Tanto caldo e poca pioggia: il 2017 è da record
Il Centro Geofisico Prealpino ha diffuso i dati dell'anno climatico: è stato il più caldo dal 1967 con una temperatura di 1,6° C più alta della norma
Un anno record, almeno dal punto di vista climatico. Con poca pioggia, pochissima neve e tanto caldo il 2017 ha stracciato molti record, tutti messi nero su bianco bilancio del Centro Geofisico Prealpino dell’anno climatico (che inizia il 1 dicembre, ndr). Da quando sono iniziate le serie storiche del centro -e cioè nel 1967- il 2017 è risultato l’anno più caldo con una temperatura media di 14,43°C ben 1.6°C al di sopra della media del trentennio di riferimento 1981-2010. Tanto caldo e poche precipitazioni per un anno in cui sono state ben 58 le giornate vissute sopra i 30 gradi. (foto Lanena)
TEMPERATURE
L’anno meteorologico ha fatto registrare temperature molto sopra la media soprattutto in primavera ed estate. Gli unici mesi sotto la media che sono stati gennaio e settembre. L’inverno è risultato mezzo grado più caldo della media del trentennio 1981-2010 nonostante un gennaio gelido che è stato il quinto più freddo degli ultimi 50 anni e ha portato al gelo parziale del lago di Varese.
La primavera è stata complessivamente la seconda più calda di sempre, con i mesi di marzo e di aprile terzi più caldi e un colpo di coda a fine aprile, con neve a Varese e a Campo dei Fiori anche il primo maggio. Stesso gradino del podio per l’estate che ha eguagliato il record assoluto di caldo con 36.3°C il 4 agosto . L’autunno è stato solo 0.6° sopra la media a causa di un mese di settembre fresco ma senza la pioggia delle tipiche perturbazioni equinoziali con un ottobre praticamente asciutto (solo 2.5 mm di pioggia) e anche molto caldo (media delle temperature massime ben 19.4°C, un altro record).
Complessivamente il 2017 rimane in linea con il progressivo aumento delle temperature che fa registrare un incremento di 0.44 gradi ogni decennio.
PIOGGIA E NEVE
Da un lato il caldo, dall’altro il secco. Con un totale di 1155 millimetri, infatti, il 2017 ha fatto registrare piogge inferiori del 36% alla media che sul periodo 1966-2016 vale 1571 mm. In questo ambito il Centro Geofisico Prealpino spiega:
Benché vi siano grandi fluttuazioni tra la pioggia totale da un anno all’altro, non sembra emergere dall’analisi statistica una tendenza all’aumento o diminuzione dell’apporto idrico sul lungo periodo in questi ultimi 51 anni mentre si constata una lieve tendenza alla diminuzione dei giorni piovosi nella stagione invernale (da 20 a 17). Il dato è confermato quest’anno da un lungo periodo di siccità invernale con solo 18 mm di pioggia nei mesi di dicembre e gennaio.
E’ questo un evento ormai piuttosto comune nella stagione invernale e che si è puntualmente verificato di tutti gli inverni dal 1998 in poi (con le sole eccezioni del 2009, 2010 e 2013). Un ulteriore periodo di siccità si è verificato dal 19 settembre al 3 novembre, che ha certamente favorito lo sviluppo di incendi sul Piemonte ma anche sul Campo dei Fiori alla fine di ottobre.
E così il 2017 è stato un anno di perdite eccezionalmente elevate per i ghiacciai alpini che hanno sofferto la mancanza di neve dei mesi di dicembre 2016 e gennaio ed il caldo quasi senza tregua dell’estate. Nella foto qui sotto si vede il ghiacciaio di Hohsand (alta Val Formazza) che ha perso oltre 2 metri e mezzo di ghiaccio alla quota di 2800 metri, con un ritiro frontale di ben 50 metri.
LAGO MAGGIORE
La conseguenza ti tutto questo è che nel secondo lago italiano si sono ripetuti episodi di prolungata siccità. Situazioni che hanno portato il Verbano alle soglie di magra con una grave sofferenza anche del fiume Ticino a cui è difficile garantire in queste condizioni la minima portata vitale. Il Lago Maggiore in questo senso alla fine di novembre ha toccato il livello più basso della storia in quel periodo.
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