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Ma per i giovani una via d’uscita c’è

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24 Novembre 2005

Gentilissimo Direttore,
mi permetta qualche rapida osservazione per quanto concerne il “male di vivere” dei giovani d’oggi, “soli e senza ambizioni”, come li ha dipinti qualcuno sulle colonne del Suo giornale online.
E’ chiaro, il problema è palese, e solo un pazzo potrebbe negarne l’evidenza: da ragazzo giovane quale sono (ho 23 anni), guardandomi intorno il sabato pomeriggio, in pieno centro a Varese, sono assalito da un misto di tristezza, sconforto, scoramento ed impotenza… Quegli sguardi vuoti, quelle bestemmie usate come intercalare, quell’assenza di spirito d’osservazione e di vivacità intellettuale, tutto ciò è deprimente e disarmante.
Seppur ormai abbastanza distante dalla “fase adolescenziale” che, grazie a Dio, mi sono lasciato alle spalle, mi ritrovo spesso a contatto con ragazzi tra i 14 e i 18 anni, poichè è a loro soprattutto che Azione Giovani si rivolge quando scende in piazza, tra la gente, e prende posizione sui temi più disparati.
Confesso che più volte, di fronte al “nulla” che camminava per le vie del centro, ho pensato di smontare gazebo e tavolino e riportarli in soffitta, nell’attesa di tempi migliori.
Ma ogni volta, fortunatamente, non ho ceduto alla tentazione e, insieme ai militanti di AG, ho “tirato diritto”, cercando di stimolare i giovani varesini a riflettere su ciò che accade nel mondo e a non farsi scivolare tutto addosso, passivamente.
E che soddisfazione, quando due sedicenni si avvicinano al nostro gazebo con lo sguardo curioso e attento di chi vuole capire qualcosa di più, di chi non si accontenta della “vasca” in corso Matteotti e della “canna quotidiana”, ma vuole vivere da essere pensante, e non come un ingranaggio del sistema.
E’ vero, il nulla, Sauron, sta avanzando, ha già attaccato da un pezzo la Terra di Mezzo, e il rischio di essere annientati è grande. Ma finchè ci saranno dei giovani Hobbit pronti a combattere, beh, non tutto sarà perduto.
Forse il paragone è un po’ ardito, ma io sono convinto che una via d’uscita esiste: chiamatela politica, associazionismo, volontariato… chiamatela come vi pare, ma sappiate che c’è. E consiste nel dare un senso alla propria vita: trovare degli ideali in cui credere e per i quali essere pronti, nel caso, a sacrificare la vita stessa.
Non sono un sociologo nè uno psicologo, ma un consiglio da “giovane tra i giovani” mi permetto di darlo ai genitori che leggono Varesenews: insegnate ai vostri figli la “gratuità”.
Il compianto Marzio Tremaglia ci ha lasciato un testamento che è il “Credo” dei ragazzi di Azione Giovani, e che vi invito a leggere con attenzione.
“Credo nei valori del radicamento, della identità e della libertà; nei valori che nascono dalla tutela della dignità personale. Sono convinto che la vita non può ridursi allo scambio, alla produzione o al mercato, ma necessita di dimensioni più alte e diverse. Penso che l’apertura al sacro e al bello non siano solo problemi individuali. Credo in una dimensione etica della vita che si riassume nel senso dell’onore, nel rispetto fondamentale verso se stessi, nel rifiuto del compromesso sistematico, e nella certezza che esistono beni superiori alla vita e alla libertà per i quali a volte è giusto sacrificare vita e libertà”.

Stefano Clerici - Presidente Provinciale AZIONE GIOVANI

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