa cinque cuccioli ogni 21 giorni. Il rischio di crescite esponenziali è sempre in agguato. I gatti di una volta non ci sono più e nemmeno i pifferai magici. Bisogna intervenire e prevenire.

Nonostante le fake news, sappiamo che non portano il Covid, ma sono vettori pericolosi di malattie batteriche e no, spesso gravi, come la salmonellosi e leptospirosi. È bene in generale servirsi dei servizi di derattizzazione, perché eliminarli, tranne che nei casi più limitati, non è per niente facile. Il campanello d’allarme sono le minuscole feci scure, di forma oblunga e con le estremità appuntite. Quando le troviamo, è tempo di aprire le ostilità. Le proverbiali trappole per topi, in realtà, funzionano poco solitamente. Anche le migliori esche avvelenate non superano il sistema di apprendimento. I topi più deboli e quindi affamati ci cascano, ma vengono osservati dai ratti dominanti, che imparano che se i topi che hanno mangiato l’esca si ammalano o muoiono, insegnano a tutti gli altri a stare alla larga. La strategia più efficace è chiudere i passaggi e le vie di comunicazione.

Sono simili agli uomini, ma hanno il vantaggio di non soffrire di claustrofobia. Possono entrare nelle nostre abitazioni tramite ventole e prese d’aria, fori per tubazioni e cavi elettrici, crepe nei muri e nel tetto. Ma attenzione, non si chiamano roditori per caso. Tutti i tipi di topi hanno una dentatura micidiale e infinita, nel senso che i loro denti, consumandosi nel costante utilizzo, ri-crescono per tutta la vita. Possono rodere anche il cemento, essendo più forti del ferro. Quindi bisogna usare reti metalliche a maglie strette di 0,6 x 0,6 centimetri in acciaio. Il sistema sensoriale dei topi è molto avanzato per cercare cibo e difendersi dai predatori. Combina udito e odorato finissimi con vista notturna e il sesto senso, quello delle vibrazioni. È necessario attaccare i loro canali di comunicazione. I ratti acquisiscono informazioni tramite l’olfatto. Quando i topi urinano, comunicano. Gli odori dicono loro chi è malato, chi è vecchio, chi è in calore. Ecco perché dopo aver sloggiato una famiglia, il giorno dopo un nuovo gruppo si trasferisce. Sentono l’odore dei feromoni dei ratti precedenti, non vedono alcuna attività e pensano che il posto sia libero. Una delle soluzioni per bonificare le aree infestate è la candeggina. Per quanto i topi amino il cibo, se spruzziamo candeggina all’interno e all’esterno del sacco della spazzatura avranno la percezione che tutto sia velenoso. Dato che non possono rigurgitare, devono stare attenti a ciò che mangiano ed eviteranno di attaccare i sacchi.

I disabituanti naturali a base di oli essenziali repellenti sono un’altra alternativa. Uno fra i più efficaci è quello di canfora, che va strofinato nelle zone dove sono stati individuati i segni di passaggio dei roditori; i topi odiano anche il bicarbonato di sodio, che va sparso nelle zone incriminate. “Ero molto orgoglioso del mio dono… finché papà non mi assegnò un compito… esatto, fiuta- veleni. Se è vero che noi siamo ciò che mangiamo, io volevo mangiare solo roba genuina ma per mio padre “Il cibo è carburante: se fai lo schizzinoso su quello che metti nel serbatoio finirai a secco, quindi mangia la tua spazzatura”, dal film cartone animato Ratatouille.

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Pubblicato il 18 Dicembre 2022
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