Roberto Ciaccio ed Unpublished Photo 22 al Museo delle Culture

Il MUSEC ospita due esposizioni d’arte contemporanea dedicate al linguaggio scultoreo e una rassegna di reportages fotografici under 36 da tutto il mondo

Arte - Mostre

Il MUSEC di Lugano ospita ancora per qualche settimana ben due esposizioni d’arte contemporanea: ai piani alti il linguaggio, veramente molto sottile, di un artista delle lastre metalliche corrose con acidi. Al piano terreno è presente invece una mostra più immediatamente fruibile: una rassegna di reportages fotografici under 36 da tutto il mondo.
«Il dono dell’origine», così è intitolata l’esposizione di Roberto Ciaccio, sarà la prima a terminare il 19 marzo 2023, ma nel contesto delle mostre attualmente attive al Musec è quella che restituisce la maggiore energia. Purtroppo essa non è adatta ad un approccio immediato, ma richiede all’osservatore un atteggiamento riflessivo e meditativo di fronte a materiali e procedimenti che sono inusuali per un artista di rilievo. D’altra parte il tentativo di Ciaccio, milanese d’adozione morto nel 2014, è qui stato quello di dialogare con le idee di un filosofo, Martin Heidegger, considerato un grande esponente dell’esistenzialismo.

Non bisogna aspettarsi quindi un linguaggio esplicito, perché lo strumento di fondo di Ciaccio è quello dell’arte monocromatica, dove il tutto ed il niente facilmente si confondono. Non è difficile che un osservatore occasionale di queste opere possa esclamare «Questo lo so fare anch’io!», ma un esperto di colori o anche un semplice fruitore attento dell’arte contemporanea, potrebbe invece intravedere bene qualcosa non ha mai visto e che forse non vedrà mai più nella sua vita.

Al piano terreno dello stesso museo invece, nello Spazio Maraini, fino al 16 aprile è visitabile sempre con lo stesso biglietto una mostra dai significati molto più diretti: si tratta dei finalisti del concorso fotografico internazionale Unpublished Photo (UP22) riservato a fotografi emergenti fino ai 35 anni. Volendola dire proprio tutta, forse l’edizione 2021 del medesimo concorso aveva mostrato una maggiore qualità, ma il buon vino c’è sempre anche se non tutte le annate sono eccezionali.
Anche quest’anno dunque a Villa Malpensata sono esposte le foto dei premiati dal concorso.

Quan Nguyen Ho (1986), l’ingegnere vietnamita che è risultato vincitore, ha proposto un documentario fotografico sulle discariche a cielo aperto nei sobborghi di Hanoi. Dipak Ray (1986) è un insegnante di Calcutta, fotografo per passione. È risultato secondo ma è forse il migliore per le ambientazioni fotografiche che riesce a creare artificialmente. «Frame within frame» è un progetto fotografico con scatti di cornici artificiali in un ambiente acquatico. Tolojanahary Ranaivosoa (1987) è un fotografo originario del Madagascar che ritrae scene di vita quotidiana nel suo paese. Notevoli sono anche gli scatti tutti italiani della russa Olga Dmitrienko (1986) che ha vinto il quarto premio con la serie fotografica «Artigiani ed artisti genovesi».

 

Museo delle Culture
Villa Malpensata
Riva Caccia 5
Lugano – CH
Musec.ch

Orari: tutti i giorni dalle 11 alle 18. Chiuso il martedì.
Ingresso intero CHF 15. –

di
Pubblicato il 13 Gennaio 2023
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