Come sarebbe la Storia se Galileo non fosse stato musone?

Dal 4 al 7 giugno "Storie di Scienza", festival che racconta un mondo stranissimo: quello della storia delle scoperte scientifiche. Con il primo musical scientifico d'Italia e i racconti di Giulio Giorello e Giovanni Bignami

Spesso la storia degli uomini di scienza è tanto avventurosa quanto appassionante,  equella che la maggior parte degli italiani considera una sterile e asettica conoscenza è in realtà la storia di cocciuti rivoluzionari o geni presi per matti. Se Galileo non avesse avuto il terribile carattere che aveva forse la storia avrebbe preso un altro corso, e se Darwin non fosse stato un signore cocciuto non avremmo scoperto la vera età della terra. E’ per conoscere proprio queste storie, e per rendere più viva e umana la scienza, che a Varese è stato organizzato il primo festival di Storia della Scienza,  ideato dalla società TiConUno e realizzato insieme ad ARCI, UAAR e ASVP in collaborazione con l’Università dell’Insubria e il Comune di Varese.

Il festival si chiama “Storie di Scienza” e si svolgerà dal 4 al 7 giugno 2009: sarà costituito soprattutto da conferenze tenute da professori universitari (tra loro anche l’imperdibile Giulio Giorello, le cui lezioni all’università di Milano sono note anche a chi non studia Filosofia della Scienza), giornalisti scientifici e altre personalità (come Giovanni Bignami, uno dei primi grandi nomi dell’Agenzia Aerospaziale Italiana), tutti noti per la gradevolezza dei loro racconti.

Ma non mancheranno anche chicche curiose. La prima riguarda il primo musical scientifico in Italia, protagonisti i personaggi di Star Trek: in due repliche, venerdì 5 e sabato 6 giugno, la compagnia della Gru racconterà in modo non convenzionale la storia del concetto di tempo e spazio e sarà originale persino nell’orario, visto che comincia alle 22.30.
La seconda chicca è invece la mostra su Darwin, realizzata da una associazione milanese notissima per i suoi eventi scientifici, dagli “Happy Hour evoluzionistici” alle “notti con i dinosauri” nel museo di storia naturale di Milano: l’Associazione Didattica Museale, che promette una mostra interattiva e divertente per ragazzi dai “6 ai 600” anni di età.

“Gli scienziati sono spesso uomini geniali anticonformisti che si scontrano con la società in cui vivono e con il pensiero dominante: che sono l’antitesi della scienza, perchè la scienza è dubbio – spiega Alberto Coen Porisini, preside della facoltà di biologia all’università dell’Insubria e membro del comitato scientifico del festival – il festival vuol vivere la scienza dal didentro, prescindendo dai dati tecnici, e umanizzando la genesi di tante scoperte”.
 
“Il Festival vuole far conoscere la storia al di là dei dati che sono l’unica vera autorità rimasta a cui la gente crede – spiega Giuseppe Armocida, storico della scienza all’Insubria e membro anch’esso del comitato scientifico – quando parla uno scienziato, si da per scontato che sia una cosa importante, senza pensare a come è nata. Nemmeno chi studia la scienza e ne impara formule e scoperte, era tenuto fino a pochi anni fa a sapere da dove erano nate le formule che studiava”

“Questo festival è nato in un momento difficile, e non posso che ringraziare il Comune di Varese (che vedeva la presenza alla presentazione del sindaco Attilio Fontana) l’Università dell’Insubria e tutti coloro che hanno reso possibile il farlo partire, oltre ai tanti volontari che vi hanno aderito – ha spiegato Maurizio Melis, giornalista scientifico e conduttore di Moebius a Radio 24, nonché coordinatore del festival ideato dalla società TiConUno – Quello di Varese non è infatti “uno dei tanti festival della scienza” sparsi per l’Italia, ma un approccio nuovo alla scienza stessa, più umano”.

Insomma un festival tutto da provare: tanto per capire se è proprio vero che la scienza non fa per noi, o se invece non abbiamo mai conosciuto il lato vero, e un po’ pazzo, della scienza.
Ad aiutare questo “esperimento” ci pensano anche i costi di iscrizione, che sono decisamente “politici”: il biglietto-abbonamento, valido per tutti gli eventi del festival, è di 5 euro, ma diventa di 3 euro per studenti universitari, insegnanti e tesserati delle associazioni che hanno contribuito  materialmente alla realizzazione del festival, Arci, UAAR e ASVP, ed è addirittura gratuito per tutti i minorenni e per le scuole.
Come dire: “Vieni a vedere. Se ti piace torni, se non ti piace non ti arrabbi”. Anche se le premesse fanno pensare che questa strana storia di scienza non ci deluderà affatto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Maggio 2009
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