La millenaria casa di Castelseprio riemersa dagli scavi sarà visitabile
Presentati i risultati degli scavi archeologici dell'università Cattolica. Con un'importante novità per i visitatori
Il 25 giugno il parco archeologico di Castelseprio – Torba ha raggiunto il traguardo dei primi dieci anni dall’inserimento del sito fra i beni Unesco. Un luogo che permette di immergersi nella storia e di addentrarsi fra le testimonianze del passato.
Una casa nel borgo
A regalare una preziosa novità a tutti i visitatori che esploreranno il parco archeologico è il gruppo di ricerca dell’università Cattolica guidato dal professor Marco Sannazaro: lui e i suoi collaboratori hanno concluso un intenso mese di scavi: «Per festeggiare il decennale, abbiamo pensato di terminare il nostro intervento senza coprire una delle aree su cui abbiamo lavorato».
«Per l’esattezza i resti di un contesto abitativo del borgo, al di fuori delle mura del castrum – nella quale è stata rimessa in luce la casa di XII-XIII secolo con le possibili preesistenze – saranno visitabili da chi si recherà a Castelseprio» ha svelato il professore. «In questo modo aggiungeremo un elemento di novità per i visitatori, che potranno davvero comprendere come santa Maria Foris Porta non si trattasse di una chiesa isolata, ma intorno vi fosse un borgo vivo».
Un modo, dunque, per addentrarsi nella storia e guardare da vicino il risultato del lavoro della ventina di studenti di archeologia che nel mese di luglio si sono dedicati a quest’ area della valle Olona.
Il gruppo di lavoro dell’università Cattolica impegnati a CastelseprioI risultati della campagna di scavo sono stati presentati giovedì 29 luglio in una serata in cui i cittadini sepresi e il pubblico intervenuto hanno davvero potuto toccare con mano la passione che anima questi ricercatori.
«Ciò che ha sempre guidato le nostre ricerche è stata la volontà di andare oltre l’epoca longobarda, seguendo il filo conduttore che ha guidato il sito nel tempo – ha evidenziato il professor Sannazaro – fra i ritrovamenti, infatti, abbiamo tracce anche di una casa di epoca Gota, quindi del V-VI secolo d.C.».
La serata ha permesso una vera e propria immersione nel lavoro di ricerca e anche chi non mastica troppe nozioni di storia e archeologia ha potuto comprendere come procede uno scavo. Non solo, dunque, una carrellata di foto e nozioni, ma la spiegazione di come l’archeologo si muova per comprendere ciò che emerge dal terreno.
Gli studenti di archeologia a Castelseprio, fra maltempo, serate di studio e bar
I primi braccialetti di epoca longobarda
Differenti gli oggetti emersi dallo scavo: fra gli altri, un’ascia da carpentiere, resti di ceramiche invetriate, un puntalino da cintura e alcune monete.
Alcuni degli oggetti rinvenuti durante gli scavi
Proprio le monete rappresentano un fatto curioso: risalenti in realtà al secondo secolo d.C., presentano dei fori. A cosa servivano? E come è possibile che in un sito di epoca successiva siano state rinvenute monete più antiche?
Le monete che presentano il piccolo foroIl professor Alessandro Bona, fra i relatori della serata, ha spiegato l’anomalia.
«Queste monete, ormai datate per l’epoca longobarda, non avevano una funzione “economica”, ma uno scopo esornativo. Venivano bucate e infilate in un cordino, evidentemente andato perduto, e si trasformavano in braccialetti o cavigliere, quindi con la funzione di abbellire chi le indossasse».
E’ stato inoltre spiegata la modalità di collocazione temporale di alcuni oggetti: un recipiente con alcune righe è stato datato grazie alla tipologia di righe presenti sulla sua superficie. Scavi precedenti avevano infatti permesso di conoscere le modalità decorative dei recipienti di una data epoca.
Un focolare e l’uscio di ingresso della casa
Tanti gli oggetti riemersi, ma novità anche nello studio degli ambienti, che, grazie alla campagna di quest’anno, sono stati meglio individuati e compresi. Fra le novità emerse, i resti di un focolare in una delle stanze e i resti di quella che dovrebbe essere la cresta di muratura di un angolo, riconducibile al limite esterno della casa.
«Fino ad ora erano stati rinvenuti solo materiali deperibili, utilizzati all’interno, come il legno, ma quell’angolo ha permesso di scoprire il limitare esterno della casa, quindi con materiale più resistente» hanno spiegato i ricercatori.
Sarà proprio questo uno dei punti di partenza della prossima campagna di scavi. A guardare l’attenzione del pubblico presente giovedì sera a Castelseprio, sembra che tanti cittadini e appassionati di storia e arte, attendano frementi di saperne di più.
TAG ARTICOLO
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Dai che ora vi farete un sacco di selfie per instagram.