I nuovi commercialisti: oltre il 740, verso la consulenza alle piccole imprese
A margine del 47esimo congresso dei Giovani Commercialisti, che si svolge a ville Ponti dal 2 al 4 aprile, una riflessione sulla professione con il presidente Luigi Carunchio
Dei 106mila commercialisti iscritti all’ordine, circa il 50% hanno meno di 45 anni, e 550 di essi, provenienti da tutta Italia, sono riuniti alle Ville Ponti di Varese dal 2 al 4 aprile per il loro 47esimo congresso nazionale.
I primi due giorni sono stati dedicati a seminari e dibattiti sul tema dell’anno “Una nuova era per l’economia-dalla crisi alle opportunità di sviluppo”, culminati in una tavola rotonda sulla crisi e sulle sue opportunità. L’ultima giornata è dedicata invece all’assemblea dei presidenti, un momento più operativo e associativo in senso stretto.
“È un momento molto difficile ma abbiamo le energie e la forza per poterlo fare. Abbiamo organizzato questo congresso proprio per trovare il modo migliore di studiare le opprtunità che una crisi del genere può dare” spiega Elisabetta Bombaglio (a sinistra, nella foto, accanto al presidente nazionale, al vicepresidente Luca Corvi e al deputato Pierpaolo Baretta, ospite del congresso), presidente di Usgdec Busto Arsizio, che ha organizzato il congresso.
Presidente dei giovani commercialisti è Luigi Carunchio (nella foto sotto), di Lanciano, vicino a Chieti: il portavoce non solo di una nuova generazione di professionisti, ma anche di una nuova speranza nel buio di questi ultimi mesi.
Cosa significa fare un’assemblea in tempi di crisi?
Per noi crisi significa opportunità. Il tempo della crisi è un momento di cambiamento del tessuto economico-sociale del paese, che da trent’anni era statico. Non ci interessa perciò valutare le ragioni della crisi, ma quali sono le opportunità per ripartire
I vostri clienti ora però saranno in difficoltà. Cosa dite loro?
I nostri clienti sono in difficoltà, è vero. Specialmente perchè i nostri clienti sono le piccole e medie imprese. La grande impresa ha una sua struttura propria. I nostri clienti si affidano invece al dottore commercialista come consulente. Per questo il dottore commercialista deve iniziale una nuova era: in cui da semplice fiscalista che compilava la dichiarazione dei redditi, ora deve essere consulente a tutto tondo per insegnare all’imprenditore italiano a fare impresa in modo proattivo
Qual è il punto di partenza per ricominciare, ora?
Innanzitutto una fiducia nella ripresa e nel tessuto economico di questo paese. Secondo, lavorare tanto sull’innovazione. Noi siamo in una economia matura, dove solo l’innovazione può far ripartire l’economia italiana.
Qual è la differenza tra un dottore commercialista e un giovane dottore commercialista?
La differenza, dal mio punto di vista, è semplice: chi è giovane è come un dischetto formattato, vergine, ma che ha l’esperienza per aiutare un mondo senza esperienza.
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