Quattro Bestie Rare raccontano il rap: sul palco Elio Germano
Venerdì 28, ai Giardini Estensi, l'attore romano nella veste di cantante ha portato, con la sua band, un'ora di vero rap
Il pubblico lo conosce per film come “Mio fratello è figlio unico” di Lucchetti, il recente “Come Dio Comanda” di Salavadores , “Romanzo Criminale” di Placido o “Che ne sarà di noi” di Veronesi eppure, in questo caso, il cinema centra solo in parte. Elio Germano, il talentuoso attore romano che non sbaglia un colpo, è stato ospite dei Giardini Estensi di Varese, venerdì 28, nella veste di musicista. La serata, ultima delle quattro organizzate da Informagiovani e dalla sua Giuria per il progetto Mosaico, è riuscita ha portare in città quattro “Bestie Rare” capaci di spaziare tra punk e stornello. Elio Germano infatti, da oltre dieci anni con Matteo, Para e Dj Drugo porta avanti un progetto musicale che non sembra scalfito dalla sua fortuna carriera di attore ma che procede parallelamente.
Il gruppo nasce infatti dieci anni fa, quando per Elio Germano non era ancora arrivata la popolarità come attore, e il tempo non sembra aver cambiato le intenzioni di quattro giovani ragazzi che hanno voglia di raccontare, e alle volte gridare, storie di vita con la musica. Fuori da ogni circuito commerciale o discografico le “Bestie Rare” portano avanti il loro progetto nella massima libertà. «L’abbiamo fatto per salvaguardaci. – racconta Elio Germano – Quando abbiamo incontrato persone che volevano produrci voleva fare i soldi con il nostro prodotto. Abbiamo sempre deciso di non snaturare quello che facevamo e di farlo con piacere».
L’energia e il divertimento sembrano essere gli altri elementi delle “Bestie Rare”. Sul palcoscenico
varesino Elio, Matteo e Para, accompagnati dai piatti di Dj Drugo hanno “screcciato” per circa un’ora proponendo al pubblico pezzi inediti. Tra questi anche “Stanotte”, il brano scritto per “Il passato è una terra straniera”, film di Vicari (tratto dal romanzo di Carofiglio) che vede Elio Germano nei panni di protagonista e che è stato proiettato prima dell’esibizione del gruppo. «E’ un brano che abbiamo scritto per il film e che ne racconta la trama» spiega l’attore. I lavori del gruppo sembrano nascere dalla voglia di confrontarsi con la realtà, tanto che il loro ultimo disco autoprodotto si intitola “Precariato” con pezzi «arrabbiati», come specifica Germano, o dalla voglia di raccontare le proprie radici, città, vite. Lo stesso nome del gruppo porta in se il ricordo di un recente passato: «Il nonno di Elio e Matteo quando li vedeva giocare per il paese li chiamava così e abbiamo deciso di tenere quel nome» mi dice Para. Ed è proprio così. I quattro ragazzi si raccontano con semplicità, così come sono, star comprese.
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