Palude Brabbia e Lago di Biandronno, “lavori in corso” nelle riserve naturali
La provincia di Varese sta operando per riqualificare le sponde, eliminare le specie forestali dannose e proteggere quelle in via d'estinzione. Due progetti articolati che hanno ricevuto il finanziamento di Regione Lombardia
Cosa c’è dietro una “Riserva Naturale”? Tanta cura: nulla è lasciato (solo) “al caso”. Nelle nostre zone esistono molti esempi di oasi naturali ma una è senz’altro più conosciuta: la Palude Brabbia. In queste settimane è stata oggetto di un intervento importante, realizzato dalla Provincia di Varese. Ma non è l’unico, l’altro riguarda il Lago di Biandronno.
Ad illustrare i due progetti è Alessandro Canziani, che nel Settore Territorio, Ufficio Tutela del Paesaggio e della Biodiversità, guidato da Lorenza Toson, si occupa della gestione delle aree protette.
«La Provincia di Varese, l’anno scorso, ha ottenuto un finanziamento di circa 35.000 € da parte di Regione Lombardia nell’ambito del bando “Manutenzione straordinaria Riserve Naturali 2020”, per due progetti di riqualificazione ambientale, attualmente in corso di realizzazione, rivolti alle Riserve Regionali Palude Brabbia e Lago di Biandronno, entrambe aree naturali protette regionali affidate in gestione alla Provincia di Varese -spiega Canziani – . Il progetto in Palude Brabbia consiste nella riqualificazione idraulica del Torrente Riale, che si trova nel comune di Inarzo, i cui argini in alcuni punti necessitano di interventi consolidamento a causa di fenomeni erosivi legati a recenti eventi di piena». Al progetto hanno lavorato anche i volontari della Lipu
Quello nella Riserva Lago di Biandronno, nel comune di Bregano, è dedicato, invece, al miglioramento delle foreste di ontano nero che si trova nella zona del vecchio approdo, un ‘area importante anche dal punto di vista storico perché che un tempo veniva utilizzato per l’escavazione della torba; l’intervento in questo caso è ancora più importante perché queste foreste sono a rischio d’estinzione, come spiega ancora Canziani: «Stiamo rimuovendo le piante esotiche invasive, come la quercia rossa o i platani, ma stiamo anche valorizzando la necromassa legnosa, in poche parole il legno morto, che costituisce una fonte di biodiversità importante all’interno di un bosco. Il nostro compito è quindi quello di riordinare, accatastandole, ramaglie e piante cadute al suolo, raccogliere i rifiuti abbandonati, e realizzare strutture artificiali con il legname recuperato sul posto, per favorire la presenza di insetti e uccelli».
La Provincia, inoltre, sempre per queste due riserve, ha recentemente candidato altri due progetti per un importo complessivo di circa 40.000 € ad un nuovo bando regionale “Manutenzione straordinaria Riserve Naturali 2021”. «I progetti in questo caso hanno come scopo la riqualificazione di alcune aree umide come pozze, stagni, zone sorgive, presenti nelle due riserve per garantire la presenza costante di acqua e il corretto sviluppo della vegetazione spondale – dice ancora Canziani -. Entrambi i progetti prevedono anche l’eliminazione di specie esotiche con generali interventi di pulizia e riordino, e, per la Palude Brabbia, anche l’asportazione di una vecchia darsena in legno ormai fatiscente. Le istanze sono state presentate entro il termine previsto del 1 marzo 2022, adesso restiamo in attesa della risposta di Regione Lombardia».
Un lavoro intenso e spesso poco “raccontato”. «La Provincia di Varese, e nello specifico il Settore Territorio ha al suo interno un ufficio dedicato alla gestione dell’ambiente in relazione agli aspetti di natura, biodiversità e paesaggio, da trattare come facce di una stessa medaglia – dice il consigliere provinciale con delega al Territorio, Luca Panzeri. Abbiamo in gestione 11 aree protette che appartengono alla rete ecologica europea “Natura 2000” e tra queste figurano anche le Riserve Regionali “Palude Brabbia” e “Lago di Biandronno”. Si tratta di due siti inseriti all’interno di un ampio sistema d’area umida interconnesso che include anche il Lago di Varese e il Lago di Comabbio. Questa rete di aree richiede una visione globale integrata che tenga conto della complessità di un territorio, dove gli interventi mirati in un sito hanno conseguenze dirette e indirette nel sito vicino.
Le risorse a disposizione in termini economici e di personale non sono mai abbastanza. Data l’importanza del tema, la Provincia persegue ogni opportunità di finanziamento, come i bandi regionali. Il mio impegno, dunque, in continuità con l’ottimo lavoro svolto dal consigliere che mi ha preceduto Marinella Colombo, è quello di valorizzare il ruolo attivo della Provincia nel campo della tutela della biodiversità con interventi diretti sul campo, che permettano a tutti di vedere le eccellenze della natura che ci circonda come opportunità di crescita economica e sociale, nonché come fonte di benessere per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini».
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