I Luoghi del Cuore Fai, in classifica le Cascine dei Poveri di Busto e l’Eremo di Santa Caterina di Leggiuno

I vincitori verranno annunciati giovedì 16 febbraio, quando ai voti online verranno sommati a quelli cartacei. Nella classifica provvisoria anche due beni del Varesotto

Tramonto all\'eremo

L’undicesima edizione del Censimento de I Luoghi del Cuore del Fai si è conclusa il 15 dicembre 2022, dopo aver raccolto candidature da tutta Italia. I vincitori verranno annunciati giovedì 16 febbraio, quando ai voti online verranno sommati a quelli cartacei. Navigando sul sito ufficiale del Fondo Ambiente Italiano è disponibile però una classifica provvisoria dei beni nazionali dove troviamo al 26eismo posto la Cascina dei Poveri di Busto Arsizio e al 42esimo l’Eremo di Santa Caterina del Sasso. Beni che nella classifica che riguarda la sola Lombardia sono rispettivamente al quindi posto e all’ottavo posto. Per trovare altri beni del Varesotto bisogna poi scorrere la classifica ancora un po’ per arrivare alla Brughiera del Gaggio di Lonate Pozzolo che troviamo all’84esimo posto della classifica nazionale.

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Ricordiamo che per i beni più votati vengono stanziati: 50.000 euro per il primo classificato nazionale, 40.000 euro per il secondo e 30.000 euro per il terzo, a fronte della presentazione di un progetto.

cascina dei poveri busto arsizio

La Cascina dei Poveri di Busto Arsizio

Cascina dei Poveri, è una località, nonchè un’antica e importante cascina di Busto Arsizio dalle origini medioevali. Sorge lungo la Strada di Milano (divenuta poi nell’Ottocento la napoleonica strada del Sempione) nel mezzo della Selva Longa, la vasta brughiera che si estendeva tra Busto Arsizio e Gallarate, probabilmente tra il XII e il XIII secolo. Inizialmente nota con l’appellativo di Cascina del Covino (o Comino o Zugnino) del Nicora era strutturata come un borgo autonomo e autosufficiente appartenente alla Pieve di Gallarate. In un locale indipendente si trovava il forno. La chiesa, la sagrestia e il giardino non erano affacciati alla corte, ma annesse alle abitazioni. Nel XVI secolo la Scuola dei Poveri di Busto Arsizio divenne proprietaria della Cascina (da qui la denominazione di Cascina dei Poveri), che nel frattempo era stata annessa al territorio comunale di Gallarate. Nel Seicento la Cascina passò dal territorio di Gallarate a quello di Busto Arsizio, in cui si trova iscritta nel catasto teresiano settecentesco. Nel 1663 presso la Cascina iniziò la costruzione della chiesetta di San Bernardino, ultimata nel 1667. Nel XVIII secolo fu poi realizzato il campanile, mentre nel 1920 l’edificio venne ampliato con la realizzazione di un nuovo presbiterio. Sulla facciata dell’oratorio fu posta una lapide che attestava la nascita in quel luogo della Beata Giuliana; sull’altare vi era un dipinto di Antonio Crespi raffigurante la Vergine col Bambino che porge un giglio alla Beata Giuliana. Nel 1684 furono costruiti la sacrestia e il cimitero ora distrutto. La Cascina dei Poveri, che nel 1918 contava ancora 400 abitanti, restò popolata sino ai primi anni Settanta, quando poi fu totalmente abbandonata. Successivamente il Comune di Busto Arsizio divenne proprietario di parte della cascina e della chiesetta di San Bernardino. La chiesetta fu restaurata e salvata dall’autodistruzione nel 2000 attraverso i B.O.C. (Buoni del Comune) emessi dall’Amministrazione, che gli abitanti acquistarono in pochissimi giorni, pertanto è una volta di più patrimonio degli stessi cittadini. Vogliamo ricordare i versi nel dialetto di Busto Arsizio del prof. Luigi Caldiroli addolorato per triste tramonto della Cascina, perché da qui si vuole ripartire a riqualificarla: a Cassina di Poi a la tàsi a la piàngi a sò sòrti segnàa a la piàngi un tramòntu da pàsi

La vita agra della Cascina dei Poveri di Busto Arsizio raccontata da chi ci è nato e vissuto

Santa Caterina del Sasso

L’Eremo di Santa Caterina del Sasso di Leggiuno

È un luogo dal fascino antico l’Eremo di Santa Caterina, in cui natura, arte e storia si fondono alla roccia del Sasso Ballaro cui è aggrappato, come silenzioso guardiano delle acque del Lago Maggiore. Uno dei luoghi più amati dalla provincia di Varese. La tradizione vuole che l’Eremo sia stato fondato dall’avido mercante Alberto Besozzi che, scampato ad un naufragio durante la traversata del lago grazie alle preghiere rivolte a Santa Caterina d’Alessandria, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita. Lì il Beato, dopo aver salvato i paesi circostanti dalla peste, fece edificare una cappella dedicata alla Santa Caterina d’Egitto, ancora visibile sul fondo della chiesa. La cappella, che risale alla fine del XII° secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, quella di Santa Maria Nove e quella di San Nicola o Nicolao, protettore dei naviganti e la cui esistenza è certa a partire dal XIV° secolo. Dopo un primo periodo durante il quale vi soggiornarono i Domenicani, dal 1314 al 1645 guidarono l’Eremo i frati del convento milanese di Sant’Ambrogio ad Nemus, sostituiti poi dai Carmelitani di Mantova fino al 1770. Importante è il miracolo degli inizi del XVIII secolo, quando cinque enormi massi “ballerini” precipitarono sull’antica chiesa, ma restarono incastrati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni e rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910 e ritrovati poi miracolosamente a terra. Dal 1970 l’Eremo è proprietà della Provincia di Varese che lo ha restaurato ed è stata capace di unire l’anima religiosa e sacra a quella museale, rendendolo meta irrinunciabile del turismo nel varesotto. Ha ospitato prima una comunità domenicana, poi, sino al 2018 è stato retto dagli oblati benedettini e dalla primavera 2019 la gestione religiosa dell’Eremo è affidata alla Fraternità Francescana di Betania.

 via Gaggio

La brughiera del Gaggio di Lonate Pozzolo

La brughiera del Gaggio è un’area di grande valore scientifico, storico e paesaggistico, in essa si concentra una biodiversità unica in tutto il Sud Europa, si tratta infatti di una brughiera di origine alpina con caratteristiche mediterranee, la collocazione lungo il corridoio ecologico del fiume Ticino ha permesso nei decenni di avere specie animali e vegetali tipicamente presenti nelle brughiere centro europee con altre invece prettamente mediterranee. E’ anche un punto di monitoraggio prioritario e unico per i cambiamenti climatici, qui si notano variazioni biologiche con largo anticipo rispetto ad altri ambienti. Questo scrigno di natura, paesaggio e storia è purtroppo gravemente minacciato da un possibile ampliamento dell’area cargo dell’ aeroporto di Malpensa (ugualmente ottenibile con soluzioni alternative), che comprometterebbe irrimediabilmente questa testimonianza unica nel suo genere. La zona ha infatti tutte le caratteristiche scientifiche biologiche per diventare un SIC Sito di Importanza Comunitaria nella rete di Natura 2000. Purtroppo un ambiente di questo tipo non è “riproducibile” altrove, la sua compromissione rappresenterebbe una irrimediabile perdita per l’Italia e l’Europa.

Generico 06 Feb 2023

Al primo posto della classifica provvisoria della Lombardia troviamo
il Villaggio Crespi D’Adda (Capriate San Gervano, Bergamo).

L’intero Villaggio oggi  è un sito patrimonio dell’UNESCO in quanto esempio eccezionale di villaggio operaio della fine del XIX e dell’inizio XX secolo. Il sito è ancora straordinariamente intatto, il suo assetto urbanistico e architettonico sono pressoché inalterati, anche se nel corso degli anni alcune condizioni sono cambiate. Gli abitanti del Villaggio erano solo i dipendenti della fabbric e i loro familiari, in questo senso la vita della comunità ruotava tutta intorno al cotonificio, alla sua velocità. Era l’imprenditore a preoccuparsi di tutte le esigenze dei suoi dipendenti e delle loro famiglie. Questi bisogni includevano case con giardino e tutti i luoghi pubblici necessari a una reale e funzionante vita comunitaria: la chiesa, la scuola, l’ospedale, il circolo ricreativo, il teatro, dei bagni pubblici, una piscina, dei negozi e persino dei campi sportivi e un parco. Potreste crederci?! Quasi 150 anni fa.

I cinque luoghi del Cuore della Lombardia nella classifica provvisoria 2013

Il Santuario e Chiesa Rupestre di San Vittore M. di Brembate (Bergamo)
Il Santuario e Chiesa rupestre di San Vittore Martire si trova a Brembate, un comune della parte occidentale della pianura attraversato dal fiume Brembo. Il comitato “Per la valorizzazione del Santuario e della Chiesa Rupestre di San Vittore Martire” è nato dall’incontro di diverse associazioni locali che hanno a cuore il destino del bene: la sua posizione sul fiume rende necessario un continuo controllo dell’umidità. La partecipazione al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 vuole portare alla luce i tanti bisogni di questo luogo: tra i più urgenti il recupero degli affreschi del XIV secolo della chiesa rupestre e il restauro del ciclo pittorico dell’abside della chiesa superiore di Gian Battista Botticchio, datato 1663. La Delegazione FAI di Bergamo sostiene la raccolta voti di questo e di tutti i luoghi del territorio.

I cinque luoghi del Cuore della Lombardia nella classifica provvisoria 2013

Circolo Combattenti e Reduci di Milano

Oggi il Circolo Combattenti e Reduci di Porta Volta a Milano rischia di scomparire, e con lui uno degli ultimi luoghi di Milano ancora in grado di trasmettere non solo la memoria storica di un tempo passato, ma i valori e le tradizioni che hanno fatto innamorare il mondo dell’Italia. L’antico Dazio di Porta Volta diventa Circolo del Combattenti nel 1919, un nuovo progetto urbanistico di Milano, in via di sviluppo, porterebbe alla scomparsa del giardino e del suo glicine, cuore pulsante del Circolo. All’interno dell’antico Casello Daziario e nel suo giardino si trovano insieme i soci veterani, che frequentano il circolo da più di quarant’anni, e i ragazzi più giovani che all’ingresso non possono evitare di dichiarare l‘allegria di scoprire un luogo segreto pieno di memoria, unico e resistente al cambiamento e alle mode della città. Queste generazioni si intrecciano durante tutta la giornata, fino a sera, tra i tavoli con i giochi delle carte e le sfide al ping pong, tra i ragazzi che arrivano presto a studiare sotto il glicine e quelli meno giovani che nel tavolo accanto raccontano la vecchia Milano. Il Circolo Combattenti e Reduci, cosciente della ricchezza che custodisce dietro le sue porte, si impegna in modo costante a mantenere le tradizioni, affinché queste vengano scoperte anche dai più giovani, salvaguardandone la memoria attraverso la commemorazione delle ricorrenze storiche, promuovendo manifestazioni culturali e attività artistiche atte a creare un legame generazionale, permettendo una continuità della memoria storica. Oggi il circolo rischia di scomparire e con lui un pezzo importante della storia di Milano degli ultimi cent’anni. —“E’dal 1968 che io sono socio qui, perciò ne ho vista passare tanta di acqua sotto i ponti, per me è una seconda casa, se dovesse chiudere, è come chiudere una memoria storica di Milano. Per i giovani che vengono adesso sarebbe un peccato mortale non avere un luogo del genere. Tra dieci anni vorrei che questo luogo fosse come oggi, che riunisce giovani e anziani che si divertono nella stessa maniera”. Lillo Classe 1941 Socio dal 1968 —“Sono da poco a Milano, qui al Circolo ci si sente a casa. Se dovesse chiudere verrebbe a mancare un punto di ritrovo e socialità che qui c’è e che in Italia mi sembra stiano scomparendo” Francesco Classe 1988 Socio dal 2019.

Alcuni testi e foto dal sito https://fondoambiente.it/.

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Pubblicato il 11 Febbraio 2023
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