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Aborto, parliamone in modo serio e senza retorica

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28 Novembre 2005

Egregio Direttore,

i centristi della Cdl lanciano l´offensiva sulla legge 194. Il neosegretario dell´Udc, Lorenzo Cesa, propone la creazione di una commissione parlamentare d´indagine sull´applicazione della legge.
E il ministro della Salute, Francesco Storace, che nei giorni scorsi ha invitato i volontari del Movimento per la vita ad entrare nei consultori, giudica la proposta «una buona idea»,
L’Osservatore Romano riafferma la posizione cattolica sull’aborto, intervenendo a difesa del cardinale Ruini, del ministro Storace e dell’Udc. E’ la quarta volta in otto giorni che il quotidiano torna sulla questione, alla quale domenica 20 novembre aveva dedicato un forte titolo di prima pagina: «Difesa della vita misura della civiltà». Ma chi sono queste donne che abortiscono?
Una su quattro è straniera. Giovani (anche giovanissime), lavoratrici, poco istruite.
I dati «preliminari» che fotografano il 2004 dicono che il numero degli aborti è stato di 136.715 con un aumento del 3,4% rispetto al 2003, quando ci fu una diminuzione dell´1,4% rispetto al 2002.
Dati che calerebbero di ben 6 punti in percentuale, considerando solo le italiane.
Va inoltre detto che dal 1982 a oggi gli aborti sono pressoché dimezzati. Dagli oltre 380 mila di quello che fu l´anno-boom ai 136 mila attuali, in pratica il 41,8% in meno.
Tutto è migliorabile ma perchè parlare in questo caso di fallimento della legge?
E come migliorare l’applicazione della 194, se come dice il Sen.Tomassini, di Forza Italia, ginecologo e presidente della commissione Sanità del Senato, sono i soldi che mancano ai consultori?
A mio avviso, l’ aumento degli aborti nell’ultimo anno è facilmente correlabile con la diffusa sensazione di insicurezza sociale ed economica che sta avvolgendo il nostro Paese.
Come investire nel futuro se già l’oggi riserva tante preoccupazioni?
Il percorso che porta una donna – spesso troppo giovane, spesso troppo sola, spesso troppo povera – a varcare la porta di un consultorio è assai più complesso e doloroso di quanto non pensi il ministro Storace. In queste condizioni , nel nostro paese, il ricorso alla legge 194 non può considerarsi una manifestazione di libertà, ma una decisione cui le donne sono generalmente costrette dalla necessità. .
Ma per tornare all’articolo dell’Osservatore Romano come non essere d’accordo quando conclude “Salvaguardare e promuovere la vita umana dovrebbe essere interesse primario di ogni consorzio civile. La tutela della vita costituisce la misura della civiltà e della democrazia. È misura dell’autentica libertà». Già dovrebbe…
Non ci si accusi di demagogia se diremo che questa libertà non esiste in un paese come il nostro nel quale il lavoro è sempre più scarso e insicuro, i prezzi delle case in spaventosa crescita da anni.
I giovani non hanno più nemmeno il coraggio di sposarsi, figurarsi di fare dei figli.
In quanti contratti “atipici” non è garantita , tutelata la maternità? E se Lei perde il posto di lavoro poi il mutuo con cosa lo si paga?
E il latte in polvere più caro d’Europa, e i biberon, i pannolini e tutto il resto?
Questo centrodestra che dice di avere tanto a cuore la famiglia , taglia i fondi per le politiche sociali ai Comuni. Così sono in diminuzione o a costi insostenibili i posti disponibili negli asili nido e nelle scuole materne e primarie si fanno collette per acquistare i materiali didattici.
Credo non sia più eludibile ormai affrontare anche in sede politica in modo serio e non retorico, il discorso della condizione delle donne nel nostro paese, della loro difficoltà di trovare un lavoro e sopratutto di conservarlo qualora abbiano il desiderio di mettere al mondo un figlio.
Di questo vorremmo sentir parlare nei programmi elettorali.
Cordiali saluti

Adriana Scanferla - Democratici di Sinistra -Gallarate

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