La tagesmutter e la riapertura dei nidi famiglia
La professionista spiega, dal suo punto di vista, perché riaprire queste strutture potrebbe essere una soluzione per i genitori che lavorano in Fase 2
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che ci ha inviato Fiorella Naccarella, tagesmutter del nido famiglia “Fior di Coccole, tagesmutter” a Sesto Calende.
La sua riflessione pone l’accento su uno dei temi più caldi di questi giorni, ovvero la difficoltà di immaginare una riapertura delle attività produttive senza aver preparato una soluzione adeguata per i lavoratori con bambini piccoli che non possono essere lasciati a casa da soli né affidati ai nonni, i soggetti che per età anagrafica rischiano le maggiori complicazioni da coronavirus e quindi da proteggere in via prioritaria.
Tra le risposte, anche se parziali, al problema c’è quella di riaprire i nidi molto piccoli.
La professionista spiega, dal suo punto di vista, perché potrebbero essere una soluzione.
Voglio dar voce a questa categoria, che molte persone forse non conoscono: il nido famiglia.
È una realtà molto piccola, famigliare, che si occupa al massimo di 5 bambini in compresenza nella fascia d’età 0-3 anni.In questo periodo di grande emergenza, le istituzioni stanno dando molto risalto ai problemi educativi e in generale alla didattica dai 6 anni in su, anche i più piccoli devono avere la stessa attenzione, perché sono tante le famiglie che si appoggiano a questa realtà per poter andare a lavorare.
L’alternativa? Affidare i bambini ai nonni che spesso lavorano ancora o sono anziani oppure, ricercare una babysitter (con contratto o abusiva), che non può aiutare più di una famiglia alla volta.
Noi invece siamo persone qualificate per poter gestire i bambini, ma se non ci date la possibilità di riaprire le nostre strutture, molte di noi dovranno chiudere lasciando per strada molte famiglie. Nel giro di pochi giorni, nonostante la volontà di rimanere in contatto con le famiglie, i bambini si sono trovati disorientati nel non capire perché non possono più giocare con gli amichetti e frequentare il nido.Se avessimo la possibilità di riprendere la nostra attività lavorativa, ovviamente prenderemmo tutte le precauzioni per evitare eventuali contagi (mascherine e guanti per noi educatrici, bavaglini, salviettine monouso, ecc per ogni singolo bambino come in realtà già io faccio nel mio nido), attività outdoor garantendo il minimo rischio considerando che per un nido famiglia il livello di contagio di qualsiasi malattia è molto basso.
I locali sarebbero igienizzati quotidianamente e il rapporto tra adulti seguirebbe le norme previste per “l’emergenza coronavirus – covid 19” imposti dal Governo.Va sottolineato che in tutte le commissioni formate per gestire l’emergenza nei vari settori, non è stato inserito neanche un pedagogista che potesse gestire il “problema infanzia”.
L’attività del Nido famiglia è una delle tante e piccole realtà che se non sarà aiutata dallo Stato, sarà costretta a chiudere definitivamente.
Fateci riaprire e aiuteremo in parte il problema organizzativo-economico delle famiglie nel ritornare al lavoro.Fiorella Naccarella
tagesmutter del nido famiglia “Fior di Coccole, tagesmutter” a Sesto Calende.
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