I progetti di Paola Reguzzoni ai Servizi Sociali di Busto Arsizio: “Un lavoro vero per i percettori di Rdc”

L'assessore leghista ha un piano per favorire l'inserimento lavorativo nelle aziende dei percettori di Reddito di Cittadinanza: "I soldi ci sono". Disabili, nuove dipendenze, bulimia e anoressia le altre priorità

paola reguzzoni

Paola Reguzzoni conosce molto bene la materia di cui il sindaco le ha chiesto di occuparsi. La storica esponente leghista è stata nominata dal sindaco Emanuele Antonelli, assessore ai Servizi Sociali e si dovrà occupare di un settore da sempre delicato ma che in prospettiva assumerà un ruolo sempre più importante anche a causa delle ripercussioni della crisi economica causata dal covid nell’ultimo anno e mezzo.

Tanti soldi per il Sociale ma vanno spesi

La situazione che ha trovato l’ha addirittura stupita: «Nell’arco degli anni sono stati aumentati i fondi, anche fin troppo. Sono aumentati di molto i trasferimenti dallo Stato e si fa fatica a spenderli ma non perché non servano. Alcuni sono molto vincolati e se non usati finiscono in avanzo di amministrazione ma io voglio spenderli tutti».

Da mantenuti a lavoratori, la ricetta per i percettori di Reddito di Cittadinanza

Come? Pensa subito ai percettori del Reddito di Cittadinanza che in città sono circa un migliaio: «Voglio avviare un progetto per loro e usare il milione di euro a disposizione per l’inserimento lavorativo. Prima di Natale alcuni di loro inizieranno a lavorare tramite Agesp ma la vera svolta sarà avviare un tavolo con le forze economiche del territorio per l’inserimento lavorativo a costo zero per le imprese. Abbiamo intenzione di offrire alle aziende che assumono un anno di contributi pagati, più altri sei mesi con una parziale copertura del costo del lavoro ma poi l’apprendistato deve sfociare in un lavoro vero. Vorrei trasformare il percettore di reddito di cittadinanza da mantenuto a lavoratore»

Disabilità

Altro tema sul quale sta lavorando l’assessore è l’introduzione della figura del Disability manager: «Non dovrà essere necessariamente una persona sola ma un insieme di figure tecniche per rendere Busto fruibile per i disabili sia dal punto di vista urbanistico (togliendo gli ostacoli dai marciapiedi, ndr) sia per quanto riguarda le disabilità non fisiche. Penso ai non vedenti e non udenti che non possono fruire dello streaming del consiglio comunale, perchè non prevedere i sottotitoli per non udenti o una traduzione in linguaggio dei segni?». Allo studio anche un’app per aiutare i disabili fisici a trovare percorsi fruibili in città.

Devianze minorili e nuove dipendenze

Un tema caro a Paola Reguzzoni è quello dei minori e delle devianze minorili: «Sono pericolosamente aumentati tra i giovani i disagi alimentari (bulimia e anoressia) negli ultimi anni e le famiglie spesso non hanno nessuno strumento per aiutare i propri figli. Le strutture sanitarie sono spesso troppo piene per via della scarsità di unità operative dedicate al problema e poche sono le associazioni che se ne occupano. Vogliamo sostenere le famiglie e dare un’assistenza di tipo socio-sanitario. Coinvolgeremo realtà che già se ne occupano e punteremo sulla formazione ai genitori e nelle scuole». Supporto e formazione anche per altre nuove dipendenze come il gioco d’azzardo con il proliferare dei siti di scommesse on line o le app per il poker. Anche qui la ricetta è supporto e informazione.

Case popolari e Aler

Infine il tasto dolente delle case popolari, tema che l’ha vista spesso protagonista in passato contro i furbetti dell’alloggio popolare: «Stiamo attivando un bando per la riqualificazione di 86 alloggi in zona via Rossini. I lavori interesseranno la parte energetica e gli ascensori. Andiamo a rispondere ad un problema di spese condominiali troppo alte per appartamenti con affitti irrisori».

Altro tema è la carenza di alloggi di emergenza per le situazioni più delicate: «Sono numerosi i casi di chi si trova in emergenza assoluta e non può accedere alle graduatorie erp perchè ha perso il lavoro da poco. In un mese e mezzo ho già gestito già 10 casi ma non sappiamo dove metterli». Per coloro che non avrebbero più diritto alla casa popolare  la soluzione è chiedere agli inquilini di riscattare: «Lavoreremo per risolvere queste situazioni tramite il riscatto. Capisco che ci siano persone che dopo 30-40 anni non vogliono cambiare casa e per questo pensiamo che possa essere una soluzione valida visto che ora pagano affitti talmente alti che possono essere paragonabili a quelli di mercato».

Resta il problema della difficile gestione dei rapporti con Aler, ormai diventata una società privata che deve fare utili: «Per il momento posso solo dire che stiamo cercando alternative valide all’attuale situazione».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Dicembre 2021
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