La rabbia degli stranieri contro la Lega

Il clima non è buono, c’è tensione e paura tra gli stranieri. E questa volta gli immigrati stanno cercando di farsi sentire. Martedì hanno manifestato in piazza Repubblica

Il clima non è buono, c’è rabbia e paura tra gli stranieri. Gli immigrati stanno cercando di farsi sentire.  Ieri hanno manifestato in piazza Repubblica.  Gli egiziani dicono che i cantieri chiudono e che loro dopo anni di “lavori di merda” non vogliono “buttare tutto nel cesso lasciando l’Italia”. I marocchini spiegano “che ogni giorno a Cascina Gobba si riempiono i bus che portano in patria gente che non ce la fa più a vivere e che siamo arrivati al punto che per resistere alcuni si fanno mandare i soldi dell’affitto dal Marocco”. Il marocchino M’hammed Sayaih dice di aver visto gente con 5mila euro venire in Italia per aiutare parenti e amici. Il senegalese Thierry Dyeng spiega che adesso basta: “Non possiamo più sperare che siano solo i sindacati a darci una mano, dobbiamo anche alzare la testa noi”. Per i muratori tunisini “il governo ha messo in piedi la paura della sicurezza e questo ci sta facendo del male, ma il vero problema è la crisi”.
Ci sono case in Valcuvia, o nel saronnese, dove lavoratori magrebini e indiani, tirano a campare con 300 euro al mese. L’ivoriano Yapi Yapo, in Italia da 20 anni, candidato alle ultime elezioni comunali con il Pd, parla degli amici africani: “Molti hanno fatto nascere qui i loro figli, che sono italiani a tutti gli effetti, e all’improvviso il loro valore, la loro casa, le rate del mutuo, è finito tutto nell’incertezza”.
Ieri pomeriggio, erano una cinquantina, a in piazza Repubblica, guidati però da alcuni leader storici delle comunità straniere varesine. C’erano il senegalese Thyerry Dieng, ex operaio della Whirlpool, esercente di un locale pubblico di Casbeno che funge da punto di riferimento culturale per gli africani, e fondatore del movimento Ubuntu. M’hammed Sayaih, marocchino, braccio destro di Dieng, Yapi Yapo, ivoriano, candidato anche alle ultime elezioni comunali, membro del Pd varesino, e si è visto anche Samir Baroudi, l’architetto siriano che cerca di rappresentare le istanze dei musulmani del Varesotto, cura infatti  gli interessi della moschea e sta lavorando a un centro culturale in città (è anche indagato per l’affitto di un appartamento a clandestini). Dicono senza mezzi termini che sono contro Maroni e contro il pacchetto sicurezza. Dicono anche che non “bisogna buttare a mare l’umanità”, riferendosi ai respingimenti dei barconi, e al loro concittadino-ministro replicano: “C’è una crisi gravissima e lui si preoccupa di altro”. Ci sono riferimenti cristiani e alla solidarietà. In piazza con loro ieri, c’era anche don Ernesto Mandelli, prete di frontiera. E poi quelli di Sinistra e libertà, il candidato Rocco Cordì, e gli attivisti del gruppo antirazzista della maglietta “Io non faccio la ronda”.

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Manifestazione immigrati 4 di 15
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Pubblicato il 03 Giugno 2009
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