Liliana Segre che entrò ad Auschwitz bambina
Martedì 19 la testimonianza di una delle ultime testimoni della Shoah, unica sopravvissuta della sua famiglia
fabbrica d’armamenti, resistendo alla fredda violenza nazista con la forza della speranza. Ogni anno, alla commemorazione del treno che partì per Auschwitz dalla stazione Centrale di Milano, ricorda una compagna di prigionia che non è tornata, inghiottita dal buco nero della follia dell’omologazione e della purezza teorizzata da Hitler e messa in pratica con l’eliminazione di ebrei, zingari, omosessuali, disabili e oppositori. «Le sue parole ci aiutano a capire l’orrore indibile dei campi e di Auschwitz-Birkenau in particolare: quella distesa di casupole in cui per molti è difficile anche solo entrare, anche Depositari della memoria sono gli ultimi testimoni viventi, come Liliana Segre, ma anche i luoghi che sono segno tangibile dell’orrore. Anche da questo punto di vista l’amministrazione di Samarate ha voluto intervenire concretamente: «Abbiamo stanziato un contributo per l’iniziativa che porterà un grande gruppo di studenti in visita ad Auschwitz» continua l’assessore Mazzucchelli «Tra loro ci sarà anche una studentessa samaratese». Vedrà con i suoi occhi la distesa di baracche e il crematorio, da cui sono passate, ridotte a cenere, tante vite. Un milione di esistenze, ma non quella di Liliana Segre, che ritrovò la libertà a quindici anni e ha raccontato per sessantacinque anni la sua storia e quelle di chi è volato via nel vento.
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