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Un’estate di scavi archeologici a Castelseprio
Uno sguardo all'indietro su quanto è stato scoperto questa estate grazie alla campagna di scavi a Castelseprio, che ha coinvolto quattro università
Due mesi di lavoro al parco archeologico di Castelseprio. Per tutta l’estate si sono succeduti studenti italiani ed altri provenienti da diversi stati europei: c’erano dei giovanissimi alle prime armi, altri più esperti e i loro professori, con alle spalle decenni di campagne di scavi. Tutti, uniti da una grande passione per Castelseprio e cosa rappresenti anche oggi per la ricerca archeologica.
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Il decennale del riconoscimento del sito come patrimonio Unesco non avrebbe potuto essere festeggiato in modo migliore: quattro università hanno puntato energie e attenzione verso questo luogo, regalando nuove informazioni alla conoscenza che attualmente si possiede dell’area e di chi la abitò centinaia e centinaia di anni orsono.
Sara Masseroli, soprintendente archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincia di Varese e responsabile del Parco Archeologico e dell’Antiquarium di Castelseprio, a fine giugno lo aveva promesso: «Ciò che abbiamo fatto e continueremo a fare è dare valore alla conoscenza. Grazie alla collaborazione con diverse università, siamo pronti a ricominciare con gli scavi, alla ricerca delle testimonianze del passato del sito».
Ed ora, con il sopraggiungere dell’inverno, lo sguardo volge indietro a quanto fatto in questi mesi. Un lavoro eterogeneo, con un tratto distintivo: gli scavi sono stati aperti alla cittadinanza, con lo scopo di coinvolgere i residenti in valle Olona e in tutta la provincia, attraverso visite guidate e collaborazioni con le scuole. A coordinare gran parte delle visite il gruppo Archeologistics, che si impegna in tutto il territorio del varesotto per promuovere la conoscenza dei luoghi di interesse storico archeologico di cui la provincia è ricca.
![Mappa Castelseprio](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/11/valle-olona-1262963.610x431.jpg)
Ecco una carrellata di quanto realizzato dai diversi team universitari, con la spiegazione del lavoro svolto e il dettaglio di quali aree del parco archeologico sono state approfondite da ciascun gruppo.
Casa Piccoli: Unità operativa diretta da Vasco La Salvia (Università di Chieti)
12/25 luglio
Il team di ricerca dell’Università di Chieti-Pescara ha iniziato le attività di ricerca sul campo il 12/07/2021 presso Casa Piccoli, e comprendeva il Direttore scientifico Prof. Vasco La Salvia, il direttore del cantiere Dott. Marco Moderato e un gruppo di studenti magistrali. Gli scavi presso San Giovanni, la casa torre presso San Paolo (“casa Piccoli”) e presso la Casa Forte fanno capo a un progetto unitario e integrato, coordinato dal professor Gian Pietro Brogiolo. Ecco la sintesi dei lavori di ricerca:
![Castelseprio la salvia Chieti](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/11/valle-olona-1262946.610x431.jpg)
«Nel 2021, date le particolari condizioni sanitarie, ci si è posti l’obiettivo di una campagna di scavo esplorativa. Il contesto di Casa Piccoli era già stato parzialmente indagato negli anni ’70 del Novecento ed era stato interessato da lavori di restauro nel decennio immediatamente successivo; pertanto si è reso necessario un attento studio preliminare sia della documentazione esistente, sia dello stato attuale della struttura e della stratificazione, fortemente disturbata dagli interventi moderni. La campagna di scavo di due settimane si è, quindi, concentrata sulla rimozione degli strati più recenti, in particolare di quelli formatisi contestualmente e in seguito alle attività già intercorse, per arrivare a mettere in luce una situazione non ancora disturbata da attività recenti.
I primi risultati di quest’indagine, in maniera assolutamente preliminare, hanno evidenziato la presenza delle ‘fondazioni’ alto medievali del perimetro dell’ambente maggiore di Casa Piccoli e, soprattutto, una frequentazione di un certo rilievo ascrivibile all’epoca pienamente medievale. Essa è attestata da alcuni lacerti di un piano pavimentale, rinvenuto purtroppo solo in maniera parziale, nell’ambiente più grande fra quelli indagati quest’anno. Ciò sembra confermare, in modo del tutto preliminare, l’importanza di questo luogo per i secoli centrali del medioevo, che fanno ipotizzare la presenza di un edificio di prestigio, forse a due piani, descritto, ancora nel 1841, come una “torre che servì di fianco alla chiesa di San Paolo.” Un altro elemento di interesse è la presenza di indicatori delle attività metallurgiche (scorie e scarti di lavorazione) che tuttavia, fino a questo momento, in discordanza con quanto riferito dal Piccoli negli anni precedenti, non sembrano essere affiancati dai resti delle relative strutture produttive. A tal proposito, solo il proseguire dell’analisi del contesto di Casa Piccoli, potrà contribuire in modo significativo a chiarire la sequenza dell’intero edifico e il variare delle sue funzioni interne, tra cui particolarmente importante è l’attività metallurgica. Fra i materiali portati alla luce nella presente campagna di scavo, assieme ad una serie di reperti ceramici, assai frequenti a Castelseprio, di orizzonte alto medievale, è da sottolineare il rinvenimento di due vaghi di collana in pasta vitrea piuttosto particolari per tipologia, forma e cronologia (VI secolo d.C.) che parrebbero confermare l’importanza economico-commerciale del Seprio anche durante questo periodo».
![Castelseprio la salvia Chieti](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/11/valle-olona-1262947.610x431.jpg)
Il borgo: Unità operativa diretta da Marco Sannazzaro (Università Cattolica – Milano)
Due le fasi di ricerca del gruppo: prima, con una campagna estiva, dal 5 al 31 luglio, poi con una autunnale, dal 4 al 15 ottobre.
«Negli scavi del 2019 abbiamo riconosciuto i muri perimetrali di una stanza, realizzata in pietra, con un focolare al centro dell’ambiente, dove evidentemente venivano preparati i cibi e che serviva per il riscaldamento. Quanto raccolto ci ha portato a pensare che si tratti delle ultime fasi di vita del castello, quindi all’epoca basso medievale, intorno al 1287 (quando viene conquistato da Ottone Visconti e la gente è costretta ad andar via, lasciando le case). Fra le novità emerse, i resti di quella che dovrebbe essere la cresta di muratura di un angolo, riconducibile al limite esterno della casa. Negli scavi precedenti erano stati rinvenuti solo materiali deperibili, utilizzati all’interno, come il legno, ma quell’angolo ha permesso di scoprire il limitare esterno della casa, quindi con materiale più resistente».
![Scavi Castelseprio 2021](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/07/generica-2020-1239699.610x431.jpg)
Fra le novità di quest’anno, anche il “dono” fatto a chi visiterà il parco archeologico: «I resti di un contesto abitativo del borgo, al di fuori delle mura del castrum – nella quale è stata rimessa in luce la casa di XII-XIII secolo con le possibili preesistenze – saranno visitabili da chi si recherà a Castelseprio. In questo modo aggiungeremo un elemento di novità per i visitatori, che potranno davvero comprendere come santa Maria Foris Porta non si trattasse di una chiesa isolata, ma intorno vi fosse un borgo vivo».
La millenaria casa di Castelseprio riemersa dagli scavi sarà visitabile
Di questi risultati, i ricercatori hanno parlato durante una serata aperta al pubblico, in cui i presenti hanno potuto addentrarsi nella vita degli archeologici a Castelseprio, ricevendo informazioni su quanto emerso, ma non solo: Sannazzaro e il suo gruppo hanno raccontato delle difficoltà di affrontare gli scavi durante il maltempo o incontrando impedimenti di diverso genere. A farli continuare senza tentennamenti, una forte passione, ravvisabile in ciascuno. La campagna autunnale, guidata dal professor Leonardo De Vanna, ha permesso di definire gli assetti planimetrici dell’edificio basso-medievale e con l’acquisizione di maggiori informazioni sul piano di calpestio e sull’ingresso esterno.
Chiesa di san Giovanni: Unità operativa diretta da Alexandra Chavarria (Università di Padova)
23 agosto /17 settembre
«L’obiettivo dello scavo, è stato quello di comprendere la planimetria originaria della chiesa di san Giovanni, la sua datazione e le successive fasi che ci sono state nel corso del tempo, così come la sua struttura liturgica. E’ stata individuata una consistente fase cimiteriale che occupava tutta l’area orientale della chiesa. Sono emerse anche consistenti tracce di un insediamento protostorico-preromanico di indizi una chiesa precedente».
![Castelseprio Università di padova](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/11/valle-olona-1262962.610x431.jpg)
Il lavoro di scavo è stato seguito anche da un blog speciale su YouTube: una studentessa ha infatti lanciato lo scorso anno un canale dedicato all’archeologia, nel quale lo scavo sepriese è stato descritto passo dopo passo a tutti i follower.
Fondamentale è stata inoltre, per il gruppo di Padova, la collaborazione con il liceo Curie di Tradate, per un progetto scuola/lavoro chiamato: “Ambasciatori del patrimonio locale” . «Gli studenti hanno seguito una tematica per noi rilevante, conoscenza che la popolazione locale possiede del sito. Gli studenti si sono occupati di sottoporre questionari esplorativi alle persone e di creare contenuti multimediali sui diversi luoghi del castrum, filmati che saranno inglobati in una app specifica». E di Castelseprio si continuerà a parlare, portando virtualmente studenti di tutto il mondo in valle Olona, grazie alle registrazioni effettuate durante lo scavo, che sono diventate parte di un corso internazionale di archeologia.
Boom di iscrizioni in tutto il mondo per il corso di archeologia su Castelseprio
![Castelseprio](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/09/castelseprio-1244633.610x431.jpg)
La “casa forte”: Unità operativa diretta da Caterina Giostra (Università Cattolica – Milano)
23 agosto – 17 settembre
«Nell’ambito del progetto interuniversitario di scavi e ricerche “Castelseprio, centro di potere”, l’unità operativa diretta dalla prof.ssa Caterina Giostra (Università Cattolica – Milano) e composta da una decina di allievi della Laurea magistrale e della Scuola di Specializzazione e di collaboratori, che condivide la concessione di scavo dell’Università di Chieti, ha indagato il possente edificio rettangolare alla terminazione della propaggine meridionale del castello; «il settore, circondato su tre lati da un pendio scosceso, a nord doveva essere difeso da un fossato. E’ tradizionalmente ritenuto, la ‘casa-forte’ sede del potere: il capo della guarnigione, in età longobarda forse il rappresentante del re.
Questa prima campagna di scavo ha operato all’interno dell’edificio – una casa-torre che doveva avere uno sviluppo di più piani – e, nonostante gli interventi di recupero che si sono succeduti dopo la sua dismissione, sono state riportate alla luce cinque fondazioni circolari di pilastri, allineati al centro, che mostrano l’articolazione del grande ambiente. Primi frammenti ceramici orientano per una fondazione in età tardo antica. Tra il materiale rinvenuto, non mancano anche reperti di età pre-romana, testimonianze di una frequentazione ben più antica dell’area.
All’esterno, due trincee esplorative hanno permesso di rintracciare elementi riconducibili, ancora con cautela, al grande fossato che doveva isolare a nord l’imponente edificio; un lieve innalzamento del suolo verso la casa-forte, percorso da cordoli in pietra che suggeriscono una rampa di accesso, poteva rimarcare l’importanza della casa-torre.
![Casa forte Castelseprio proff giostra](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/11/valle-olona-1262958.610x431.jpg)
Le prossime campagne di scavo permetteranno di ultimare l’indagine della stratigrafia interna e di aprire nuovi settori di ricerca relativi a questo tanto nodale quanto ancora poco noto comparto del castello».
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