Pdl stuzzica la Lega: “Basta con la sindrome dell’alleato”
Il Pdl debutta a Varese, con una assemblea pubblica, all’ex cinema Rivoli, in cui, per la prima volta, i militanti provenienti da Fi e An, ragionano insieme sull’identità del nuovo partito
Il Pdl debutta a Varese, con una assemblea pubblica, all’ex cinema Rivoli, in cui, per la prima volta, i militanti provenienti da Fi e An, ragionano insieme sull’identità del nuovo partito. La serata è stata riflessiva e senza trionfalismi, più una sorta di prova generale del lavoro che andrà fatto in futuro. Sul palco, Gianpaolo Ermolli ha presentato l’appuntamento, chiamando per primo sul palco l’ex An Enrico Argentiero, protagonista di una iniziativa di aiuti all’Abruzzo. Ma è stato l’inno nazionale a dare il via alla serata, con la bandiera italiana proiettata sullo schermo. Ermolli ha annunciato che i coordinatori provinciali saranno Rienzo Azzi e il vicario Luca Ferrazzi. Quest’ultimo ha parlato di grande lavoro da fare insieme. «È un momento importante dovremo coinvolgere tutti» ha spiegato Ferrazzi, richiamando a un nuovo percorso che dovrà unire la vecchia militanza di An nella nuova formazione. In sala, i dirigenti di An annuiscono: ci sono Salvatore Giordano assessore a Varese, Luigi Federiconi che viene anche citato dal palco, i consiglieri comunali Stefano Clerici e Carmine Lo Giudice Cappelli, e il nuovo arrivato dalla ultradestra Dario Frattini ex Fiamma Tricolore.
Tocca poi alla componente di Forza Italia parlare. Ermolli chiama sul palco Rienzo Azzi, che pronuncia un discorso quasi in punta di piedi: «Sono emozionato – ammette – e non so bene che cosa dirvi» è il suo inizio. Ma poi traccia un forte richiamo alla confluenza in un obiettivo comune, parla dei due fiumi che mischiano piano piano il colore delle loro acque, e fa anche sorridere la sala quando gli squillano due telefoni, spiegando che Nino Caianiello gli ha insegnato ad averne sempre due per ogni emergenza. Azzi aggiunge che il partito è nato da una intuizione e questa freschezza va mantenuta. «È nato da un predellino» dice per la precisione, valorizzando però l’immediatezza del gesto politico con cui Berlusconi ha inventato il Pdl.
L’intervento politico seguente è stato quello di Nino Caianiello (nella foto): unità, consapevolezza, richiamo al lavoro degli amministratori locali, e del ruolo politico di un partito che in provincia rappresenta la maggioranza relativa. Uscire dalla sindrome dell’alleato della Lega. Caianiello è deciso e non le manda dire. Spiega che già Forza Italia ha sostenuto la Lega Nord quando il suo candidato ha rimandato tutti a votare in provincia, ed è andato a Roma «per difendere che cosa, lo valuteranno gli altri». In aula i forzisti sorridono, la critica a Marco Reguzzoni e al Carroccio è evidente, e al sacrificio di Forza Italia che Caianiello vorrebbe più in primo piano nelle elezioni dei posti che contano. Nelle prime file ci sono, tra gli altri, Aldo Colombo, Giorgio De Wolf, Patrizia Tomassini, Enrico Angelini, Ciro Grassia. Ciro Calemme, Roberto Puricelli, Piero Pellicini. Assenti giustificati, per impegni istituzionali: Massimo Buscemi, Raffaele Cattaneo, Antonio Tomassini.
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