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«Sicurezza: occorre puntare sull’integrazione sociale»

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30 Novembre 2005

Egregio direttore,
come DS, presentammo una mozione sulle politiche della sicurezza in data 29 ottobre 2002, discussa in Consiglio comunale il 28 aprile 2003.
In tale mozione elencavamo, con dovizia di dati statistici, senza fare facili allarmismi, una situazione della nostra città che ritenevamo preoccupante alla luce dei fattori di rischio tradizionali (un sistema economico sviluppato che consente una buona diffusione di ricchezza; la vicinanza del confine di Stato con la Svizzera; la facilità di collegamento con il Piemonte) e di quelli nuovi (lo sviluppo di Malpensa dove all’intensità di investimenti e di affari corrispondono in maniera proporzionale fenomeni di illegalità, corruzione, attività criminose).
Denunciammo con forza l’escalation di alcune tipologie di reati quali omicidi, rapine, furti, violenze carnali, sfruttamento della prostituzione, lavoro nero, riciclaggio, usura, estorsione, proponendo soluzioni concrete. In uno spirito bipartisan, perché una classe politica degna di questo nome non deve mai dividersi sul tema della sicurezza dei cittadini.
La mozione fu trasformata, su proposta del centrodestra, in una semplice raccomandazione alla Commissione competente di proseguire i lavori già cominciati con l’esame del famoso progetto Varese Sicura.
L’ex sindaco Fumagalli dichiarò, come risulta dal verbale della seduta, di non condividere la visione apocalittica della criminalità da noi presentata. In particolare per quanto riguarda la piaga della prostituzione da cui la nostra città, secondo lui, si era liberata da tempo.
In questi mesi, purtroppo, i fatti stanno sottolineando come, al di là dei proclami, le precedenti amministrazioni di centrodestra abbiano colpevolmente sottovalutato la questione sicurezza. Sono sotto gli occhi di tutti i varesini, infatti, le rapine avvenute in pieno centro ad una nota banca e alla Tesoreria del Comune, l’inchiesta in corso sullo sfruttamento della prostituzione in un albergo e in alcuni locali notturni, l’esplosione del fenomeno dello strozzinaggio ai danni soprattutto delle microimprese a conduzione familiare, i continui arresti per spaccio di stupefacenti, i furti nelle abitazioni private.
Ci auguriamo, pertanto, che il tema della sicurezza ritorni ad essere prioritario nell’agenda politica dei partiti che si candidano a governare Varese.
Da parte nostra pensiamo che occorra investire con fiducia in politiche tendenti a fare maturare una visione globale della sicurezza che comprenda non solo le attività di contrasto, ma anche quelle di recupero e di integrazione sociale. Siamo convinti, infatti, che una risposta basata esclusivamente sulla repressione di tipo poliziesco, non sia sufficiente a contenere il disagio che si è diffuso tra la popolazione. Occorre mettere in campo un mix intelligente di interventi per il presidio del territorio e per il ripristino della questione sociale. Bisogna pensare a un coordinamento operativo tra carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia locale, sotto un’unica sala operativa e un unico comando, perché solo questo potrebbe garantire, per esempio, una presenza costante nei quartieri. Bisogna tornare a stanziare adeguate risorse nelle leggi finanziarie. Bisogna incentivare la massima collaborazione possibile tra i cittadini e le forze dell’ordine. Bisogna fare in modo che i processi si concludano in tempi accettabili. Senza dimenticare che la più efficace politica della sicurezza è anzitutto quella che migliora la qualità della vita combattendo il degrado, curando gli spazi pubblici, costruendo occasioni di socializzazione e solidarietà.
La politica impone di compiere scelte responsabili. I DS sono pronti a farlo anche nel governo di Varese.

Fabrizio Mirabelli - Segretario DS Varese -

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