Will the circle be unbroken: la bibbia del country
La Nitty Gritty Dirt Band riunì i musicisti di decenni prima
Avevamo visto che i Byrds avevano operato una fusione fra il rock ed il country western. Entrare nel merito della musica popolare americana è molto complesso e non si può fare in poche righe: chiaramente c’è la tradizione bianca (i vari tipi di country) e quella afroamericana (il blues), e la prima si divide in molti generi spesso ispirati, per motivi storici, dalla musica irlandese ed inglese. Dopo la depressione del ’29 l’avvento in grande stile della radio fu fondamentale per il country, che in quei decenni vide il successo delle sue prime star, che negli anni ’70 erano quasi dimenticate. La Nitty Gritty Dirt Band ideò allora un’operazione simile a quella che tanti anni dopo fece Ry Cooder a Cuba: andò a riprendere quei mitici artisti per creare una sorta di grande – triplo LP! – compendio suonato del genere. Non fu semplice perché l’iper-tradizionalista ambiente del country detestava i “capelloni”, ma salvo qualche rifiuto il progetto riuscì. L’ascolto non è facilissimo, anche perché la registrazione è abbastanza rozza: sono tutte o quasi “buona la prima” e si sentono anche i dialoghi. Ma come testimonianza certamente vale la pena.
Curiosità: il primo pezzo è la canzone del Grand Ole Opry, che è un concerto con vari artisti organizzato tutti i sabati a Nashville e trasmesso in radio. Iniziò addirittura nel 1925 ed esiste tuttora. Con un paragone un po’ ardito, e forse irrispettoso, si potrebbe dire che è per il country quello che per gli italiani fu Bandiera Gialla negli anni ’60.
La Rubrica 50 anni fa la musica
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