Il 15 novembre il consiglio regionale discuterà la norma che riconosce la figura del care-giver

Il disegno di legge, firmato da Simona Tironi, prevede una normativa all’avanguardia a livello nazionale, che valorizza una figura diffusa e sempre indispensabile

anziani

Sostenere e valorizzare la figura del caregiver familiare, la persona che per scelta volontaria assiste e si prende cura di un parente infermo o disabile. E’ l’obiettivo del progetto di legge approvato oggi in Commissione Sanità e che andrà in aula il 15 novembre prossimo.

«Con questo provvedimento -ha sottolineato la relatrice e Vicepresidente della Commissione Simona Tironi (FI)- Regione Lombardia promuove una normativa modello, all’avanguardia a livello nazionale, che valorizza una figura diffusa e sempre indispensabile. Una figura, nel 90 % si tratta di donne, che annulla se stessa per sostenere e migliorare la qualità di vita dell’assistito e che finalmente ora può contare su un riconoscimento istituzionale, oltre che  su un impegno di risorse finanziarie significativo».

Un lavoro di tre mesi in Commissione – Il testo del progetto di legge è il frutto del lavoro di oltre tre mesi di sedute dal gruppo di lavoro,  che ha preso in considerazione i tre progetti di legge depositati da PD, FI e Lega, poi abbinati, l’iniziativa popolare #iosonocargiver e le due proposte di legge al Parlamento promosse da PD e da Luigi Piccirillo, consigliere del gruppo Misto. Per quanto riguarda la definizione di caregiver è stato approvato oggi un emendamento che fa riferimento alla legge nazionale 205 del 2017 e specifica che si tratta di un “soggetto volontario che, integrandosi coi servizi sociali, sociosanitari e sanitari, contribuisce al benessere psicofisico della persona assistita e opera nell’ambito del piano assistenziale individualizzato assistendola e supportandola. Il lavoro in Commissione oltre ad approfondire ogni singolo aspetto ha permesso di superare le barriere ideologiche e le diversità di impostazione dei progetti iniziali, tenendo al centro dell’attenzione i bisogni del caregiver, come ad esempio la necessità di trovare un impiego o di reimpiegarsi una volta che sia giunto a termine il periodo dell’assistenza».

Definite le competenze di Regione e Comuni – Nello specifico il documento –in nove articoli– definisce àmbiti e competenze del caregiver all’interno del sistema dei servizi pubblici e privati; stabilisce funzioni della Regione e dei Comuni per assicurare sostegno e affiancamento al caregiver per svolgere assistenza qualificata, sulla base di un attestato di competenza, anche avvalendosi di specifici percorsi formativi. Attenzione viene, inoltre, rivolta all’inserimento lavorativo del caregiver, una volta terminata la propria attività di cura.

Previsti stanziamenti e iniziative di sostegno alle famiglie– Per quanto riguarda gli interventi a favore dei prestatori di cure, la Regione, nei limiti delle risorse disponibili, prevede forme di sostegno economico per l’adattamento domestico, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la fornitura di ausili e presidi, la stipula di polizze calmierate a favore dei caregiver, percorsi di supporto psicologico, promuovendo forme di collaborazione con tutti i soggetti istituzionali, il Terzo settore in un’ottica di rete di sostegno alla famiglia. Lo stanziamento previsto per il prossimo triennio è di circa 900 mila euro. La Commissione ha votato praticamente all’unanimità: tutti i gruppi hanno espresso un voto convintamente favorevole mentre il consigliere Piccirillo si è astenuto auspicando alcune modifiche nel passaggio in Aula.

 «I caregiver familiari sono una forma straordinaria di welfare di comunità che a titolo gratuito e non professionale prestano assistenza ai malati e ai disabili in un’ottica di relazione affettiva o familiare. Per questo, la legge approvata in Commissione intende riconoscerli e valorizzarli all’interno di una rete di servizi di assistenza alla persona che non può prescindere dalla benevolenza di chi si mette a disposizione del prossimo in forma gratuita» ha commentato Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone.

«La Regione – ha proseguito Monti – si farà carico di essere volano di integrazione dell’attività del caregiver di famiglia all’interno del sistema regionale dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari, attraverso le competenze programmatorie di ATS e ASST. Ma importante sarà anche il ruolo dei Comuni che con i propri servizi sociali garantiranno l’affiancamento necessario al caregiver per svolgere un’assistenza qualificata e appropriata»..

Michele Usuelli del Movimento 5 Stelle ha dichiarato: «Il tentativo dell’Assessore Locatelli di limitare ai soli conviventi la definizione di caregiver era illogica e pericolosa: la scelta di limitare ai conviventi sarebbe davvero inspiegabile dato che un terzo degli anziani fragili (fonte Polis) vivono da soli. Inoltre escludere il caregiver principale (che sono i FIGLI NON CONVIVENTI, spesso di genitori entrambi anziani), è contrario a qualsiasi legislazione nazionale in materia (anche recentissimo DDL Non Autosufficienza che parla di “reintegro lavorativo” per i cg, quindi non pensa certo ai coniugi ma ai figli) e, dunque, credo, anche impugnabile. Vigileremo affinché, da oggi all’approvazione definitiva in Aula, non si ripresentino rischi di questo tipo e siamo preoccupati della poca competenza di politici (e di chi li consiglia?) che rivestono ruoli chiave in posizioni delicatissime. Dobbiamo davvero spiegare all’Assessore alla famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità di Regione Lombardia che buona parte degli anziani vive sola e proprio a loro va dedicata la più grande attenzione? Sono, invece, particolarmente orgoglioso dell’approvazione dei miei emendamenti, concepiti secondo un’ottica esattamente opposta a quella dell’Assessore: allargare il concetto di caregiver agli assistenti familiari, organizzare anche per loro dei momenti formativi e riconoscere il lavoro che tanti giovani fanno, nelle attività di cura ed assistenza familiare» 

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Pubblicato il 12 Ottobre 2022
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