Colpi di pistola contro un parente, confermato il tentato omicidio aggravato

Il 9 maggio dello scorso anno un 50 enne di Saltrio era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa a suo carico del G.I.P. del Tribunale di Varese. Aveva fatto ricorso in Cassazione: il ricorso è stato rigettato

Il 9 maggio dello scorso anno un 50 enne di Saltrio era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa a suo carico del G.I.P. del Tribunale di Varese per tentato omicidio aggravato. Sottoposto in seguito agli arresti domiciliari, aveva fatto ricorso in Cassazione, chiedendo l’annullamento della misura cautelare.
Ieri, martedì 7 aprile,  è arrivata la risposta della prima sezione Penale della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso e, nella stessa data, il Tribunale Ordinario di Milano, in funzione del Giudice del Riesame, prendendo atto delle esigenze cautelari, ha emesso a suo carico un’ulteriore Ordinanza di Custodia Cautelare, notificatagli dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Luino.
Quattro colpi di pistola esplosi nel buio, avevano accompagnato il ritorno a casa di un 30 enne di Casalzuigno che fino a poche ore prima era stato a festeggiare. Fortunatamente i colpi avevano risparmiato l’uomo, riuscito a rifugiarsi in casa, e si erano infranti sulla porta e su una parete esterna dell’abitazione. Nessuna minaccia o intimidazione nei confronti del giovane aveva, in qualche modo, preannunciato l’evento, né i momenti precedenti alla vicenda in cui il ragazzo era stato ad una festa permettevano di spiegare il gesto.
Nel corso del sopralluogo i carabinieri della Compagnia di Luino avevano  raccolto importanti elementi, ed avviato indagini condotte su diversi fronti.
Le attività dei militari dell’arma non risparmiarono alcuna delle persone vicine al giovane che furono tutte interrogate e sottoposte ad accertamenti finalizzati a verificare la fondatezza dei diversi alibi. 
La traiettoria dei colpi sparati e la proiezione ad altezza d’uomo d’altronde non lasciavano dubbi sulle reali intenzioni del gesto che non raggiungeva lo scopo prefissato dall’aggressore solo per la bravura del ragazzo che capita la situazione cercava un riparo sicuro e chiedeva l’intervento dei carabinieri. In pochi attimi i militari erano sul posto.
Dalle prime luci dell’alba gli inquirenti coordinati dal Sostituto Procuratore di turno dottoressa Zappatini iniziavano gli interrogatori e circoscrivevano un’area investigativa che man mano le loro attività procedevano permetteva di raccogliere elementi di colpevolezza a carico dell’arrestato. Infatti le indagini permettevano di raccogliere elementi di prova che, sottoposti al vaglio dell’Autorità Giudiziaria portavano all’arresto dell’allora 49 enne di  Saltrio, al quale veniva notificata, alle prime luci dell’alba del 9 maggio 2008,  un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Varese, per tentato omicidio aggravato. Aspetto inquietante è un rapporto di parentela fra l’arrestato e la vittima. All’origine del fatto sembrerebbe ci siano dei motivi economici connessi ad un lascito ereditario ed a dissapori che si trascinavano da tempo, e che erano sfociati in alcuni screzi tra l’arrestato e la madre del ragazzo sfuggito all’agguato, responsabile, agli occhi dell’arrestato, di essersi appropriata di beni lasciati alla donna in eredità da comuni parenti.
All’arrestato sono stati concessi gli arresti domiciliari presso la propria abitazione, per rispondere del grave delitto che gli è contestato.  

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Pubblicato il 08 Aprile 2009
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