Gusto, storia e cultura: scoprire Bologna in un weekend

Cosa fare a Bologna per un weekend in famiglia: un giro tra le attrazioni di FICO, l’esperienza di un corso accelerato di gelato e un’esplorazione del centro di Bologna con un tocco alternativo

Bologna in un weekend

Bologna è Dotta almeno dal XI secolo, con la fondazione dell’Alma Mater Studiorum, la prima università del mondo. Nonostante questo, o forse per questo, la città porta in un palmo l’amore per la cultura e nell’altro il gusto per i piaceri della pancia. Tant’è che Bologna è anche e soprattutto la Grassa, la qual cosa ben si concilia con le astrazioni degli intellettuali, dato che non vi è potenza della ragione senza nutrimento per il corpo.

Ed è questa Bologna a mettere d’accordo tutti, adulti e bambini, e a offrire una serie di esperienze e attrazioni adatte a grandi e piccini. Ecco qualche suggerimento per un weekend fuori porta nel capoluogo emiliano.

BOLOGNA LA GRASSA
Partendo, appunto, dall’epiteto che richiama il cibo. Non è un caso che proprio a Bologna, quella che ricerca i piaceri dell’esistenza nelle lasagne impregnate di sugo e besciamella, tanto amante della vita da sembrare un’eterna fanciulla, sia sorta FICO , l’unico parco divertimenti al mondo tematizzato food. Siamo nella periferia bolognese, nella terra che è assieme del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, dei tortellini e delle crescentine con la mortadella. FICO, il nome stesso è un programma, sta per Fabbrica Italiana Contadina. Nata nel 2017 per non dissipare l’esperienza dell’Expo milanese, negli anni è transitata attraverso varie metamorfosi. Oggi è il luogo del cibo per antonomasia. Qui si viene per mangiare, certo, ma anche per conoscere, fare esperienza diretta, sporcarsi le mani. Non solo quindi ristoranti tematici e street food da perdere il senso dell’orientamento e della misura. Tra le attrazioni del parco ci sono tour di degustazione, con guide preparate che conducono i golosi attraverso i sapori del Prosciutto San Daniele, le preparazioni della patata di Bologna Dop o i segreti dei confetti di Sulmona. I più intraprendenti hanno l’imbarazzo della scelta tra i workshop in una delle fabbriche interne al parco, per scoprire come si produce una mortadella o per fare da sé la pasta fresca. E poi ancora padiglioni scientifico-sensoriali creati in collaborazione con Focus, campi da basket e minigolf all’aperto, animali della fattoria da nutrire e addirittura un Luna Park, qui nella versione Luna Farm, con giostre, autoscontri e tutto quel che serve per digerire e finire la giornata tra le risate di grandi e bambini. Il tutto con un’attenzione all’ambiente che merita rispetto. Con una visionarietà che ha precorso i tempi, FICO sta ricercando da tempo l’autonomia energetica. Oggi il parco produce da sé oltre la metà dell’energia tramite il più vasto impianto fotovoltaico d’Europa installato su un tetto. Un vantaggio per l’ambiente, certo, ma anche per le tasche. Basti pensare che la politica del parco, in risposta alla crisi energetica e all’aumento delle bollette, è quella di non far pagare agli operatori presenti (consorzi, fabbriche, ristoranti e street food) né l’affitto, né le bollette di luce e gas.

Bologna in un weekend

BOLOGNA, DOTTA ANCHE NEL GELATO
Non distante da FICO, poco fuori dai confini comunali – siamo ad Anzola dell’Emilia – la Grande Bologna regala una vera e propria chicca, la Carpigiani Gelato University , che in un sol colpo mette d’accordo mente e corpo, adulti e bambini, trasformando un passatempo per la gola in una materia di studio. Qui all’università si formano i gelatieri di domani, nel rispetto di un’eccellenza tutta italiana, come dimostra il Gelato Festival World Ranking 2022, in cui i primi 10 posti al mondo sono occupati da 8 italiani. Ma l’università non è solamente per gli addetti ai lavori. Risale al 2012 l’inaugurazione, accanto all’università, del Gelato Museum (aperto su prenotazione da giovedì a sabato dalle 9 alle 18). La visita guidata introduce all’universo di uno dei dolci più antichi della storia, dagli albori ai giorni nostri, dalle prime miscele di neve e frutta ai gelati sperimentali odierni. Il percorso prevede inoltre i Gelato sensory games, per mettere alla prova vista, olfatto e gusto, e termina con la preparazione di un sorbetto con preparazioni di ghiaccio tritato misto a sale, alla maniera degli antichi Romani, o di un gelato più moderno, passaggio fondamentale per il conferimento del diploma e per l’accesso alla degustazione finale.

BOLOGNA: TRE VIE PER ESPLORARE IL CENTRO
Da Anzola dell’Emilia ci si sposta in centro. Per una panoramica generale della città c’è il classico bus turistico, tanto apprezzato dai bambini, che nel capoluogo emiliano si declina in più versioni. La prima è il classico bus Hop on Hop off, il City Red Bus, che compie un itinerario ad anello attraverso i luoghi più importanti di Bologna e che, con il ticket giornaliero, diventa un valido mezzo di trasporto per gli spostamenti da un capo all’altro della città. Altra formula è quella del San Luca Express, un trenino che conduce i passeggeri sino alla sommità del Monte della Guardia, alla Basilica di San Luca, lungo un percorso che costeggia il porticato più lungo del mondo, quasi 4 chilometri ininterrotti e ben 666 arcate. Il biglietto comprende il tragitto d’andata e quello di ritorno ma nulla vieta, dopo la visita alla Basilica, di provare l’ebbrezza di percorrere a piedi questo magnifico porticato da guinness dei primati. Altro giro altra corsa. Questa volta verso l’alto. Perché a Bologna, che non è solamente Dotta e Grassa ma anche Turrita per via delle oltre cento torri che ne caratterizzavano lo skyline medievale, c’è un must-do che bambini e ragazzi non potranno che apprezzare.
La salita sulla Torre degli Asinelli (prenotazione obbligatoria), con i suoi 498 gradini e quasi 100 metri d’altezza, permette ai pargoli di associare sforzo fisico e cambiamento, in questo caso di prospettiva: dall’alto si domina la città, se ne ammira la pianta e si osservano case e palazzi scoprendo che è il colore dei tetti e non tanto l’appartenenza politica a definire quello che è il quarto e ultimo soprannome della città, la Rossa. E per un viaggio alternativo nel centro città c’è La Macchina del Tempo, il Museo di realtà virtuale di Bologna, dove con un visore e delle cuffie audio si passeggia tra i vicoli e le locande della Bologna medievale e addirittura si vola sopra i tetti e tra le torri della città, scoprendo in maniera emozionante una Bologna che non c’è più. Il museo offre poi diversi programmi di realtà virtuale, come l’esplorazione della tomba di Tutankhamon e l’inquietante discesa all’inferno in compagnia di Dante e Virgilio.

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Pubblicato il 27 Dicembre 2022
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