Ferrero dà anche l’anima, Owens piace ancora. Ross-Brown, sagra della palla persa

Il capitano trascina due volte Varese alla rimonta ma non basta, ed è l'unico italiano a incidere. Il play paga un avvio disastroso, poi accende i reattori. Johnson esce di scena nel momento chiave

Pesaro - Varese (Final Eight Coppa Italia 2023)

ROSS 6 – Giudizio che è una necessaria media tra il disastroso approccio e l’altrettanto indigesto dato delle palle perse (8) e il coraggio messo sul parquet nella ripresa quando ha avuto anche percentuali buone – non ottime eh… – al tiro. Si conferma uomo chiave per la Openjobmetis, quello a cui ormai tutti provano a prendere le misure e per questo non può permettersi un periodo come il primo. Chiude con 17 punti, ma di là ne fa 13 Gudmundsson.

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WOLDETENSAE 4,5 (IL PEGGIORE) – E’ l’italiano da quintetto, giocava davanti agli occhi del c.t. Pozzecco e torna a casa da interprete di un film horror. Tre punti, un’unica tripla mandata a segno in 18′ (1/6 al tiro totale) e un minuto da MVP, ma per Pesaro: palla persa, tiro forzato, fallo antisportivo. Panchina. Sipario.

DE NICOLAO 5 – Fa la cosa migliore della sua partita quando, col punteggio in bilico, va a caricare il pubblico di Varese sopra di lui. Scherzi a parte, in difesa fa il suo come sempre, ma un playmaker da 21 minuti d’impiego che chiude a zero punti e sei errori al tiro è troppo zavorrante, specie in una partita in cui due canestri avrebbero fatto tutta la differenza del mondo. Non è “IL” colpevole, per carità, ma nel concorso di colpa è dentro con entrambi i piedi.

REYES 5 – Serve un preambolo: Justin non sta così bene come si pensava e, anzi, il suo ginocchio non gli consente di giocare come vorrebbe. Ci prova e questo è un merito che gli va riconosciuto, anche perché in attacco – di nuovo – ha pochissime opportunità. Detto questo, la sua partita non decolla praticamente mai: ci prova su Charalampopoulos ma il greco lo batte (bravo lui), segna due soli punti che saranno ricordati come quelli dell’unico sorpasso. Ma è troppo poco.

FERRERO 7,5 (IL MIGLIORE) – La maledizione del quarto di finale. Era stato tra i migliori quattro anni fa a Firenze contro Cremona, è il migliore stavolta contro Pesaro ma la semifinale gli sfugge di nuovo. Entra quando la squadra è senza midollo e porta sul campo la spina dorsale di un elefante: tripla, tre liberi e canestro in entrata. Poi torna a lungo in panchina, fino al quinto fallo di Johnson. Volenti o nolenti, torna a essere l’unica opzione utilizzabile e il capitano risponde ancora presente: tripla e schiacciata in contropiede. Perde, infine, il pallone del possibile nuovo pareggio, ma al massimo, per quello, perde mezzo punticino in pagella, restando il miglior biancorosso.
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BROWN 6 – Quasi tutto il voto viene dalla difesa, perché zittisce a lungo Abdur Rahkman e perché prova anche con Charalampopoulos che stava facendo a fettine i pari ruolo. Davanti segna 14 punti ma ne lascia anche diversi sul ferro, compresa una tripla aperta che poteva cambiare la nottata nel finale del match. E le sette palle perse trascinano sul fondo la barca biancorossa.

CARUSO 5 – Ha l’attenuante di vedere palloni con la stessa frequenza con cui passa la cometa di Halley, e così non è facile incidere in attacco. Però continua nel momento non semplice, perché in 10′ non lascia traccia sulla partita: 2 punti e 3 rimbalzi. Un contorno poco saporito servito lontano dalle portate principali.

OWENS 7 – Tolto Ferrero, secondo noi il migliore: non è il Tariq appariscente di altre volte perché tutto sommato ha a disposizione poche “alzate” per decollare e schiacciare, però lavora molto, molto bene a rimbalzo strappandone ben 13. E, salvo l’ultimo giro in lunetta, resta giocatore molto affidabile ai liberi. Doppia-doppia, per quel che conta, plus/minus ampiamente positivo, pure due recuperi.

JOHNSON 6,5 – Onnipotente per 5′ nel terzo periodo, quando trascina da solo la squadra fino al pareggio, non è altrettanto potente nel resto della partita. Prosegue, per esempio, con il litigio con il ferro nel tiro pesante (1/6), contribuisce al disastro alla voce “palle perse” e soprattutto si fa eliminare per falli con due penalità – tecnico e spinta a rimbalzo – da evitare in un contesto come questo. Bravino, sì, ma stringi stringi è mancato nel momento chiave.

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Febbraio 2023
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