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Alessandro Piantanida Chiesa, una vita di “dedizione e professionalità” per la città di Somma
Nella chiesa di San Rocco l'ultimo saluto a un uomo ricordato per la sua vita lavorativa ma anche per il ruolo attivo in tante realtà associative, sportive e sociali della città
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C’erano tanti gonfaloni, intorno all’altare, per il funerale di Alessandro Piantanida Chiesa: la sintesi di una vita vissuta anche per la sua comunità, quella di Somma Lombardo, con un impegno nell’associazionismo che ha attraversato tanti anni.
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«Persona impegnata nella comunità civile» è il tratto con cui prima di tutto è stato ricordato anche nell’omelia, durante la celebrazione delle esequie alla chiesa di San Rocco (con molte persone all’esterno), alla presenza anche di una delegazione dell’amministrazione comunale. Piantanida Chiesa è stato sì professionista apprezzato, ma è stato ricordato tanto per il suo impegno attivo nell’associazionismo, per il sostegno alle realtà sportive sommesi.
La sua vita è stata anche segnata «dalla esperienza tremenda di aver perso un figlio». E il nipote Jacopo – che non ha quasi conosciuto il padre Massimiliano – ha ricordato con parole piene di affetto e con immagini dolci il legame che anche quella prova così dolorosa ha creato: «Non ero solo un semplice nipote, ma la memoria di un figlio perso troppo presto».
Un uomo d’altri tempi («non so se sia vero, non so se sia così facile richiuderti in questa definizione») onorato con riconoscenza anche dai rappresentanti delle associazioni – ma soprattutto amici – che sono intervenuti alla fine della celebrazione. «Dedizione e professionalità» sono i tratti ricordati dagli amici della Pro Loco. E ancora i volontari dell’Avis, un’altra realtà che ha animato per tanti anni: «Avis oggi perde non un membro del direttivo, ma un amico». E hanno letto la preghiera del volontario, con quel verso così simbolico: “Rendi la nostra vita feconda”.
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