Approvata la legge regionale che istituisce la figura del “caregiver” familiare

Il provvedimento è frutto di una partecipazione trasversale e prevede momenti di formazione sociosanitaria, di assistenza psicologica e di riconoscimento del ruolo, in termini di crediti e certificazione, che attestino funzioni e competenze

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Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità in via definitiva, questa mattina, il progetto di legge che regolamenta la figura del caregiver familiare. Si tratta del riconoscimento formale del ruolo di chi, in famiglia, accudisce un soggetto fragile. Il provvedimento prevede momenti di formazione sociosanitaria, di assistenza psicologica e di riconoscimento del ruolo, in termini di crediti e certificazione, che attestino funzioni e competenze. 

Il testo della legge è il frutto del lavoro di oltre tre mesi di sedute del gruppo di lavoro della Commissione Sanità coordinato dalla Vice Presidente Tironi, che ha preso in considerazione i tre progetti di legge depositati da PD, FI e Lega, poi abbinati, l’iniziativa popolare   #iosonocargiver e le due proposte di legge al Parlamento promosse dal Partito Democratico e da Luigi Piccirillo, Consigliere del Gruppo Misto. Per quanto riguarda la definizione di caregiver si fa riferimento alla legge nazionale n°205 del 2017: è 

“la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado o di un familiare entro il terzo grado che a causa di infermità, disabilità non sia autosufficiente, sia riconosciuto invalido o sia titolare di indennità di accompagnamento”.


La nuova legge lombarda, riprendendo la definizione dettata dalla legge nazionale, precisa che per caregiver familiaresi intende quel

 “soggetto volontario che integrandosi con i servizi sociali, sociosanitari e sanitari, contribuisce al benessere psico-fisico della persona assistita e opera, in relazione alla situazione di bisogno, nell’ambito del piano assistenziale individualizzato (PAI)”.

Nello specifico il documento, composto di nove articoli, definisce ambiti e competenze del caregiver all’interno del sistema dei servizi pubblici e privati; stabilisce le funzioni della Regione e dei Comuni per assicurare sostegno e affiancamento al caregiver nello svolgere assistenza qualificata, sulla base di un attestato di competenza, anche avvalendosi di specifici percorsi formativi. Attenzione viene, inoltre, rivolta all’inserimento lavorativo del caregiver, una volta terminata la propria attività di cura. 

Importante sarà anche il ruolo dei Comuni che con i propri servizi sociali garantiranno l’affiancamento necessario al caregiver per svolgere un’assistenza qualificata e appropriata. Formazione, tutele sanitarie e assicurative del caregiver sono l’obiettivo principale del progetto di legge. Inoltre, il provvedimento favorisce e sostiene misure di supporto psicologico per il mantenimento del necessario equilibrio personale e familiare visto il pesante stress a cui sono sempre più spesso sottoposte queste persone.

Per quanto riguarda gli interventi a favore dei prestatori di cure, la Regione, nei limiti delle risorse disponibili, prevede forme di sostegno economico per l’adattamento domestico, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la fornitura di ausili e presidi, la stipula di polizze calmierate a favore dei caregiver e percorsi di supporto psicologico, promuovendo forme di collaborazione con tutti i soggetti istituzionali e il Terzo Settore. Lo stanziamento iniziale per il prossimo triennio è di circa 900 mila euro

«I caregiver familiari sono una forma straordinaria di welfare di comunità che a titolo gratuito e non professionale prestano assistenza ai malati e ai disabili in un’ottica di relazione affettiva o familiare. La legge approvata oggi intende valorizzarli, dare loro voce e metterli al centro di un sistema che deve necessariamente essere sempre più sinergico nei rapporti fra strutture sociosanitarie e famiglia – ha dichiarato Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone – Il progetto di legge è frutto di un percorso condiviso, portato avanti dal gruppo di lavoro tecnico-politico, a cui hanno partecipato attivamente anche le associazioni dei famigliari perché era necessario sentire la voce di chi quotidianamente mette a disposizione gratuitamente il proprio tempo e le proprie energie per una persona cara che ha bisogno di assistenza. Siamo la prima regione d’Italia a dotarsi di una legge che riconosce e valorizza i caregiver familiari. Anche in questo caso la Lombardia ha dimostrato di essere un esempio virtuoso per le altre regioni. Sono sicuro che il Ministro alla Famiglia, Alessandra Locatelli, che ha già dimostrato tantissima attenzione a questo tema nelle vesti di assessore regionale, si farà carico di dare voce ai caregiver anche a livello nazionale» ha concluso Monti». 

«Siamo davvero contenti- afferma Samuele Astuti consigliere regionale  e capogruppo  del Pd in Commissione sanità –  di essere arrivati oggi a questo primo risultato che viene da lontano. Già nella scorsa legislatura il Pd, con l’allora consigliere  Gianni Girelli, oggi parlamentare, aveva presentato un progetto di legge  sul caregiver famigliare. Una figura centrale nella  cura di tante persone fragili, a cui è doveroso dare un sostegno. E bastano i numeri a evidenziarne l’importanza. L’Istat segnalava già nel 2017 che i caregiver in Italia erano  7, 3 milioni, il 60%  donne, la maggior parte di età compresa fra i 45 e i 64 anni. Le ore dedicate alla cura erano 5,98  miliardi e il loro valore si stima si aggiri sui 50 miliardi di euro. Il progetto di legge approvato oggi è un primo passo importante.  Si è iniziato un percorso che sicuramente avrà bisogno di integrazioni, ma rappresenta un punto fermo di partenza. Ora bisogna dare concretezza a quanto scritto nella norma. Prima di tutto  serve una legge nazionale, perché la Regione non ha le competenze per legiferare su tutta la materia e da parte nostra non mancheremo di intervenire sul Governo, anche attraverso i nostri parlamentari, per avviare il prima possibile l’iter legislativo nazionale. Siamo consapevoli che le risorse mese a disposizione dalla legge, 300 mila euro all’anno, non sono affatto sufficienti  a garantire un sostegno reale a tutti i caregiver   e per questo presenteremo già nella prossima sessione di bilancio emendamenti perché  siano aumentate. Necessario, inoltre, che  siano potenziate le misure B1 e B2 , per i disabili gravi e gravissimi e  l’assistenza domiciliare, essenziale a garantire un sostegno alle famiglie».

 Il testo approvato contiene alcune significative proposte del medico e Consigliere Michele Usuelli (+Europa) che prevedono un parziale allargamento alla categoria degli assistenti familiari (badanti) dei momenti formativi destinati ai caregiver e il riconoscimento, anche tramite l’attribuzione di crediti formativi, del lavoro che tanti giovani svolgono, assistendo persone bisognose di cura e assistenza continuative: « La legge approvata rappresenta un primo passo per dare dignità alla figura, spesso dimenticata, del caregiver familiare. Siamo particolarmente soddisfatti dell’approvazione dei nostri emendamenti in commissione che hanno allargato la definizione di caregiver anche agli assistenti familiari e previsto anche per loro momenti formativi, riconoscendo il lavoro che tanti giovani fanno nelle attività di cura ed assistenza familiare. Si tratta però di una vittoria parziale. L’allargamento alla formazione per la categoria delle cosiddette “badanti” è solo parziale e le risorse stanziate insufficienti per raggiungere gli obiettivi che la legge si prefigge».

«Abbiamo votato a favore di questa legge, arrivata al termine di un lungo e complesso percorso politico portato avanti da maggioranza e opposizioni – il commento del Consigliere regionale dei 5 Stelle, e segretario della Commissione Sanità, Gregorio Mammì – Di fronte alle legittime richieste, al grido d’aiuto di 450mila caregivers le distanze politiche non esistono, esistono solo le risposte che le Istituzioni sono in grado o non sono in grado di dare. Oggi abbiamo mosso un primo passo, ma abbiamo dato risposte insufficienti.  300mila euro da destinare ai caregivers, mentre il Presidente Fontana ne spende 400mila solo per l’evento d’avvio della propria campagna elettorale, sono una scelta che rischia di degradare l’intero lavoro che abbiamo portato avanti in commissione. Oggi credo sia importante dire la verità. Regione Lombardia non può garantire una pensione a tutti i caregivers, né mai li potrà inquadrare come OS: serve una legge statale, serve un impegno del Governo che al momento non è arrivato. Tuttavia, dobbiamo dire che è un dovere di questa istituzione quello di riuscire ad aiutare chi ha più bisogno e farlo non con contributi a pioggia, ma attraverso un aumento delle risorse e risposte in termini di organizzazione, diritti e cure: interventi urgenti che sappiano prevedere una rete di servizi organica attraverso la quale rivolgersi non ai singoli individui, ma a tutta la famiglia»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Novembre 2022
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