Prima di Cassano Magnago: le 13 tappe del Giro arrivate in provincia di Varese
La prima volta a Varese nel '38. Gli arrivi targati Ignis a Comerio e Cassinetta, i grandi sprinter a Busto Arsizio. Bugno in rosa al Sacro Monte, Berzin nel diluvio a Luino. L'ultimo vincitore Voigt nel 2008
Per quella che è la sua importanza storica nel mondo del pedale, la provincia di Varese ha ospitato un numero ridotto di tappe del Giro d’Italia. L’arrivo programmato a Cassano Magnago per il prossimo 20 maggio 2023, ad esempio, sarà il quattordicesimo di sempre sul nostro territorio, il primo dopo ben quindici anni. L’ultimo precedente era stato quello del 2008 a Varese (vittoria di Jens Voigt – foto in alto sul podio con le miss) con una tappa proveniente da Mendrisio e organizzata per testare quello che dopo pochi mesi sarebbe stato il circuito del Mondiale.
Di poco più vicina, a livello temporale, l’ultima partenza da una città della provincia: era anche quella volta il 20 maggio ma del 2012 e la carovana rosa prese il via da Busto Arsizio per una frazione con arrivo in salita al Pian dei Resinelli, in provincia di Lecco, vinta dall’abruzzese Matteo Rabottini. Quello fu anche l’ultimo Giro corso da protagonista da Ivan Basso, cui mancò l’impresa allo Stelvio che in molti si aspettavano: il due volte maglia rosa si dovette accontentare del quinto posto in una classifica vinta a sorpresa dal canadese Ryder Hesyedal.
LE PRIME TRE A VARESE
Tralasciando le partenze, vediamo quindi quali sono stati i traguardi posizionati in provincia. La prima volta risale al 1938 quando ormai il più grande campione nato da queste parti, Alfredo Binda (cinque vittorie) si era ritirato da qualche tempo. La Bergamo-Varese con arrivo sulla pista dello stadio del Littorio a Masnago (antenato del Franco Ossola) venne vinta dal toscano Cesare Del Cancia su una bicicletta di marca Ganna, costruita dal celebre ex corridore di Induno Olona e primo conquistatore del Giro.
Ci vollero però quasi vent’anni per rivedere la carovana nella Città Giardino ma – anche grazie allo sponsor Ignis – gli appuntamenti si intensificarono: nel 1957 l’arrivo in salita sul piazzale del Grande Albergo al Campo dei Fiori premiò il veneto Alfredo Sabbadin mentre nel 1958 furono ben due le tappe “locali”: la prima – traguardo a Masnago – vide la volata vincente del belga Willy Vannitsen, il giorno successivo invece ci fu la cronometro Varese-Comerio conquistata da Ercole Baldini. Entrambi i corridori indossarono la maglia rosa (erano le prime due tappe); Baldini la perdette ma poi la riprese e finì per vincere quel Giro.
DUE VOLTE A CASSINETTA
Detto della partenza da Comerio, ci furono poi due arrivi a Cassinetta di Biandronno, naturalmente con la benedizione di Giovanni Borghi e della sua Ignis che al Giro centrò ben 26 successi la maggior parte dei quali con il velocista spagnolo Miguel Poblet. Nel 1965 vinse “la freccia di Turbigo”, Rodolfo Marcoli (tragicamente scomparso in un incidente d’auto l’anno successivo a Feriolo di Baveno) mentre nel 1970 toccò a “cuore matto” Franco Bitossi.
Gianni Bugno sotto la pioggia verso il Sacro Monte nel 1990 – dal libro “Mondiali 1951-2008. Un secolo di storia”. Ed. ArterigereTRA VARESE E BUSTO. E POI GALLARATE E LUINO
Il ritorno nel capoluogo avvenne nel 1977, stavolta con arrivo nel centro cittadino: vittoria per un toscano, Wilmo Francioni, con due corridori locali tra i primi (terzo Lualdi, settimo Chinetti). Poi, finalmente, ecco Busto Arsizio stranamente a secco di tappe fino a quel momento: nel 1985 vinse uno sprinter molto quotato come lo svizzero Urs Freuler. Nel 1990 furono due i traguardi da queste parti: il 18 giugno si arrivò a Gallarate in volata con Adriano Baffi davanti a tutti, il 19 giugno invece ci fu forse la tappa più iconica mai arrivata qui. La cronoscalata da Gallarate al Sacro Monte di Varese che teoricamente era l’ultima occasione per sovvertire la classifica generale; vinse invece Gianni Bugno, in maglia rosa fin dal primo giorno, nonostante la forte pioggia caduta sul percorso.
E la pioggia, anzi il diluvio, caratterizzò anche il tappone del 1995 con arrivo a Luino: doppia scalata del Cuvignone (con un Chiappucci affaticato in salita ma spaventoso in discesa) e strappo di Montegrino con Evgenji Berzin che vinse in solitaria davanti al “Diablo” di Uboldo. Nel nuovo secolo, eccoci ancora a Busto Arsizio nel 2001 con un vincitore eccezionale, SuperMario Cipollini, ovviamente in volata. Infine il già citato successo di Jens Voigt in via Sacco a Varese nel 2008, tutto solo. Quel giorno in maglia rosa c’era Alberto Contador, oggi a fianco di Ivan Basso – del cassanese Ivan Basso – nella direzione della Eolo-Kometa, la squadra del nostro territorio. Corsi e ricorsi storici, perché il ciclismo qui resta di casa.
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