» Invia una lettera

Il desiderio di pace dei bambini palestinesi

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle
Loading...

12 Ottobre 2004

Egregio direttore,
1200 studenti delle scuole medie e delle superiori hanno affollato ogni posto del teatro di Varese, l’11.10.04, per assistere allo spettacolo: Dietro il muro – Danzare la speranza, un gruppo di una ventina di ragazzini palestinesi, dai 13 ai 16 anni.
Il gruppo di danza IBDAA è uno dei più importanti gruppi di danza folkloristica palestinese, e sta portando nel mondo un messaggio di pace.
IBDAA significa: “Creare qualcosa dal nulla” e vuole rappresentare la storia e le aspirazioni del popolo palestinese.
Il Gruppo di Danza è parte del Centro Culturale Ibdaa, nato nel 1995, nel campo profughi di Dheisheh nella Cisgiordania, uno dei 59 campi creati dopo l’espulsione e la fuga di più di 75.000 Palestinesi a seguito della creazione dello Stato d’Israele nel 1948.
Quelli che fuggirono a Dheisheh provenivano da 445 villaggi del territorio ora nelle mani di Israele, i loro discendenti costituiscono oggi gli 11.000 abitanti del campo, 11.000 persone che vivono in meno di mezzo Kmq di terra.
La comunità di Dheisheh ha una lunga storia di sofferenza e di lotta. Fino al ritiro delle truppe istareliane nel 1985, il campo è stato circondato da un alto reticolato di filo spinato che bloccava tutte le 14 entrate nel campo, eccetto una. I soldati percorrevano i vicoli provocando scontri violenti con l’uccisione di decine di persone. Durante gli anni del processo di pace, le condizioni dei profughi sono state largamente ignorate al tavolo negoziale, gettando la comunità nella frustrazione e della disperazione.
Dall’inizio della seconda Intifada nel settembre 2000, Dheisheh è stata sottoposta a intensi attacchi da parte dell’esercito israeliano.
Al mese di agosto 2004, il campo ha perso 56 dei suoi abitanti, 15 dei quali ragazzi con meno di 18 anni.
C’è una sistematica mancanza di acqua in estate, e continui blackouts elettrici in inverno. La disoccupazione è balzata a più del 56% dall’inizio dell’Intifata, perché le chiusure e i coprifuoco hanno distrutto quasi completamente le attività economiche nei territori occupati.
La vita dei bambini e dei ragazzi di Dheisheh, che sono più della metà della popolazione del campo, è durissima. Molti di loro devono affrontare una povertà grave e sono spinti a vivere nei vicoli sporchi a causa della mancanza di campi da gioco e di servizi. Essi perdono rapidamente la loro fanciullezza, colpiti dalla instabilità politica e dalla violenza.
Un conflitto devastante tormenta da oltre mezzo secolo “la terra del latte del miele” ed avvelena i rapporti internazionali nel Mediterraneo e nel mondo. La soluzione non è impossibile, basta schierarsi dalla parte giusta: quella del dialogo, della ragionevolezza, dell’ascolto delle ragioni dell’altro, della ricerca di soluzioni condivise.
La pace è un problema di tutti, tutti possono e devono dare un contributo: è un compito difficile, ma non impossibile.
E questo stanno facendo questi ragazzi, quando ci spiegano cosa significhi vivere in un campo profughi, così maturi, pur nella loro giovane età!
Le danze si snodano sui ritmi del canto popolare e tradizionale della Resistenza Palestinese, ma anche seguendo ritmi più moderni, che vengono sottolineati dai giovani spettatori.
Le immagini di guerra (il morto che si accascia al suolo), sono però coperte da una speranza per un futuro che questi ragazzi credono sia ancora possibile, un futuro senza reticolati, senza fili spinati, senza MURO.
Un messaggio di pace da un popolo senza terra ma con una propria identità, cultura e tradizione, in una continua lotta per la libertà e la giustizia.
Lo spettacolo è composto da tre parti principali che suggeriscono allo spettatore messaggi riguardanti le tradizioni, la vita attuale, la cultura della popolazione palestinese.

‘THE WELL’ (IL POZZO), parla del legame che unisce i Palestinesi alla loro terra, intesa come luogo dove si è nati e da cui si proviene per tradizione, sentimento tramandato di generazione in generazione; ‘THE TENT’ (LA TENDA) rappresenta con la danza diversi aspetti della irrisolta questione dei profughi palestinesi; ‘DETAINED’ (INCARCERATO) racconta la tragedia umanitaria delle persone arrestate dalle forze di occupazione militare.
DHEISHEH CAMP è un campo profughi che nasce nel 1948, dopo la prima ondata di occupazione da parte israeliana dei villaggi arabi. Si estende su 1 km quadrato, accoglie 11.000 abitanti, di cui 4.500 bambini.
Commovente, “Bella ciao”, cantata in coro alla fine dello spettacolo, ma ancora più emozionante è stato l’incontro fra i ragazzi italiani e quelli palestinesi, le domande e le risposte che si sono incontrate a lungo, domande ingenue, a volte, oppure fin troppo serie, e la serietà con cui i ragazzini palestinesi rispondevano alle domande.
In tutti questi ragazzi c’era un desiderio di pace.
A noi adulti il compito di dare risposte di pace.

Ierina Dabalà

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.