Lo “stipendio” del pusher: 50 euro al giorno per spacciare cocaina
Un 32enne a processo con l'accusa di aver aggredito i carabinieri nei boschi della Valganna. La Procura dice che è un capo e maneggiava grandi somme, la difesa invece dice che è solo l'ultimo anello della catena di vendita. Retribuito con "fisso" giornaliero
È accusato di aver aggredito un carabiniere durante un’operazione antidroga in Valganna ed è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale.
L’uomo, 32 anni, cittadino marocchino, irregolare e senza fissa dimora è finito davanti al giudice martedì mattina dopo che i carabinieri l’hanno fermato lunedì pomeriggio. In italia dal 2008, l’uomo risulta tossicodipendente e ha affermato di fare lavori saltuari al mercato: risulta gravato da una condanna a 2 anni e 4 mesi a Bergamo oltre ad un patteggiamento a Lecco.
I fatti riguardano una colluttazione avvenuta nei boschi durante un blitz antidroga. L’operazione è scattata nella zona dei boschi fra la Badia di Ganna e Bedero Valcuvia: i militari si accorgono che nella boscaglia ci sono due persone, uno riesce a scappare, mentre l’altro, l’imputato, viene raggiunto da un carabiniere ed entrambi cadono a terra.
In aula l’arrestato ha spiegato di venire pagato 50 euro al giorno per spacciare cocaina (nel marsupio aveva 10 grammi di cocaina,
20 di hascisc e 11 grammi di eroina oltre al bilancino e tre powerbank) ma in tasca i carabinieri gli hanno trovato 1025 euro. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto della custodia cautelare in carcere.
“Devo spacciare, lasciatemi lavorare”, all’Alpe Tedesco l’incontro coi pusher
Per il pubblico ministero l’uomo è uno spacciatore in una posizione sovraordinata rispetto al pusher per via dei soldi e della varietà delle sostanze mente secondo il difensore è da essere considerato come un “cavallino” cioè una figura che si limita alLa semplice consegna di stupefacente, chiedendo l’applicazione del “quinto comma” delle norme sugli stupefacenti, che prevede la tenuità della pena a causa della quantità di stupefacente rinvenuto che sta al di sotto delle misure recentemente previste da una pronuncia della Cassazione (che stabilisce in 25, 30 e 102 i grammi rispettivamente di cocaina, eroina e hascisc entro i quali rientrerebbe il “fatto lieve”, quindi con una pena base più bassa e la non applicabilità della custodia cautelare in carcere).
Il giudice ha disposto la misura cautelare della custodia cautelare in carcere.
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