Tentano di speronare i carabinieri e fuggono nei boschi: arrestati
Due pregiudicati alla vista dei militari hanno cercato di speronarne l'auto poi dopo un breve tratto in strada sono fuggiti a piedi. Le manette sono scattate dopo un'ora di ricerche fra i boschi
Tentato speronamento in auto e inseguimento con un bilancio di due arresti nei boschi del Parco Alto Milanese oggi, lunedì 23 febbraio. I fatti tra le 12,30 e le 13. Un’auto della stazione dell’Arma di Castellanza stava pattugliando la zona boschiva al confine con Legnano, sovente luogo di ritrovo di tossicodipedenti e sbandati, quando si è imbattuta in una Y10 con a bordo due individui sospetti. All’alt dei militari, i due hanno immediatamente risposto con un tentativo di speronamento, andato a vuoto ma durante il quale entrambe le vetture hanno riportando lievi danni contro ostacoli fissi a lato strada. Quindi i due sospetti si sono lanciati in fuga con l’auto in direzione di Busto Arsizio. Dopo qualche centinaio di metri a velocità mozzafiato, i due hanno inchiodato fuggendo a piedi nel bosco. Ai carabinieri non è restato che avvisare i colleghi e avviare una "battuta" di ricerca che dopo un conscienzioso rastrellamento della zona, ben nota ai militari per i numerosi appostamenti e controlli effettuati negli anni, ha consentito di rintracciare prima uno, poi l’altro individuo circa un’ora dopo il primo avvistamento. Si tratta di due pregiudicati sui trent’anni, emntrabi italiani e della zona noti alle forze dell’ordine per vari precedenti relativi alla droga. Dovranno rispondere di resistenza a pubblico ufficiale, ma anche del furto della Y10, che è risultata rubata poco tempo fa nella zona.
Nessuno dei militari ha riportato danni fisici. Si fa comunque preoccupante a tendenza a sfidarne l’autorità da parte dei malviventi. Recenti episodi, anche tragici come quello che portò alla morte del brigadiere Giorgio Illuminoso a Saronno, o la sparatoria serale sulla via per Fagnano di un mese fa, ripropongono il problema delle sacche di illegalità e di marginalitàpersistenti in un territorio in apparenza tranquillo, e del pericolo che queste possono costituire, oltre che per i cittadini comuni, per gli stessi tutori dell’ordine.
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