Il colpo da 100 mila euro di Cantello coi sopralluoghi giorni prima dell’assalto

Il cuore del processo alla banda che colpì dieci anni fa la zona di confine con la Svizzera. In aula parlano i testimoni. "I banditi hanno armato e puntato una Glock semi automatica chiedendo di fare quel che dicevano"

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Durante il processo che accoglie nel cuore del dibattimento la serie di rapine messe a segno dalla “Banda Vasi” emergono particolari importanti per ricostruire i colpi messi a segno nell’area di confine con la Svizzera.

C’erano gli “esploratori” che arrivavano i giorni prima per verificare i negozi da assaltare come nel caso della gioielleria di Cantello colpita a settembre 2011 e per la quale la teste ascoltata oggi in udienza ha riconosciuto una delle imputate per aver fatto un giro in negozio qualche giorno prima del colpo che fruttò 95 mila euro di gioielli.

Pistole spianate e fascette per legare i polsi: in aula a Varese il racconto dei colpi della banda Vasi

«La ragazza era entrata per cambiare la pila dell’orologio». Al momento dell’assalto, verso le 10 del mattino, pochi giorni dopo, entrarono in azione due uomini, in questo caso vestiti da finanzieri che al momento dell’azione estrassero le pistole per puntarle alla testa dei presenti.

Sempre quel giorno, il 3 settembre 2011, un sabato è stato ricostruito da una seconda teste ascoltata in aula, la madre della titolare. Fra i racconti anche quello dei clienti: una coppia di fidanzati: «Ero con la mia ragazza, tranquilli, stavamo scegliendo un gioiello e abbiamo visto entrare due finanzieri. Ma non appena dentro alla gioielleria abbiamo capito che era in corso invece una rapina: siamo stati portati in uno stanzino ma la mia ragazza era claustrofobia ed ha avuto un attacco di panico».

L’ultimo teste ha raccontato gli attimi della violenza: «Sono entrati e hanno armato e puntato una Glock semi automatica dicendo di fare quello che dicevano».

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Pubblicato il 08 Marzo 2022
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