2022: anno negativo per il settore smartphone
I dati di mercato relativi alle vendite di smartphone nell’ultimo trimestre hanno confermato il 2022 come un anno nero per il mondo della tecnologia. Le vendite hanno raggiunto livelli record in senso negativo e le prospettive future non possono far sorridere le grandi aziende.
Molti i fattori che concorrono a maturare questo risultato; la guerra è al primo posto tra le ragioni dell’incertezza generale, ma bisogna aggiungere i postumi della pandemia, la crisi energetica e il generale aumento dei prezzi. La condizione attuale genera uno stato di precarietà economica che si riflette direttamente sui consumi: in momenti come questi, il settore della tecnologia è uno dei primi ad entrare in crisi.
I dati di mercato
Canalys, società che si occupa di analisi del mercato tecnologico, ha pubblicato le statistiche relative alle vendite di smartphone nell’anno 2022: 1,2 miliardi di pezzi venduti, con un calo percentuale dell’11% rispetto al 2021. L’anno si è chiuso allo stesso modo di come era iniziato: negativamente. Il quarto trimestre dell’anno, generalmente caratterizzato da vendite elevate causa regali di natale e Black Friday, si è infatti concluso con un -17% di vendite rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente, registrando così la peggior performance da 10 anni a questa parte.
Guardando alle singole aziende solamente due possono guardare al futuro con fiducia. Apple e Samsung hanno infatti confermato il loro status di dominatrici del mercato: l’azienda americana ha chiuso l’anno ottenendo infatti il 19% delle quote totali di mercato, quella coreana addirittura il 22%. Soffrono invece le aziende cinesi come Xiaomi, Oppo e Vivo, che hanno invece visto una contrazione delle rispettive quote.
In particolare l’ultimo trimestre dell’anno è stato molto importante e redditizio per l’azienda di Cupertino, che grazie al lancio sul mercato smartphone della famiglia iPhone 14, è riuscita ad assicurarsi il 25% delle quote di mercato. Samsung si è fermata al 20%.
I motivi della crisi
Una crisi figlia di una situazione geopolitica e sociale che ha subito recentemente parecchi scossoni. Prima il lockdown, poi la guerra ucraino-russa, hanno generato una serie di problematiche come l’inflazione, la riduzione del potere d’acquisto e la difficoltà nel reperire di materie prime.
A questi eventi va sommata l’incapacità del settore tech di introdurre novità assolute da qualche anno a questa parte, perdendo dunque capacità di attrazione nei confronti dell’utenza, meno propensa al cambio di device rispetto al passato.
La grande crisi in Cina
Il paese con la contrazione più evidente è la Cina, che secondo la società di consulenza Counterpoint Research misura un calo del 15%, in un ambito in cui i risultati peggiori vengono dai marchi di casa, con OPPO che perde il 27%, Vivo il 23% e Xiaomi il 19%. Cresce solo Honor, con un eccellente +38%, ma è principalmente dovuto al fatto che partisse da una quota più bassa. Sul mercato cinese, Apple perde il 3%, ma fa meglio degli altri e conquista il secondo posto.
Il futuro del mercato
In ottica futura, un aiuto potrebbe provenire dalla riapertura della Cina, mercato molto importante per il settore smartphone, il cui impatto sarà visibile a partire dalla seconda metà del 2023. Un evento che non sarà però sufficiente a garantire un ritorno ai numeri del passato. Un futuro nebbioso dunque per il mondo smartphone.
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