Lo “strano caso Piccolomo“ sabato sera a Un giorno in pretura
Il processo per la morte della moglie di Giuseppe Piccolomo, accusato di omicidio, fermato in appello a Milano secondo il principio del ne bis in idem

Testimoni, parenti, soccorritori e accusatori che raccontano di una morte terribile.
Un fatto che per la giustizia fu incidente stradale ma per i pubblici ministeri che inquisirono Giuseppe Piccolomo – già in carcere all’ergastolo per l’omicidio di Carla Molinari consegnandolo alle cronache come il killer delle mani mozzate -, le figlie che lo accusarono, e per i giudici che lo condannarono invece no, anche se per ciò che accadde a Caravate nell’inverno del 2003 Piccolomo ha già saldato il suo conto con la giustizia con un patteggiamento, tre anni dopo: la morte, bruciata viva, della moglie Marisa Maldera fu un incidente stradale.
Una vicenda che venne nuovamente riesumata dai magistrati di Milano che fecero tornare questo imbianchino originario di Corato sul banco degli imputati, condannato all’ergastolo dalla corte d’Assise di Varese, pena annullata in Appello a Milano per il principio del ne bis in idem: non si può venir condannati due volte per lo stesso fatto.
Una temperie giudiziaria che verrà ripercorsa con la consueta dovizia di immagini e spiegazioni nel corso della celebre trasmissione “Un giorno in pretura” in onda sabato prossimo in seconda serata, su Rai3.
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