Tedeschi e svizzeri che affittavano “in nero“: multe da 2 a 20 mila euro a Lavena Ponte Tresa
Chiuse le indagini della polizia locale su una rete di affitti abusivi partiti dal passaparola fra i proprietari d’oltralpe di seconde case che trovavano clienti disposti a pagare fino a 600 euro la settimana
Lo strano viavai dalle case vacanze solo qualche anno fa dimore estive di turisti svizzeri e tedeschi ma diventate un porto di mare con partenze e arrivi di persone diverse di settimana in settimana. I vicini si lamentano.
Gli agenti della polizia locale si appostano, osservano, e capiscono. Così partono vere e proprie indagini di polizia amministrativa che sfruttano tutte le conoscenze a disposizione: certo il vicinato e le reti di relazioni che la polizia locale ha in un paese come Lavena Ponte Tresa, ma anche il bilinguismo di un agente che dunque padroneggia perfettamente il tedesco, strumento utilissimo per capire al volo che gli inquilini di quelle case erano sì vacanzieri, ma “in nero“, cioè oltre a non figurare in nessun registro, beneficiavano di un servizio privo dei requisiti imposti dalla normativa regionale, con nomi e cognomi appuntati su quaderni posticci.
E così è stata tirata la rete posizionata dal Commissario capo Enrico Lanzalone, da qualche mese alla guida della polizia locale di Lavena Ponte Tresa: 7 le posizioni passate al setaccio nelle indagini partite ad agosto, di cui quattro colpite da altrettanti verbali che prevedono una sanzione che va dai 2 ai 20 mila euro, con le relative trasmissioni d’atti alla polizia giudiziaria. Le rimanenti tre posizioni sono di soggetti che stavano per attivare un servizio di affitto in casa vacanza e sono stati invece indirizzati dalla polizia locale verso un percorso di regolarizzazione. Il “nuovo corso” della polizia locale di Lavena Ponte Tresa dopo le gestioni precedenti ha voluto partire proprio da un percorso di legalità legato ad una delle risorse potenziali più preziose, il turismo.
La singolarità di questa operazione riguarda proprio i soggetti colpiti, quasi tutti tedeschi o svizzero tedeschi che – anche grazie all’impiego dei servizi di piattaforme web – attivavano una rete di passaparola con la clientela proveniente dai paesi di origine per affittare a prezzi piuttosto elevati, «stiamo parlando», spiega il commissario Lanzalone (nella foto sopra, seduto) , «anche di affitti superiori ai 600 euro la settimana per un appartamento in complesso residenziale in paese, o in porzioni di villette a schiera».
Ma come hanno fatto a scoprire il “giro“, gli agenti di Lavena? È bastato suonare il campanello, e in fluente tedesco chiedere informazioni agli ignari inquilini, che sempre in tedesco, candidamente, ammettevano che no, loro non erano i proprietari di casa e che avevano affittato l’appartamento da Tizio e Caio, loro connazionali.
Oltre all’inottemperanza di quanto previsto dalla legge regionale 27 del 2015, che riguarda gli adempimenti amministrativi esistono potenziali conseguenze anche in materia penale e tributaria per gli affittacamere abusivi. In primo luogo esiste il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che impone la tenuta di specifici registri da consegnare alle autorità dove sono segnati gli ospiti di strutture ricettive o simili.
Poi esiste la questione del “nero“ vero e proprio, vale a dire il mancato versamento delle imposte dovute all’erario per l’attività ricettiva svolta abusivamente. Dalle indagini sembrano emergere che alcuni dei proprietari avevano l’abitudine di affittare già dal 2015, quindi un atteggiamento consolidato nel tempo. «Il nostro ufficio è a disposizione per quanti volessero chiedere informazioni legate ad attività di affitto di abitazioni: sapremo dove indirizzarli per la regolarizzazione», spiegano dalla polizia locale.
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