Morto in Ucraina un foreign fighter originario di Bedero Valcuvia, aveva 27 anni
Secondo le prime ricostruzioni il 27enne sarebbe stato ucciso da una bomba a grappolo. "Da quanto sappiamo è successo lunedì scorso nella zona di Kharkiv", ha detto la madre all’agenzia LaPresse
Un ragazzo di 27 anni originario di Bedero Valcuvia, Benjamin Giorgio Galli il suo nome, è rimasto ucciso in Ucraina. Ne ha dato notizia il papà Gabriel Galli, comunicandolo ad alcuni conoscenti del ragazzo.
Galli era andato in Ucraina dall’Olanda, dove la famiglia si era trasferita, passando dalla Polonia e si era unito alla prima Legione Internazionale di difesa dell’Ucraina. Sarebbe stato ucciso nella zona di Kharkiv. “Il vostro compagno è morto da eroe questa settimana”, ha scritto il papà agli amici del giovane. La maggior parte delle informazioni arrivano dai social. Ancora non sono chiare le dinamiche della morte.
Ulteriore conferma arriva anche dalla madre Mirjam Van der Plas che all’agenzia LaPresse dichiara: “Io e mio marito ci troviamo a Kiev dove stiamo aspettando i documenti per poter rimpatriare la salma di nostro figlio in Olanda dove è residente”. Secondo le prime ricostruzioni il 27enne sarebbe stato ucciso da una bomba a grappolo che lo ha mandato in coma. “Da quanto sappiamo è successo lunedì scorso nella zona di Kharkiv”, ha detto la donna raggiunta al telefono, “ha deciso di partire perché voleva aiutare le persone che erano in difficoltà a causa di questa guerra che definiva una grande ingiustizia”.
Benjamin Giorgio Galli, classe 1995 era originario di Bedero Valcuvia e ha lavorato a Varese. Era un appassionato di “soft-air”, disciplina che praticava nei boschi della Valcuvia ed era partito circa cinque mesi fa: da allora si è messo in contatto sporadicamente con gli amici e i famigliari, secondo quanto ci racconta un amico della vittima.
Al Corriere della Sera la madre del ragazzo racconta di averlo sentito settimana scorsa: «Abbiamo parlato a lungo, mi ha raccontato che finalmente non si stavano solo difendendo ma erano tornati ad attaccare e a riprendere alcuni territori occupati. Mi diceva che i militari russi sembrano demotivati, aveva la sensazione che fossero quasi sollevati di ritirarsi. Prima di salutarci mi ha detto I love you, in inglese». «Era felice, era un eroe. Quando ci ha detto che sarebbe voluto partire, noi abbiamo provato a dissuaderlo, ma non è stato possibile, era convintissimo. Ci ha detto che sentiva che quella era la sua strada, voleva aiutare il popolo ucraino».
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