
Dalle ordinanze al razionamento, il piano per fronteggiare la siccità
Si inizia con le ordinanze per limitare i consumi, si passa ai razionamenti e infine sono pronte autobotti e sacchetti di acqua potabile. Ecco il piano di LeReti per fronteggiare la siccità, con un occhio rivolto ai grandi investimenti per rendere più stabili i rifornimenti di acqua

Se fino ad oggi (grossi) problemi all’erogazione di acqua non ci sono, se caldo e sole non dovessero lasciare il posto alla pioggia le conseguenze inizieranno a farsi vedere anche al rubinetto di casa. Per questo le aziende che gestiscono gli acquedotti stanno perfezionando i piani di emergenza da attuare e Andrea Pezzana, responsabile di esercizio di LeReti, spiega quello dei 34 comuni da loro gestiti in Provincia di Varese, tra cui anche il capoluogo.

Il primo passo sono le ordinanze per invitare a limitare il consumo. «Nei prossimi giorni chiederemo a tutti i sindaci di emetterle -spiega Pezzana- perchè ci siamo resi conto che in tutti i comuni in cui sono già state emesse i consumi sono calati. Le persone sotto questo punto di vista sono estremamente responsabili e collaborative».
Il passo successivo ha un nome che desta paura: razionamenti. «Si inizia con quelli notturni per causare il minor disagio possibile agli utenti, alle attività commerciali ed industriali, sfruttando quelle ore per riempire i serbatoio della rete e avere così acque disponibile nei momenti di massimo consumo, come ad esempio al mattino». Un sistema che però non sempre può essere attuato sempre perchè «dipende da come è stata costruita la rete e da come sono organizzati i serbatoi». Il caso di Varese in questo senso è molto particolare «perchè si tratta di una rete ampia e più resiliente che può contare sia su diverse fonti e sia su impianti autonomi tra loro» e quindi «in questo caso si potrà limitare il consumo solo in alcune aree, salvaguardando ad esempio i servizi essenziali per ospedali o strutture sensibili».
Il passo successivo è quello di un’ulteriore stretta ai consumi, circostanza che però almeno per il momento il governatore Attilio Fontana tende ad escludere. I gestori della rete hanno però comunque pronto il piano di emergenza. «Noi abbiamo a disposizione diverse cisterne da inviare nelle zone più sensibili -continua Pezzana- e anche una scorta di sacchetti di acqua potabile che produciamo nel nostro impianto di Como, operazioni che nel caso verranno messe in campo con uno stretto collegamento con le amministrazioni locali e la protezione civile».
Ma per fronteggiare la siccità ci sono anche gli investimenti, fatti o da fare. «Tra il 2019 e il 2021 abbiamo investito 24 milioni di euro e la metà di queste risorse sono andate per l’efficientamento della rete, ma se l’acqua manca bisogna superare la logica dei singoli acquedotti. Noi abbiamo già collegato alcune delle reti che gestiamo e questo sta permettendo già oggi di portare l’acqua da dove c’è a dove non c’è». Un sistema che si vorrebbe replicare anche su una scala decisamente più grande, copiando un po’ il modello che c’è a Como. «A Como oggi non abbiamo grandi problemi perchè abbiamo un sistema di captazione di acqua dal lago e un sistema simile vorremmo realizzare anche per il Varesotto». Il progetto è già scritto e prevede un’impianto di prelievo dell’acqua dal Lago Maggiore nell’area di Germignaga, da cui poi far partire una rete in grado di portare questa acqua anche parecchio lontano».
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